venerdì 22 aprile 2011

Senato, incostituzionale il premio di maggioranza su base nazionale


STEFANO PASSIGLI*

L’attuale legge elettorale Calderoli, il cosiddetto «Porcellum», prevede per l’elezione della Camera dei deputati che il partito o la coalizione di partiti che riportino a livello nazionale il maggior suffragio siano premiati con l’attribuzione del 55% dei seggi. Poco importa che tale cospicuo premio di maggioranza - unico esempio nel mondo - possa essere attribuito ad uno schieramento che abbia riportato anche solo il 35-40% dei voti e che rappresenti quindi una quantità di elettori inferiore a quella della somma delle opposizioni, come avvenuto nelle ultime elezioni; e poco importa che il «Porcellum» preveda anche le liste bloccate, privando i cittadini del diritto di scegliere i propri rappresentanti e il Parlamento di ogni reale contropotere nei confronti dell’esecutivo. Quanto la legge si propone è, infatti, di favorire comunque la governabilità anche a costo di penalizzare oltre ogni limite la rappresentatività del Parlamento.

È all’obiettivo della governabilità che si richiama la proposta di legge del senatore
Quagliariello presentata lo scorso autunno, che dopo essere stata messa su di un binario morto viene oggi riesumata. Tutti i sondaggi elettorali indicano infatti che oggi, in caso di elezioni, la possibilità che al Senato il centro-destra venga sconfitto, o che si formino maggioranze diverse tra Camera e Senato, è molto elevata. La proposta Quagliariello tende così ad introdurre anche per l’elezione del Senato un premio di maggioranza nazionale in luogo dei premi di maggioranza attualmente attribuiti sulla base dei risultati di ciascuna regione. La proposta era già contenuta nell’iniziale testo dell’attuale legge, ma fu abbandonata grazie alla moral suasion del Presidente Ciampi per adeguarla al testo della Costituzione, che all’art. 57 afferma chiaramente che «il Senato della Repubblica è eletto a base regionale salvo i seggi assegnati alla circoscrizione Estero». È evidente che adottare un premio di maggioranza nazionale può snaturare i singoli risultati regionali, non rispettando così il vincolo costituzionale. È questo del resto il vero obiettivo della proposta Quagliariello: alle prossime elezioni - quale che ne sia la data - la maggioranza confida di vincere la Camera, ma è quasi certa di perdere il Senato a causa dei singoli premi di maggioranza regionali. Purtroppo per la maggioranza, la Costituzione è sul punto molto chiara, e la modifica auspicata da Quagliariello apertamente incostituzionale. L’on. Calderoli ha definito la sua legge una «porcata»: non una «porcheria», sostantivo che ne avrebbe indicato l’intrinseca qualità, ma proprio una «porcata», con riferimento cioè all’obiettivo della legge di favorire il proprio schieramento e danneggiare quello avversario. Tentare oggi di introdurre anche per il Senato il premio di maggioranza nazionale, malgrado il suo palese contrasto con la lettera della Costituzione, è aggiungere «porcata» a «porcata». Il proponente senatore Quagliariello conta forse sul fatto che la Corte costituzionale, potendo essere chiamata a pronunciarsi sulla costituzionalità di una legge solo in via incidentale, non potrebbe essere investita in via pregiudiziale del caso, e ben difficilmente potrebbe a posteriori, dopo la consultazione elettorale, invalidarne i risultati dichiarando la legge incostituzionale.

Alla «porcata» si aggiungerebbe insomma la
politica del fatto compiuto, o meglio del colpo di mano, sostituendo così un atto di forza al rispetto del diritto. Anche se approvata dal Parlamento la proposta Quagliariello dovrebbe tuttavia essere promulgata dal Capo dello Stato. La posizione a suo tempo assunta dal Presidente Ciampi che indicò come un premio di maggioranza nazionale per il Senato non potesse essere introdotto con legge ordinaria, ma solo con legge costituzionale, costituisce un precedente sufficiente a sperare che una nuova «porcata» non si aggiunga alla già pessima nostra legge elettorale.

*Docente universitario ed ex parlamentare

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