mercoledì 6 aprile 2011

Transenne, tende e pittura Oggi comincia il processo


Con tutto pronto per il processo, l'unico problema è che oggi mancherà proprio solo il processo.

Transenne per incanalare l'ingresso del pubblico e di più di 110 giornalisti di mezzo mondo, pareti ridipinte di fresco ieri pomeriggio, lampadine cambiate, perfino candide tende a coprire pudicamente le ampie gabbie nelle quali nei maxiprocessi siedono gli imputati in stato di arresto, veti della Procura generale per «motivi di sicurezza» all'ingresso nel Palazzo di giustizia di quelle stesse telecamere invece ammesse nella sola aula d'udienza dalle tre giudici a patto che siano solo della Rai per tutti: peccato che questo inedito sforzo di cosmesi estetico-logistica della grande aula prestata dalla prima Corte d'Assise venga prodotto per nulla. L'udienza sarà di puro smistamento di 4 processi (un tentato omicidio, una tentata rapina, un abuso d'ufficio, e appunto il fascicolo a carico di Berlusconi) ad altra data, per il caso Ruby probabile a fine maggio. Quasi due mesi guadagnati dal premier, che non sarà in aula e per il quale mancheranno anche tre quarti (gli avvocati-parlamentari Niccolò Ghedini e Piero Longo, e il tecnico Filippo Dinacci) del suo collegio difensivo, rappresentato dal solo Giorgio Perroni.

Nel migliore dei casi ci sarà tempo solo per verificare chi, fra le indicate parti offese dai reati di concussione e di prostituzione minorile addebitati al premier, si costituirà parte civile contro Berlusconi: certo non i poliziotti della Questura, difficilmente il ministero dell'Interno, forse Ruby ma non in chiave ostile anti-Berlusconi bensì solo tecnicamente per conservare voce in capitolo nel processo tramite il suo avvocato Paola Boccardi.

Suspense, zero. Anche perché la prima vera partita, con in palio la sospensione o meno del processo per opportunità in attesa del verdetto di merito della Corte Costituzionale nel caso in cui fra qualche mese dovesse dichiarare ammissibile il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato ieri dalla Camera, si giocherà su precedenti opposti nella stessa IV sezione del Tribunale. Uno più lontano, quando nel 2001 nel processo Imi-Sir/lodo Mondadori i giudici Carfì-Balzarotti-Consolandi non sospesero le udienze; e uno invece più vicino, quando l'attuale presidente della sezione, Oscar Magi, nel 2007 fermò il processo Abu Omar, in attesa della decisione di merito della Consulta, appena la Corte aveva ritenuto ammissibile il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato.

Luigi Ferrarella
06 aprile 2011

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