domenica 3 aprile 2011

I comitati cittadini dell’Aquila: “Il 6 aprile B. non lo vogliamo”


Alla vigilia del secondo anniversario del terremoto, nel capoluogo abruzzese non è cambiato niente

“Che Berlusconi venga oppure no cambia davvero poco. Noi ricordiamo il terremoto 364 giorni l’anno. Poi, ogni 6 aprile, pensiamo solo ai morti”. Alessio Di Giannantonio è il portavoce del Comitato 3e32. In questi giorni tutti vogliono sapere da lui come si sta preparando l’Aquila per il secondo anniversario dal disastro. E la risposta è quella dell’anno scorso: “Non è cambiato nulla.

Il centro è in macerie, la gente vive sfollata o in albergo, i politici litigano e noi siamo incazzati neri”. Ieri una manifestazione organizzata da gruppi del popolo viola ribattezzati per l’occasione Comitato per la ricostruzione e la legalità. Da non confondersi con il Comitato per la ricostruzione supportato dai Bertolaso boys e dalla pagina Facebook pro Bertolaso. “Martedì sera – conferma Di Giannantonio -, faremo una fiaccolata, mercoledì silenzio.

Naturalmente, se Berlusconi fosse così ardito da venire in città, sapremmo come reagire”. D’accordo Giusi Pitari, docente universitaria: “Lo spot all’Aquila non si può fare più. Qui la gente ha già passato quel che sta succedendo a Lampedusa: le sceneggiate, le barzellette, il ghe pensi mi. Qui i cittadini sono abbandonati ai loro guai. Parlo di Berlusconi, ma anche del sindaco Cialente: pure lui deve tener buona una maggioranza ingestibile, magari pensando già alle comunali 2012”.

L’umore è basso, la fiducia scarsa, il senso di abbandono potente. Anche per episodi di cronaca come questo: un disabile cerca di entrare nel centro storico con la sua auto.

La polizia lo ferma perché il passeggero al suo fianco ha una telecamera e in zona sottoposta a controllo militare occorre un apposito permesso. L’auto fa retromarcia, l’Aquila è ancora in gabbia.

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