domenica 10 aprile 2011

SALVATAGGI Masi liberato dalla Santanchè


Sono le quattro del pomeriggio. Un caldo estivo. Roma, giovedì scorso. Mauro Masi imbocca il civico 115 di piazza Montecitorio. Lì c’è l’ufficio di Daniela Santanchè, sottosegretaria al Programma di governo. Il direttore generale della Rai ha già incontrato Denis Verdini, non più baffuto come lui, ma di fatto promosso da Marcello Dell’Utri a “coordinatore unico del Pdl”, perché Bondi e La Russa non si fanno vedere mai al partito. Dal settimo piano di Viale Mazzini, riferiscono che si tratta di “normali colloqui nell’ambito delle relazioni istituzionali”. Ma ormai non è un mistero per nessuno che Masi è da mesi sotto il tiro incrociato del fuoco amico (il forzista Verro del cda e la vicedg Lei).

Masi va dalla Santanchè e prende l’ascensore. Destinazione quarto piano. L’ascensore parte. Masi è accompagnato da un uomo della sua scorta. Quarto piano. Arrivati.

Poi, la brutta sorpresa.

Le porte non si aprono (come ha anticipato giovedì Dagospia). Il dg soffre di claustrofobia e ha paura. Inizia a sudare. Grida aiuto. Prende a pugni le porte moderne di metallo che non si aprono.

La sottosegretaria sente urlare e si precipita sul pianerottolo. Vengono chiamati i vigili del fuoco. Accorrono anche i carabinieri.

Nel trambusto generale, i pompieri riescono a fare un piccolo passaggio laterale. Passano un martello e un po’ d’acqua. Masi inizia a martellare con violenza, invano.

Sotto l’edificio arriva un’ambulanza, da cui viene scaricata una barella per il soccorso immediato. Sembra di stare su “Scherzi a parte”. Ma non è uno scherzo.

Il tempo passa e Masi peggiora.

Alle quattro e mezza è ancora dentro, imprigionato nella cabina di quel maledetto ascensore. I vigili continuano a lavorare per sfondare le porte, che resistono alle martellate, dall’interno e dall’esterno. Masi non smette quasi mai di urlare. Vengono allertati gli infermieri con la barella. Alle sedici e quarantacinque, l’incubo finisce. I pompieri salvano Masi, che esce seminudo dall’ascensore, senza giacca e camicia, visibilmente provato. Claustrofobia. Saluta la Santanchè. Poi ritorna alla Rai.

Da Palazzo Grazioli a Viale Mazzini rimbalza una battuta cinica e crudele: “Abbiamo perso un’occasione per farlo fuori”.

fd’e

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