domenica 17 aprile 2011

CAIMANO DA COMBATTIMENTO












Violento, sarcastico, volgare: un’ora di comizio di B. durante il quale attacca la magistratura (“eversiva”) e l’opposizione

di Fabrizio d’Esposito

One Cayman Show. In una sala minore, non la più grande, del Palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma. Il Caimano cerca volutamente il delirio e lo trova, osannato da più di mille tra uomini, donne e ragazzi che alla fine impazziti lo trattengono per foto ricordo e strette di mano, mentre gli altoparlanti mandano a ritmo continuo Meno male che Silvio c’è. Roba da spaccare i timpani. Ma spacca ancora di più i timpani il comizio di un’ora del Cavaliere, che trasforma persino i suoi guai giudiziari in barzellette; ammette che la prescrizione breve è una legge ad personam, “è una norma che va a favore di un processo che mi riguarda”; e definisce tre volte “eversivi” i magistrati. Il Caimano ormai è sempre più la caricatura grottesca di se stesso e proprio per questo fa ancora più paura.

IL PRETESTO del delirio è la convention dell’ultima invenzione movimentista di Michela Vittoria Brambilla: una sorta di sindacato azzurro “per assistere il cittadino”, dalla consulenza fiscale a quella legale. Titolo: “Al servizio degli italiani”. Almeno, in teoria. La realtà è un’altra: “Al servizio di Silvio”. La ministra dai capelli rossi prepara al Caro Leader un’adunata di stampo nordcoreano, tra cori, ovazioni e slogan che raggiungono il climax quando un uomo grida al Sultano del bunga bunga: “Sei anche bello”. B. si ferma e non si trattiene: “In tutti noi c’è un 25 per cento di omosessualità. Ce l’ho anche io, ma dopo un approfondito esame ho scoperto che la mia omosessualità è lesbica”. Il Caimano arriva alle 16 e 44 e si commuove subito per l’accoglienza. Alle truppe brambillate appare all’improvviso, sbucando dal retro di un cartellone sul palco “nudo” come piace a lui, senza tavoli e sedie per la nomenklatura. L’incipit è staliniano, nel senso dell’autocritica per il partito: “Chi occupa posizioni di potere a livello locale e nazionale ha chiuso le porte ai nuovi entranti. Ma noi dobbiamo spalancare le porte del Pdl a tutti”. Il monologo contro i magistrati “eversori” ed “eversivi” parte dal ritornello classico berlusconiano contro “l’ideologia più disumana e criminale della storia dell’uomo”. Il comunismo, naturalmente. B. scrive a suo uso e consumo la storia italiana dell’ultimo ventennio, un Bignami ad personam. Dal ‘93 a oggi, “abbiamo a che fare con una magistratura che è permeata dalle idee della sinistra e che si è messa in campo per cambiare ciò che gli italiani hanno deciso di fare con il loro voto. In termini crudi si chiama eversione: voler sostituire a chi è al governo, mandatoci dal voto degli italiani, chi vogliono invece loro”. Una parabola che va dal “martire Craxi, leader votato dalla gente accusato di tutto e di più” e dal pentapartito fino a lui: “Pur di far male a Silvio Berlusconi si rinuncia a far del bene al paese”.

LA PLATEA APPLAUDE, si alza in piedi e grida: “Assassini”, “Golpisti” all’indirizzo dei pm “eversori”, che sono anche “delinquenti” perché “bisogna accertare se c’è un’associazione a delinquere dei magistrati”. Il delirio non dimentica l’onnipotenza: “Arriverò a 120 anni ma sono mortale anch’io. E io sono il mortale che ha avuto più processi nella storia degli umani e degli extraterrestri”. I magistrati lo perseguitano da 17 anni, a cominciare dal primo ribaltone favorito da Scalfaro, “presidente di sinistra”. Tutto è di sinistra, dal Quirinale alla Corte costituzionale, dai tribunali al Csm. B. difende persino Prodi: “I magistrati di sinistra lo fecero cadere perché Mastella aveva visto giusto con la sua riforma della giustizia”.

Poi l’ammissione sul processo breve che lui chiama “europeo”. Qui il Caimano riesce a cadere ancora più in basso, quando sbeffeggia, tra le risate della platea, le vittime di Viareggio e l’Aquila. B. cambia voce e con tono stridulo a mo’ di sfottò recita: “Dicono ‘le vittime di Viareggio, le vittime de L’Aquila, le vittime di Cirio, le vittime di Parmalat’. Tutte critiche senza senso del ridicolo.

Il Caimano è in forma e passa alle storie dei processi Mills e diritti Mediaset. Mills diventa uno “sfigato” inglese che non spende i soldi per fare bunga bunga e che non sapeva come evadere i 600 mila dollari (“incassati dalla vendita di due navi di un armatore italiano”) della corruzione di Previti. Sui diritti Mediaset e l’accusa di essere socio occulto di Agrama: “Sarei stato così stupidino , per non dire altro, da dare ad Agrama la metà di 21 milioni di dollari per corrompere il mio capo ufficio acquisti di Mediaset”. Risultato: “Un presidente del Consiglio deve essere tutelato, non può essere distratto da bazzecole risalenti a 15 anni prima. Abbiamo fatto il lodo Schifani, il lodo Alfano, il legittimo impedimento, con tempi lunghissimi in Parlamento ma che la Corte costituzionale ha bocciato e non voglio dare un giudizio su quei giudici”.

Ma B. oggi ha una fortuna: “Per la prima volta, senza Fini e Casini, dispongo di una maggioranza che la pensa come me. Dobbiamo fare la riforma della giustizia, la legge sulle intercettazioni anche se a volte varrebbe la pena andare subito al voto. Ma io non mollo e resisto per la libertà degli italiani”. Il finale è dedicato al solito discorso del ‘94 ormai ricicciato in tutte le occasioni. Il Caimano termina di parlare e scende in platea. Poi risale, torna indietro e si mette a stringere mani chinandosi dal palco. Un agente di scorta lo cintura per sicurezza. Davanti alle macerie di questo discorso si resta “senza parole, solo sdegno e sconcerto”, come prende atto l’Anm.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

LE FOTO SONO DEI DIECI MAGISTRATI UCCISI DALLE B.R.