sabato 2 aprile 2011

Fukushima, contaminata la falda L'appello disperato del sindaco


PIETRO DEL RE

TOKYO - Il peggio è forse già accaduto, a prescindere da quanto sostiene l'azienda che gestisce la centrale nucleare di Fukushima. In altre parole, è verosimile che la falda acquifera sottostante all'area degli impianti sia già stata contaminata da materiale radioattivo, anche se a riguardo la Tepco aveva fornito dati che potevano sembrare aberranti. A dirlo è stato Hidehiko Nishiyama, portavoce dell'Agenzia per la sicurezza nucleare giapponese, auspicando nuove misure della quantità di Iodio radioattivo rinvenuta nella falda, inizialmente valutata dalla Tepco pari a 10.000 volte i limiti legali.

LE IMMAGINI: LA CENTRALE VISTA DAI DRONI


L'abnorme presenza di Iodio 131 è stata confermata nella falda, così come di tellurio, molibdeno e zirconio. Roberto Mezzanotte, già direttore del Dipartimento delle Scienze nucleari dell'Ispra, azzarda l'ipotesi seguente: "A Fukushima, che si trova a poche decine di metri dal Pacifico, la falda è piuttosto superficiale. È perciò probabile che l'enorme quantità d'acqua usata per raffreddare il reattore 1 vi sia poi penetrata attraverso una qualche via d'uscita, così com'è anche defluita nel mare". Non dovrebbe quindi essere finito il nocciolo stesso nella falda acquifera, o quanto meno non ancora, bensì l'acqua che è entrata in contatto con lui, caricandosi di particelle radioattive.

"Siamo abbandonati a noi stessi, e rischiamo di morire di fame". Comincia così il drammatico appello lanciato su YouTube da Katsunobu Sakurai, sindaco di Minamisoma, una città nella zona compresa nell'anello fra i 20 e i 30 chilometri di distanza dalla centrale danneggiata. Ora, se l'area nel raggio di 20 chilometri è stata interamente evacuata, in quella dei successivi dieci chilometri agli abitanti è stato solo suggerito di evacuare altrove, altrimenti devono rispettare l'ordine di rimanere chiusi in casa. Il sindaco accusa il governo di Tokyo e la Tepco di non fornire informazioni sufficienti, di non provvedere agli approvvigionamenti dei beni di prima necessità e di non fornire neanche i mezzi necessari a chi volesse andare via ma non ha un'auto per farlo.

L'APPELLO VIDEO DEL SINDACO

Dice ancora il sindaco: "Molti abitanti della zona cercano di fuggire con propri mezzi malgrado il pericolo di radiazioni. A complicare la situazione c'è il fatto che non vi sono più mezzi pubblici funzionanti". In questo filmato di una decina di minuti e sottotitolato in inglese, il primo cittadino spiega anche come i volontari e gli operatori che consegnano gli aiuti umanitari sono costretti a entrare in città a proprio rischio e pericolo. "Perciò, da un giorno all'altro, molti di noi possono davvero ritrovarsi senza più nulla da mangiare".

Ieri, intanto, allo scopo di tranquillizzare la popolazione, il premier Naoto Kan ha detto che seguendo i consigli delle autorità i giapponesi non correranno alcun rischio di essere esposti a livelli pericolosi di radioattività. Kan ha però poi ammesso che "portare la centrale sotto controllo sarà una battaglia lunga e dura. Allo stato, non possiamo dire che la struttura sia stata stabilizzata a sufficienza, ma ci stiamo preparando nel migliore dei modi per portarla sotto controllo".

Il ministero dei Trasporti ha rivelato che lo tsunami dell'11 marzo scorso è arrivato a più di 40 chilometri all'interno delle coste nord-orientali del Giappone, perché l'acqua di mare si è infiltrata nei corso dei fiumi. Il Tone, nella provincia di Chiba, è cresciuto di mezzo metro a 44 chilometri dal suo estuario.

Diventa sempre più concreta l'ipotesi di una parziale nazionalizzazione della Tepco, in previsione dei pesanti oneri che la compagnia dovrà sostenere a seguito dei problemi della centrale nucleare. La più grande utility asiatica dice di possedere l'equivalente di circa 18 miliardi di euro di prestiti d'emergenza concessi dalle principali banche nipponiche per coprire i costi crescenti, ma le richieste di risarcimento potrebbero da sole superare i 96 miliardi di euro.

(01 aprile 2011)

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