domenica 1 maggio 2011

Donne e maltrattamenti: non sono fatti vostri


LIDIA RAVERA

Un deputato, prima di accanirsi contro la Costituzione, si è sfogato con la moglie e l’ha spedita all’ospedale. Un capo di governo ha pagato le prestazioni sessuali di una minorenne e l’ha sottratta alla tutela cui aveva diritto. Un direttore di telegiornale, forse, ha procacciato quarti di carne fresca femminile per una clientela di anziani sessualmente incontinenti. Qualcuno ha qualcosa da dire? No, no, per carità… Se hai qualcosa da dire sei bigotto, bacchettone & liberticida.

La frase degli spiriti illuminati, che tutto comprendono e digeriscono, è questa: “Un uomo in casa sua (o in casa del suo indiretto superiore) può fare quello che vuole”. Variazione spericolata:“Basta che faccia bene il suo lavoro”, che magari è governare. E mettiamo pure che sia bravissimo a governare (sarebbe già un sollievo), siamo sicuri che possa fare quello che gli pare a casa sua? Che cos’è una casa? Uno spazio extraterritoriale, una zona franca, un paradiso morale in cui ogni regola è sospesa, ogni obbligo decade e nessuno paga per quello che fa (o non fa)? Una volta ci regnavano le donne, sul focolare (almeno lì, almeno a parole). Adesso la donna, nel chiuso delle sue stanze, torna a essere umile ancella. Dietro quella metafisica porta chiusa, quella che separa il privato dal pubblico, l’uomo è padrone. Può coprirti di ridicolo o di schiaffi, ma se tutto avviene lì, in tinello o nella tavernetta, magari nel corso dell’orgiastico riposino del guerriero, nessuno lo “può giudicare nemmeno tu”, come cantava Caterina Caselli, in un’altra era geologica.

È una conquista recente del nostro Paese, questa sanatoria del peggio, estesa a chiunque abbia abbastanza potere per scansare almeno un paio di comandamenti. Dio, evidentemente, è dalla loro parte. Noi laici, costretti a comportarci bene per mancanza di protezioni altolocate, continuiamo a fare i conti con la nostra coscienza. Come ai tempi in cui si gridava contro chi era “a sinistra in piazza, a destra nel letto”. E giù feroci lezioni di perfezione relazionale! Avessimo quattro soldi da parte varrebbe la pena di lanciare un’Opa sulla Famiglia per conquistare il primo fra i suoi “valori”: l’impunità domestica.

Il Fatto Quotidiano, 1 maggio 2011

8 commenti:

Francy274 ha detto...

Brava Lidia Rivera, la penso come Lei!
Ti rubo il post :)

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Tosta la Ravera, mi piace.

i glicini di cetta ha detto...

Osservazione più che giusta!
"t'o rubbo anch'io"!

i glicini di cetta ha detto...

Dimenticavo: auguri per la riedizione! Complimentoni!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Prego: accomodati!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Grazie!

i glicini di cetta ha detto...

T'ho fatto un po' di pubblicità su fb. Se non sei d'accordo, fammelo sapere.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Contentissimo!