giovedì 26 maggio 2011

CASA DI BAMBOLO

G8, i soldi di Anemone per l’appartamento al Colosseo Ma nessuno lo sequestra. E Scajola se lo gode. Perché?

di Marco Lillo

Provate a spiegarlo ad Anna Scortichini. Provate a raccontare a questa signora ultrasettantenne che abita a Roma, nel palazzo di via dei Prefetti, svenduto da Propaganda Fide alla famiglia Lunardi, perché la legge sfratta lei e tutela l’ex ministro delle Infrastrutture.

Provate a spiegare a questa vedova senza santi in Paradiso né in Vaticano perché i potenti scoperti a comprare e ristrutturare appartamenti con i soldi di un “prenditore di milioni pubblici” come Anemone possono conservare tranquillamente i loro immobili, mentre lei deve restare senza un tetto.

Perché Claudio Scajola, Angelo Balducci e i Lunardi usano ancora le case nel mirino degli investigatori e lei, invece, è costretta a finire in mezzo a una strada.

Non è facile spiegare perché le Procure abbiano deciso di non sequestrare il palazzo di via dei Prefetti o l’appartamento del Colosseo di Scajola.

L’ex ministro delle Attività produttive non è nemmeno indagato e certamente oggi non ci sono i presupposti giuridici per una simile opzione, ma da un punto di vista sostanziale non è facile spiegare a una vittima del caso, come la signora Scortichini, perché i due ex ministri possono in qualsiasi momento vendere le case comprate e ristrutturate grazie ad Anemone e Balducci.

QUESTA VEDOVA con il volto buono e pulito della nonna della pubblicità dei tortellini vive da decenni al terzo piano del palazzo di via dei Prefetti.

Era inquilina di Propaganda Fide come migliaia di romani.

Ogni mese andava nel palazzo della Congregazione, faceva la fila e pagava, con i suoi risparmi in contanti, il suo piccolo canone di affitto.

Un bel giorno del giugno 2004 la Congregazione vende, o meglio svende per soli 3 milioni di euro, l’intero stabile a 50 metri dalla Camera alla società della famiglia Lunardi.

Poco dopo – notano i pm – la stessa Propaganda Fide ottiene 2,5 milioni di euro di contributo, soldi nostri, dalla società pubblica Arcus per ristrutturare proprio il palazzo di Piazza di Spagna dove la signora pagava il canone.

Con Lunardi a via dei Prefetti arrivano le ditte di Anemone. Per lei, come per la Trattoria dei Prefetti, arriva lo sfratto. La signora Scortichini non potrebbe pagarsi un appartamento nemmeno nell’estrema periferia ed è disperata, ma l’Immobiliare dei figli di Lunardi non sente ragioni. Poi per un attimo sembra che arrivino i nostri. I pm scoprono la “Cricca dei Grandi eventi”. Anemone e Balducci vengono arrestati nel febbraio 2010. A maggio si scopre l’inghippo della vendita del palazzo: Lunardi e il Prefetto della congregazione, Crescenzio Sepe, sono indagati. L’autista Hidri Fathi racconta ai pm che portava buste di Anemone alla figlia Martina Lunardi.

IL “FATTO” scopre i lavori fatti da Anemone anche nella villa di Lunardi a Parma. Lui si difende dicendo che ha pagato sempre il giusto. In via dei Prefetti non succede niente. Ieri, l’ultima scena del film: i giornali pubblicano la seconda lista di Anemone. Non lavori stavolta ma soldi, favori, regali e miserie. L’immobile di via dei Prefetti è citato decine di volte vicino alle uscite, spesso accanto al nome della figlia di Lunardi: “250 mila euro a Martina per via dei Prefetti” E poi pagamenti per Sky, per le bollette Acea e Italgas, per la cassetta delle lettere, persino per i materassi e per i cuscini. Eppure il palazzo comprato e ristrutturato – stando alla lista e alle testimonianze – grazie alla Cricca, resta ai Lunardi. Lo stesso accade con la casa di via del Fagutale di Claudio Scajola. C’è anche lui nella seconda lista degli scrocconi. E c’era anche nella lista dei lavori.

Un fornitore di Anemone, Ivano Panzini della Teknart, ha raccontato ai pm che Anemone e i suoi gli chiedevano di fatturare i lavori fatti a via del Fagutale e via dei Prefetti come se fossero inerenti alla Caserma Zignani dei servizi segreti o all’ospedale Spallanzani. Ieri Scajola ha gridato alla persecuzione. Sarà per quello che tutti i giorni i vicini assistono a questa scena all’ombra del Colosseo: l’automobile della scorta lo attende lontano dal portone. Scajola esce di soppiatto e cammina da solo con passo svelto. Contro ogni regola di sicurezza l’auto con gli agenti lo attende a due isolati di distanza e, solo dopo aver percorso trafelato un’altra cinquantina di metri, l’ex ministro si infila nell’auto blu. Nemmeno la pubblicazione di ieri delle annotazioni per i 230 mila euro pagati dall’architetto-pagatore di Anemone, Angelo Zampolini, per l’acconto della casa di Scajola (in coincidenza con il compromesso) hanno convinto l’ex ministro a mollare la presa sul mezzanino con vista. Scajola non è indagato ma vive in una casa da un milione e 700 mila euro (più 30 mila di agenzia, più una cifra di almeno 100 mila euro per la ristrutturazione) avendo pagato solo 610 mila euro.

PER GUADAGNARE la somma mancante all’appello, un comune salariato ci impiega due vite. Oggi la Procura di Roma riceverà ufficialmente gli atti dell’inchiesta perugina che lo riguardano. I pm perugini potrebbero accompagnare i faldoni con una lettera che suggerisce di iscrivere il politico del Pdl per riciclaggio. Magari non ci saranno gli estremi giuridici. Magari è solo voglia di giustizia sostanziale, ma non sarebbe a quel punto impossibile ipotizzare il sequestro della casa dell’ex ministro. In fondo – se passasse la tesi del riciclaggio dei soldi di Anemone – la casa potrebbe essere vista come il provento del reato reimpiegato da Anemone. Anche perché, nonostante tutte le liste e tutte le indagini, sia Claudio Scajola sia la società Sanmarco della famiglia Lunardi possono vendere tranquillamente sul mercato i loro immobili nel centro di Roma e incamerare per sempre la plusvalenza dovuta ai favori e ai lavori della Cricca. E poi chi lo va a raccontare alla signora Scortichini?

3 commenti:

anna ha detto...

I "potenti" la spuntano sempre, anche davanti alle evidenze più evidenti.
La signora dovrà farsene una ragione, sembra che non ci sia niente per lei.
In che mondo si vive!!! Incredibile!!!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Il punto è, cara Anna, che viviamo in una situazione di grave confusione ed incertezza, per cui molti comportamento ci appaiono inconcepibili.
Questa confusione lambisce pure le alte sfera della Chiesa Cattolica, come avrai letto.
Non si capisce nemmeno perché una ultrasettantenne vedova e senza beni di fortuna venga cacciata proprio da un istituzione cattolica, dipendente del Vaticano.
Certo è che io non ho più, da un pezzo, fede e nemmeno fiducia.

Francy274 ha detto...

Finalmente ce l'hanno fatta a rendere i vertici come l'Olimpo, su cui dimorano indisturbati come dei. Per le persone come la signora Scortichini non vi è alcuna speranza, ma per chi sceglie uno di loro come dio protettore sarà l'eroe di un poema dello squallore. Che schifo!