Berlusconi: “Pm di Milano cancro della democrazia” Mentre il Giornale di famiglia dà l’assalto a Napolitano
di Eduardo Di Blasi e Caterina Perniconi
I presidenti di Camera e Senato non interrompono la pausa elettorale. Del tema posto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sull’opportunità di una verifica parlamentare dopo l’ultima infornata di nove sottosegretari della più diversa estrazione politica, (con parabole politiche che vanno dal Pdl a Fli e poi di nuovo al Pdl, oppure passando per Pd, Api, Mpa e Idv), se ne riparlerà alla ripresa dell’attività parlamentare. Vale a dire tra una decina di giorni, il 17 maggio, dopo il primo turno delle elezioni amministrative.
SOLO ALLORA, messo da parte il risultato del primo turno nelle consultazioni “termometro” di Milano e Napoli, i capigruppo di maggioranza e opposizione si riuniranno per valutare se e quando porre il voto di fiducia sull’esecutivo Pdl-Lega-Responsabili. D’accordo i presidenti di Camera e Senato, ma d’accordo anche
Tutto risolto? Nemmeno per sogno. È ancora una volta Il Giornale di Alessandro Sallusti a puntare i propri cannoni contro il Colle. “Il comunista non ci sta”, titola in apertura di prima pagina spiegando in un catenaccio che “il presidente della Repubblica pretende che le nomine dei sottosegretari passino dal Parlamento”. La “sinistra”, attacca Sallusti, “ha sede operativa al Quirinale, dove il comunista Giorgio Napolitano sta portando da solo sulle spalle tutto il peso dell’opposizione”. Proprio così, nero su bianco. Il capo dello Stato è alla testa di una congiura politica che nella sua diabolica strategia ha contato addirittura la guerra di Libia. Scrive infatti Sallusti: “Sarà una coincidenza, ma è stato proprio Napolitano a dare il via ai bombardamenti, ben sapendo che
IERI, IN PIAZZA a Milano, il capo del governo ha parlato dei pm milanesi che lo indagano per concussione e prostituzione minorile in merito al caso Ruby come di “un cancro della democrazia che dobbiamo estirpare”. Eccola la guerra del Cavaliere: giornali, deputati e sottosegretari acquistati in corso d’opera e strappi con le altre istituzioni dello Stato. Con questa ottica anche il richiamo a regole basilari di democrazia può avere esiti pericolosi.
Per la costituzionalista Lorenza Carlassare “l’unico elemento politico che tiene unito il gruppo dei Responsabili è l’interesse e non l’ideologia. È quindi doveroso, – continua – qualunque sia il governo, il gesto di correttezza istituzionale di presentarsi davanti alle Camere, con un discorso del presidente del Consiglio e una verifica del progetto politico”. Mentre la professoressa Roberta De Monticelli, docente di Filosofia della persona e autrice del libro “La questione morale”, in un intervento di Napolitano non ci sperava “quasi più”. La sua voce è una di quelle che si è alzata, sulle pagine del Fatto Quotidiano, ad invocare un’azione del capo dello Stato: “A prescindere dalla necessità di un atto deciso da parte delle istituzioni – ha spiegato
Nessun commento:
Posta un commento