venerdì 22 aprile 2011

Lassini: “Dimettermi? Berlusconi è con me”


DAVIDE VECCHI

Il Giornale lancia la campagna a sostegno del candidato "mandante" dei manifesti sulle br. E lui gongola: "Mi sono informato bene e non c'è niente da fare per escludermi"

Altro che l’ultimatum della Moratti: o lascia Lassini o vado via io. Il candidato Pdl, autore dei manifesti contro la Procura ora può guardare il sindaco di Milano. Lui ha dalla sua parte il capo, il padrone del partito a cui si era ispirato facendo affiggere quei manifesti. Ieri ha rivelato a -Porta a porta-: “Mi ha chiamato il presidente Berlusconi per esprimermi la sua solidarietà dopo gli attacchi di questi giorni.”

Lui intanto ieri diceva: “Zucch e melon a la sua stagion”. Solo dopo le elezioni valuterà se dimettersi o meno. “Deciderò quando sarà il momento”. Perché il suo nome ormai è impresso nella lista del Pdl e non può essere cancellato. “Mi sono informato bene e non c’è niente da fare per escludermi”, afferma quasi dispiaciuto. Così i milanesi che voteranno il 15 maggio per scegliere sindaco e consiglio comunale, potranno esprimere la loro preferenza anche per Lassini. Ora non più determinato a dimettersi.

Soprattutto da ieri mattina. Da quando ha scoperto di avere non un alleato ma l’armata de
Il Giornale al suo fianco. Il quotidiano di casa Berlusconi ha infatti lanciato la campagna “Io voto Lassini e Moratti”, invitando i lettori a inviare mail in loro sostegno e definendo Lassini “portavoce della pancia del popolo berlusconiano”.

E lui la vittoria se la sente in tasca. Già si vede seduto in consiglio comunale, l’uomo che si è assunto la responsabilità dei manifesti “Fuori le Br dalle procure” apparsi settimana scorsa a Milano. Il presidente dell’associazione “Dalla parte della democrazia” martedì si è detto “pentito di quanto fatto”, ma solo dopo l’intervento del Capo dello Stato, cui ha scritto una lettera implorante perdono; e ha annunciato di aver ritirato la propria candidatura a seguito del diktat di Letizia Moratti al partito: “Io e Lassini siamo incompatibili, in lista o me o lui”. E quando due giorni fa è stato chiaro a tutti che la candidatura non poteva essere ritirata, Lassini ha annunciato: “Andrò da un notaio a firmare l’impegno di dimettermi da consigliere comunale nel caso in cui sarò eletto”.

Era mercoledì. Ieri la marcia indietro. Con il sostegno del sottosegretario
Daniela Santanché, che ha accusato Moratti di aver sbagliato a volerlo escludere, e l’armata del Giornale schierata al suo fianco, la campagna elettorale appare in discesa. La poltrona garantita. “Ora che il clamore è un po’ passato e si riesce a ragionare con il senno di poi, la questione va ridimensionata”, dice Lassini. “Ho sbagliato io a riconoscere quei manifesti, ma non avrei potuto fare altro perché i magistrati sarebbero comunque arrivati a me che sono presidente dell’associazione che li ha firmati”, dice negando di conoscere l’autore. “Non so chi sia, non sono state fatte neanche le bozze o comunque io non le ho viste”, ripete. “Tornando alla polemica sulla mia candidatura ritengo che abbiamo commesso un errore: accettare e subire il processo di piazza, è questo che ha complicato tutto”.

A pensarla così sono in molti nel Pdl. La presa di posizione di Moratti, la sua insistenza nel cercare Berlusconi per farlo intervenire di persona, la decisione di condannare Lassini raggiunta autonomamente senza confrontarsi con il partito, ha creato molti malumori. In primis nel premier che, riportano uomini dello storico quartier generale di Forza Italia in viale Monza, ha condiviso la presa di posizione di Daniela Santanché: “La Moratti ha sbagliato, io Lassini lo voterei”. Il Cavaliere si è sfogato con i suoi durante un vertice a Palazzo Grazioli.

Del resto la situazione nel capoluogo lombardo è preoccupante. I sondaggi danno Moratti al primo turno tra il 49% e il 42%. “Se vinceremo è perché ci metto la faccia io”, ha detto il Cavaliere. “Non c’è stato modo di farla ragionare”, dicono nel Pdl. Dal canto suo il primo cittadino si è sentita rassicurata dal sostegno ricevuto dal vicepresidente della Camera
, Maurizio Lupi. La mossa ha indispettito il governatore Roberto Formigoni, che si era già defilato dando forfait, domenica scorsa, al lancio della campagna elettorale di Moratti battezzata da Berlusconi al teatro Nuovo. Nel Pdl lombardo l’autonomia della Moratti ha creato molto malumore. Ma ora ci sono le amministrative. Tutto rimandato a dopo, quando sarà il momento. Come dice Lassini “Zucch e melon a la sua stagion”.

Da Il Fatto Quotidiano del 22 aprile 2011

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

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