DAVIDE MILOSA
L'ex tesoriere del Pdl lombardo, già avvocato di Ruby, chiama l'uomo delle 'ndrine. Obiettivo: appoggi politici
Quindici maggio 2009: il cellulare di Paolo Martino inizia a squillare molto presto. Venti minuti dopo le otto, e il presunto boss della ‘ndrangheta, arrestato il 14 marzo scorso per associazione mafiosa, già passeggia nel salotto della sua casa di corso XXII Marzo a Milano. Da mesi ha il telefono sotto controllo. I carabinieri del Ros, infatti, lo considerano il principale referente delle cosche reggine in riva al Naviglio. Condannato a 9 anni per omicidio, col tempo Martino ha fatto carriera. Prima sicario. Poi trafficante. Quindi latitante. E ora, secondo i pm, top manager della mafia più influente del mondo. Dall’altra parte della cornetta c’è, invece, un avvocato milanese. Già nella segreteria regionale del Pdl, ex tesoriere del partito in Lombardia, Luca Giuliante è stato il primo legale di Ruby. Lui le ha fatto da tutor nei mesi successivi alla notte in questura del 27 maggio 2010.
I fondi per l’elezione di Podestà
In quella mattina di maggio, però, Karima El Mahroug non c’è ancora e Giuliante parla d’altro. L’uomo delle cosche ascolta. Gli investigatori del Ros registrano. Sono carabinieri esperti, abituati a seguire i discorsi a singhiozzo delle intercettazioni. Poi ecco le parole che non ti aspetti. In sequenza l’avvocato snocciola il nome dell’ad di Impregilo e presidente di Bpm Massimo Ponzellini, già assistente personale di Romano Prodi, quindi quello di Berlusconi. L’obiettivo è fare incontrare il banchiere, che piace alla Lega, con l’uomo dei clan. L’occasione, racconta l’avvocato nella telefonata depositata agli atti dell’indagine Caposaldo, sarà una raccolta fondi per la campagna elettorale di Guido Podestà programmata per il 18 maggio. Il tutto officiato nelle sale settecentesche di villa Gernetto a Lesmo, acquistata dal premier dopo il divorzio con Veronica Lario. Dice Giuliante: “Siccome tu mi avevi chiesto se era possibile creare delle condizioni per conoscerlo, forse questa è la volta buona”. All’appuntamento, riservatissimo, ci sarà anche il Cavaliere. E oltre a lui, il gotha della finanza lombarda: dall’imprenditrice Diana Bracco (già nel Cda della società che gestirà l’Expo) al presidente di Assimpredil Claudio De Albertis. Tutti iscritti nella lista dei sessanta, selezionatissimi, ospiti.
Insomma, l’invito è di quelli da non perdere, soprattutto per uno come Martino che sotto
Nel 2009, dunque, il padrino va alla grande. In città gira a bordo di un suv bianco. Mentre sulla sua agenda sono segnati nomi di primo piano. C’è Vito Cardinale, uno dei proprietari della discoteca Hollywood, per anni covo prediletto di Mora. C’è il messinese Natale Sartori, già socio in affari con le figlie di Vittorio Mangano e amico del senatore Marcello Dell’Utri. C’è la cosca Flachi con la quale tratta l’ingresso nella Tnt e partecipa, il 14 maggio 2009, all’apertura del nuovo hub di Linate, alla cui inaugurazione ci sarà anche il sottosegretario alla presidenza di Regione Lombardia Angelo Giammario. L’attività di Martino è vorticosa.
Il fedelissimo di
E
La telefonata con Giuliante aggiunge particolari alla scena. Riguardo all’appuntamento del 18 maggio l’avvocato “informa Martino, che in qualità di presidente del comitato elettorale di Podestà, ha organizzato una cena a Lesmo, presso una villa del presidente del Consiglio con quota di partecipazione di 25 mila euro”. Tra gli ospiti ci sarà anche il padrone di casa. L’avvocato insiste: Martino ci deve essere “perché – si legge nell’informativa del Ros – a dire di Giuliante, tale occasione sarebbe favorevole per relazionarsi con l’ad di Impregilo, ufficialmente invitato alla cena”. Un’opportunità d’oro per il referente della ‘ndrangheta sotto
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