martedì 19 aprile 2011

PENSIONE EVA

Nenè appena dodicenne sospetta che la "Pensione Eva" sia qualcosa di diverso da quelle che comunemente sono luoghi di soggiorno a metà tra le locande e gli alberghi che ci sono in Vigata. È una strana pensione che di giorno, quando le altre sono affollate, sembra essere del tutto deserta. Ha provato ad entrare ma è stato scacciato perché troppo piccolo: motivo che Nenè non ha capito ma che l'ha fatto arrossire di vergogna.

Con la cugina Angela, Nenè inizia la strada verso la scoperta del sesso con quel gioco del malato e del dottore che tanti hanno praticato nella loro preadolescenza, almeno quelli della generazione di Camilleri. E come tanti giunto all'età della prima Comunione si scontra con la morale cattolica che lo avverte che quello che facevano con la cugina nella soffitta di casa erano cose vastase, che erano piccato mortali. Ma sarà proprio Angela a fargli finalmente capire che cosa succede nella Pensione Eva.

La storia di Nenè s'intreccia con quella dei suoi amici Jacolino e Ciccio che prima da adolescenti e poi da giovanotti trascorrono gli anni che li separano dallo scoppio della seconda guerra mondiale frequentando abitualmente la pensione Eva.

Nenè in particolare è affascinato dalle storie che le giovani prostitute gli raccontano ed è convinto che quei racconti gli faranno capire qualcosa di più su come va il mondo e la vita.

Le giovani donne raccontano storie strane ed incredibili come quella del cavalier Calcedonio, afflitto da impotenza, che sotto un terribile bombardamento recupera miracolosamente la sua virilità o l'episodio della "puttana comunista" Tatiana che collabora con la resistenza partigiana.

Tutto finisce quando su Vigata si abbatte la guerra che mette in secondo piano ogni altro aspetto della vita se non quello di sopravvivere.

Tornato al suo paese dopo le vicissitudini dei bombardamenti Nenè stenta a riconoscere i luoghi dove sorgeva la pensione Eva che infatti non c'è più e al suo posto si estende un grande spiazzo vuoto pieno di macerie. Nenè si sente chiamare: è il suo amico Ciccio con cui festeggerà il ritorno alla vita.
«Mangiare, viviri e ascutare la risacca. Con l'amico arritrovato. Che c'era di meglio nni la vita? La guerra era passata, pareva accussì lontana che forse non c'era mai stata veramente. Vuoi vidiri che se l'erano insognata?» (A.Camilleri, op.cit. pag.187)

3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Camilleri ha precisato che non è un libro autobiografico, anche se la pensione Eva è realmente esistita e ha dato al personaggio principale il diminutivo con cui veniva chiamato in casa da Bambino.

i glicini di cetta ha detto...

Adoro Camilleri da quando mi fu regalato il libro "Gli arancini di Montalbano". Da qual momento ho comprato quasi tutto e letto tutto, questo mi mancava, ma provvedo subito.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Non te ne pentirai, anzi avrai accesso a un mondo che non esiste più, che descritto di Camilleri è a modo suo affascinante.