«Con Umberto ho sbagliato, ho commesso un errore, avrei dovuto avvertirlo prima...». Ogni tanto il Cavaliere, anche lui, fa autocritica. Due sere fa, a una cena romana in casa Rizzoli, Berlusconi ha detto chiaramente di aver steccato il metodo della decisione assunta dopo Pasqua: partecipare ai bombardamenti in Libia. Lo ha detto in una serata che ha giudicato molto gradevole, dove ha parlato molto, insieme a ministri e direttori di alcune testate giornalistiche, che si è conclusa alle ore piccole, sul marciapiede di una via della Capitale, a conversare con i cronisti, anche sul proprio stile di comunicazione: «Non mi avete capito, forse vi risulta incomprensibile quello che faccio, ma io non ho imparato a fare politica, non imparerò mai e non voglio imparare!». Alla cena organizzata dalla deputata del Pdl Melania Rizzoli il capo del governo ha offerto un'immagine di sé spensierata: «Con Bossi ci conosciamo da 20 anni, il governo non è affatto in pericolo, ma figuriamoci, non scherziamo con le cose serie, c'è qualcuno che si è montato la testa, ma non è Umberto».
Alla stessa cena, e in numerose conversazioni delle ultime ore, il dito del presidente del Consiglio è sempre puntato contro il ministro dell'Economia e quello dell'Interno, ma ogni parola sull'argomento è destinata a essere smentita da Palazzo Chigi. La versione ufficiale è quella offerta dallo stesso premier ieri sera: «Alla Francia non ci siamo inginocchiati, sono menzogne inventate dalla sinistra». Meno scivolosi altri argomenti. Tutti con un'eco che affonda nel vertice con Sarkozy. Su Parmalat, sull'assenso dato all'Opa lanciata da Lactalis: «Sono un liberale, le regole del mercato esistono per tutti, anche per noi». Sul cambio di registro in Libia: «È chiaro che è stata una scelta dolorosa, che sono preoccupato, nessuno è in grado oggi di prevedere come andrà a finire, ma rischiavamo di restare in mezzo al guado, non avendo fatto come
A Palazzo Chigi la si mette in modo meno brutale, anche se gli investimenti delle aziende italiane in Libia (in corso o da confermare) superano ampiamente i 100 miliardi di dollari. Ma si fa notare quello che per i titoli dei media è quasi impossibile da cogliere: «Abbiamo già dato 6 basi militari su 12 coinvolte, abbiamo il comando navale, sin dal primo giorno siamo dentro le operazioni in modo molto profondo, aggiungere la possibilità per i nostri aerei di colpire alcuni obiettivi non cambia di molto la nostra posizione».
Eppure
Marco Galluzzo
29 aprile 2011
1 commento:
Mi sa che Umberto se lo stia sentendo rigirare nel culo e non so fino a che punto sarà contento.
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