L’ultima battaglia di B. prevede che l’incensurato che commette reati può farla franca
di Bruno Tinti
Il problema di B., che poi è il problema degli italiani, è che commette reati e che quindi deve (dovrebbe) andare in prigione; e siccome non ci vuole andare, si fa fare, una dopo l’altra, leggi che evitano che ci vada. In questo modo il suo problema è risolto; e comincia quello degli italiani: perché le leggi utili a B. sono utili anche a tanti altri delinquenti che, anche loro, sfangano la prigione. Adesso arriva la prescrizione breve: che è il prodotto di improntitudine, ignoranza giuridica, ignoranza costituzionale e ignoranza organizzativa.
Dell’improntitudine si è già detto: è una legge che serve ad evitare a B. la condanna per corruzione di Mills. Come le altre leggi vergogna, assicurerà la stessa impunità a centinaia di malfattori. B&C: “E chi se ne frega”.
Dell’ignoranza giuridica
Dell’ignoranza costituzionale
IL PROBLEMA è sempre il solito: l’art. 3, tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Il che vuol dire che, a parità di reato, la prescrizione deve essere uguale per tutti; se una legge dispone diversamente è incostituzionale. E così anche questa prescrizione breve farà la fine delle altre porcherie di regime; come le due leggi Schifani e Alfano sull’impunità, come il legittimo impedimento. Certo che intanto il tempo passa.
Dell’ignoranza organizzativa
B&C HANNO passato molto del poco tempo che gli restava dopo essersi occupati di come evitare la prigione a inventarsi reati nuovi; si capisce, reati che loro non commetteranno mai. Oltre ai reati che già occupavano polizia, giudici e aule di tribunale (nessuno è in grado di contarli, tra codice penale e leggi varie; sappiamo solo che ogni anno arrivano 3.000.000 di processi nuovi) adesso abbiamo anche quelli previsti dalle leggi 4/2011 (Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari), 201/2010 (Combattimento tra animali), 187/2010 (Misure urgenti in materia di sicurezza), 136/2010 (Piano straordinario contro le mafie), 122/2010 (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica), 94/2009 (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica); e mi fermo qui perché la carta assegnatami dal giornale è finita; ma se andiamo indietro negli anni ancora un po’ c’è da mettersi le mani nei capelli. Con un bell’esempio di coerenza, dopo aver incrementato il parco processi e battuto la grancassa con i cittadini, “vedete quanto siamo bravi, pensiamo alla vostra sicurezza”, B&C accorciano la prescrizione dei relativi reati. E nemmeno basta perché a questo si aggiunge il processo breve, quello che pretende la conclusione in 6, 7, 8 anni, ancora non si sa, di più di 3.000.000 di processi nuovi all’anno, incrementati di quelli arretrati (sempre più numerosi); il tutto con risorse invariate (quindi pochissime) e 100 tribunali inutili che non si chiudono perché se no avvocati e amministratori locali protestano. Cosa bloccherà prima il lavoro dei giudici, la prescrizione accorciata o il processo morto?
Naturalmente queste cose le sanno tutti, in particolare giudici e avvocati; e, tra i C di B, ci sono Ghedini e Alfano. E allora? Eh,torniamo all’improntitudine. Che non è una prerogativa esclusiva di B&C. Mi ricordo di Vietti (attuale vicepresidente del CSM!) che si inventò il legittimo impedimento; e che, quando gli dissero: “Ma non è un po’ incostituzionale?” rispose: “Probabilmente sì. Ma così guadagniamo tempo fino all’approvazione del lodo Alfano costituzionale”. Della serie:
Nessun commento:
Posta un commento