domenica 8 maggio 2011

Fini difende le toghe: «Il premier delegittima la magistratura»


«Non posso pensare che il presidente del Consiglio si scagli contro i magistrati delegittimando tutto il corpo della magistratura». Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, a Cagliari per presentare il suo libro «l'Italia che vorrei», il quale ha ricordato che lunedì, 9 maggio, anniversario dell'uccisione di Aldo Moro, l'Italia si fermerà per commemorare le vittime del terrorismo tra cui vi sono anche diversi magistrati.

LEGALITÀ - Secondo il leader di Fli, «la legalità è qualcosa di molto più impegnativo della sicurezza, è un abito mentale e ogni volta che si reclama un diritto si deve essere pronti a un dovere». In questo senso, Fini ha richiamato «l'assoluto rispetto delle istituzioni» e ha spiegato che «chi riveste cariche istituzionali, per ragioni note, non si rende conto dell'errore che commette quando delegittima la magistratura, l'istituzione non può essere considerata un nemico». Il presidente della Camera ha osservato, inoltre, che «questo non vuol dire che non bisogna riformare la giustizia, va riformata eccome, ma il simbolo della giustizia è la bilancia e quindi bisogna avere grande attenzione a garantire questo equilibrio». Partendo dal principio secondo cui ogni cittadino è innocente sino al terzo grado di giudizio, Fini ha argomentato che occorre fare «attenzione a non fare delle riforme volte solo a garantire l'imputato, dimenticando che c'è una parte lesa».

LA LEGA - «Il Pdl, per non disturbare più di tanto la Lega, ha progressivamente annacquato la propria identità sulle questioni fondamentali della coesione, identità e orgoglio nazionale» ha aggiunto Fini. Il leader di Fli ha ricordato che «il 150/o dell'Unità d'Italia, per qualcuno, o non doveva essere affatto celebrato o doveva esser ridotto ad una sterile iniziativa piena di ragnatele e di retorica. Al contrario anche per l'impulso dato dal Capo dello Stato, abbiamo visto come i cittadini abbiano sentito la necessità di fermarsi a riflettere su cosa vuol dire essere italiani oggi, sulla propria storia e sulle radici per poter costruire un solido futuro». Fini ritiene, inoltre, che l'alleato del Pdl non abbia «una identità nazionale perché la Padania è una invenzione e non esiste. Al massimo è una pianura ed esiste solo l'Italia del Nord: da Ventimiglia al Cadore cosa può unire gli italiani del Nord se non essere al nord?».

LE OPPOSIZIONI - «Tutte le opposizioni devono smetterla di pensare che Berlusconi possa esser battuto per via giudiziaria. Perde credibilità perchè promette cose che non mantiene mai, non perchè ha questo o quel processo in corso» ha affermato il presidente della Camera. Secondo Fini «non va dimenticato che dal 2001 al 2011 Berlusconi è stato a Palazzo Chigi per otto anni, e non è la via giudiziaria che sta indebolendo il Centrodestra. La Sinistra - ha aggiunto - la smetta di pensare che sarà un processo a farlo cadere. Berlusconi al tempo stesso la smetta di pensare che i magistrati ce l'abbiano con lui per ragioni politiche e, come le cose dimostrano, anche si ci sono processi in corso si può continuare tranquillamente a governare perché non vi è alcun tipo di impedimento». Il leader di Fli ha concluso lanciando un appello «alla responsabilità di tutte le parti per staccare un po' la spina, altrimenti si va verso il cortocircuito».

Redazione online
08 maggio 2011

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