martedì 19 aprile 2011

Napolitano attacca: “Siamo al limite dell’esasperazione”


IL CAPO DELLO STATO: “I MANIFESTI DI MILANO SUI GIUDICI E LE BR SONO UN’IGNOBILE PROVOCAZIONE”

di Eduardo Di Blasi

I manifesti affissi sui muri di Milano con la scritta “Le Br fuori dalle procure” sono una “ignobile provocazione”, e “una intollerabile offesa alla memoria di tutte le vittime delle Br, magistrati e non”. Lo scrive il capo dello Stato Giorgio Napolitano al vicepresidente del Csm Michele Vietti nell’annunciare che il Giorno della Memoria per le vittime del terrorismo (la giornata istituita con legge nel 2007 per tenere vivo il ricordo delle ferite di quegli anni) sarà dedicato a quei servitori dello Stato, “che hanno pagato con la vita la lealtà alle Istituzioni”.

“Tra loro - continua il presidente - si collocano in primo luogo i dieci magistrati che, per difendere la legalità democratica, sono caduti per mano delle Brigate rosse e di altre formazioni terroristiche”. Li cita tutti: Emilio Alessandrini, Mario Amato, Fedele Calvosa, Francesco Coco, Guido Galli, Nicola Giacumbi, Girolamo Minervini , Vittorio Occorsio, Riccardo Palma, Girolamo Tartaglione.

CHIEDE di invitare al Quirinale, a suo nome, il 9 maggio prossimo, i familiari dei magistrati uccisi durante gli anni spietati del piombo.

La data non è un dettaglio. Oltre ad essere quella terribile di via Caetani del ‘78, il giorno del ritrovamento del corpo di Aldo Moro nella Renault 4 rossa parcheggiata al centro di Roma, cade infatti nel lunedì della settimana che conduce al primo turno delle elezioni amministrative del 15-16 maggio. Non è un dettaglio da poco pensando che è un candidato alle amministrative di Milano, Roberto Lassini, ad essersi preso la responsabilità di quel gesto giudicato “ignobile” e “offensivo”.

NAPOLITANO d’altronde, legge nell’affissione di quel manifesto, un problema più grande per la democrazia italiana. Quel gesto, infatti, “indica come nelle contrapposizioni politiche ed elettorali, e in particolare nelle polemiche sull’amministrazione della giustizia, si stia toccando il limite oltre il quale possono insorgere le più pericolose esasperazioni e degenerazioni. Di qui - conclude - il mio costante richiamo al senso della misura e della responsabilità da parte di tutti”.

La lettera di Napolitano segue di un giorno le ultime dichiarazioni sul tema da parte dell’inquilino di Palazzo Chigi. Giusto domenica, infatti, proprio a Milano, Silvio Berlusconi aveva tuonato contro un presunto “accordo politico” tra “i magistrati e il Presidente della Camera”, volto a farlo fuori. Sul tema il senatore del Pd Luigi Zanda ha chiesto che il Parlamento si occupi di questo evidente scontro “che investe politica e istituzioni”.

Ieri mattina, a Montecitorio, Gianfranco Fini ha incontrato i rappresentanti dell’Anm per un incontro fissato da tempo. Le toghe hanno espresso la propria preoccupazione per le “riforme” più o meno “epocali” che li riguardano e comunicato l’allarme per il clima insostenibile nel quale tali riforme si inseriscono, con i giornali che cannoneggiano, le manifestazioni di piazza sotto i tribunali, fino ad arrivare ai manifesti della vergogna.

Lo stesso Fini, in un’intervista con il direttore del Piccolo di Trieste ha detto che il Presidente del Consiglio “vaneggia” e che sulle riforme della giustizia, seppur necessarie, si discuta. “Si eviti però di imbracciare la scimitarra permanente” perchè così si mette a rischio “la democrazia italiana”. Mentre le opposizioni approvano il messaggio del Colle e chiedono con Bersani che la “Milano democratica” reagisca, si registra la posizione della testa d’ariete Lassini: si dice “esterrefatto”.

Nessun commento: