mercoledì 13 aprile 2011

Processo breve, lite finale sugli interventi Alfano: a rischio solo lo 0,2% dei processi


Una lunga e convulsa giornata di schermaglie e polemiche: l'Aula di Montecitorio si è trasformata in un campo di battaglia per il rush finale sul processo breve, una legge ormai quasi del tutto ridotta alla norma sulla prescrizione abbreviata per gli incensurati, di cui Silvio Berlusconi potrà avvalersi nel processo Mills. Il Pdl ha cercato di serrare i ranghi; sul piede di guerra le opposizioni, con il Pd che ha scelto come singolare forma di ostruzionismo quella di leggere in Aula la Costituzione. I lavori dell'Assemblea, convocata anche in seduta notturna, sono andati avanti fino alle 23.30, ancora tra ostruzionismo e polemiche (per lo più procedurali, sui tempi di intervento). A ognuno dei deputati di opposizione la vicepresidente della Camera Rosi Bindi ha concesso di tenere interventi di 15 secondi ciascuno, malgrado si fossero esauriti i tempi per parlare a titolo personale. «Non conosce il regolamento» si è lamentato il deputato Pd Roberto Giachetti. «Lei ha annullato il contingentamento» l'ha accusata Fabrizio Cicchitto. Mercoledì mattina si terrà una conferenza dei capigruppo per dirimere la questione mentre il voto finale dovrebbe tenersi intorno alle 20. Quasi un banco di prova per governo e maggioranza alla luce dei dissapori emersi negli ultimi giorni.

IL GUARDASIGILLI - Il Cavaliere è convinto che il provvedimento passerà senza alcun problema. «Oggi - denuncia dal canto suo il segretario dei democratici Pier Luigi Bersani - è una ferita molto seria alla uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Il governo sta prendendo in ostaggio il Paese imponendoci di stare notte e giorno sul processo breve mentre l'Italia ha problemi drammatici» è la Prova a dissipare i timori delle opposizioni il Guardasigilli Angelino Alfano: con il via libera al processo breve, dice intervenendo in Aula, i processi penali a rischio sono lo 0,2 per cento». Cifra «irrisoria» se si pensa che ogni anno se ne prescrive normalmente il 5%. E se la norma sulla prescrizione breve diventasse legge, chiarisce poi, il processo sul disastro ferroviario di Viareggio del 2009 (32 vittime e 38 indagati tra cui l'ad di Fs, Mauro Moretti) verrebbe prescritto solo nel 2032 e per il reato di omicidio colposo plurimo nel 2044. «Analoghe considerazioni - prosegue il ministro - vanno fatte anche sull'Aquila: i reati per cui è scattato il processo si prescrivono in 10 anni, aumentabili a 11. Siamo a soli due anni dal terremoto credo ci sia tutto il tempo per portare a termine il processo». «Se l'impatto della norma è così modesto - replica ad Alfano il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, perché la maggioranza sta bloccando il Parlamento da settimane per una cosa del tutto inutile o utile solo a qualcuno, come teorizza l'opposizione, e non ai cittadini italiani?». Pesante il giudizio del procuratore nazionale Antimafia,Pietro Grasso. «La dizione di processo breve è impropria - spiega - È un modo per far morire il processo, piuttosto che per trovare le eventuali responsabilità dei colpevoli o l'eventuale assoluzione di innocenti».

MINISTRI DECISIVI - Pienone a Montecitorio, nel pomeriggio, per l'esame del provvedimento che contiene la norma sulla prescrizione breve. "Tutto esaurito" fra i banchi del governo, dove l'unico posto vuoto è quello solitamente occupato dal premier. Nelle prime votazioni, approvate dalla maggioranza sempre con una decina di voti di scarto, i ministri, tutti presenti alla Camera, sono stati decisivi. La fase più delicata è l'esame dell'articolo 3, il «cuore» del provvedimento che contiene il taglio della prescrizione per gli incensurati.

IN AULA LA COSTITUZIONE - I deputati del Partito democratico hanno letto in Aula la Costituzione. «Con l'articolo 3 del processo breve - ha detto Dario Franceschini, spiegando la singolare forma di ostruzionismo - introduciamo nel nostro ordinamento un'amnistia generalizzata. Si calpestano i principi della nostra Costituzione. Per questo impiegheremo parte del nostro tempo per leggere la Carta». Massimo D'Alema ha declamato l'articolo 77 della Carta, quello sul presidente della Repubblica. Poi, ha aggiunto: «Meno male che c'è, perché è l'unico punto di riferimento per i nostri cittadini». E sul potere di scioglimento delle Camere del capo dello Stato, ha aggiunto: «Più che una lettura, è un auspicio...». I deputati dell'Italia dei Valori, dal canto loro, hanno fatto l'elenco di tutti i processi penali dove gli imputati beneficeranno della norma sulla prescrizione breve.

PIERO GRASSO - Durissimo anche il commento del procuratore antimafia Piero Grasso: «Impropria la dizione di processo breve... è un modo per far finire il processo, per far morire il processo, piuttosto che per provare le eventuali responsabilità di un colpevole o l'eventuale assoluzione di un innocente». Parole pronunciate a Firenze, dove ha partecipato ad un dibattito.

DUE GIORNI DI VOTAZIONI - Prima del voto finale sono previste ancora molte votazioni sugli emendamenti che, in caso di distrazioni del Pdl, potrebbero riservare qualche sorpresa alla maggioranza. Non è un caso se il capogruppo Fabrizio Cicchitto ha sentito il bisogno di scrivere a tutti i suoi deputati, richiamandoli all'ordine e alla presenza. Una precettazione che di fatto varrà anche per tutti i ministri-parlamentari: la loro assenza potrebbe essere sfruttata dall'opposizione per far passare un emendamento che costringa poi ad una revisione del testo e a nuovi passaggi parlamentari, con conseguente allungamento dei tempi dell'entrata in vigore.

«SETTIMANA INCANDESCENTE» - Che la situazione non sia delle più tranquille lo hanno reso chiaro anche le parole del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, normalmente molto parco nelle esternazioni: «Quella che si preannuncia - aveva detto in mattinata - è una settimana incandescente, e quella di oggi sarà una giornata difficile».

I PROCESSI A RISCHIO - Ha ostentato invece una certa tranquillità il leader della LegaUmberto Bossi, secondo il quale sul processo breve «non ci saranno sorprese» alla Camera. Quello della prescrizione però resta un tema caldo: tra i processi che potrebbero «saltare» grazie ad essa non c'è solo quello sul caso Mills che vede coinvolto direttamente Silvio Berlusconi. Tra gli altri ci sarebbero anche quello per il crac Parmalat (100mila risparmiatori truffati e 22 persone imputate per bancarotta e associazione a delinquere, oltre a una serie di banche indagate e imputate), il processo per il crack Cirio, il processo Eternit di Torino (dove ci sono quasi 3.000 parti offese), quello per lo scandalo rifiuti a Napoli.

Redazione Online
12 aprile 2011

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