martedì 3 maggio 2011

Il figlio drogato


di Marco Travaglio

Non è vero che leggere Il Giornale e Libero sia inutile. Anzi, è un divertente gioco di società: ricchi premi a chi trova una notizia vera.

A volte qualcuna scappa anche a loro, per sbaglio. Ma la nascondono bene.

L’altro giorno il Giornale pubblica un’impeccabile cronaca sull’indagine aperta dal Csm sul caso Ciancimino. Peccato che il titolo dica: “Anche il Csm sbugiarda Ingroia”. Il Csm, avendo appena iniziato a indagare, non ha sbugiardato nessuno. E quell’“anche” fa intendere che altri abbiano “sbugiardato” Ingroia, che invece non è stato sbugiardato da nessuno, ma è stato proprio lui a sbugiardare Ciancimino facendolo arrestare su due piedi per un documento falso.

Altro esempio: Masi incassa una buonuscita supplementare dal Corriere, che in un’intervista imbarazzante (soprattutto per il Corriere) gli lascia raccontare una balla sesquipedale: “Santoro fa lo spiritoso. Ma non lo era l’estate scorsa quando trattava con me un contratto-quadro da 14 milioni”. Naturalmente la cifra non era per Santoro, ma per produrre 14 docufiction di prima serata (che su Rai2 costano in media 1 milione a puntata). Ma né Masi né il Corriere lo precisano.

L’indomani Libero rilancia: “Santoro voleva 14 milioni… le pretese del teletribuno”. Pretese? E perché, se le riteneva scandalose, Masi le soddisfece firmando un pre-contratto che sarebbe divenuto esecutivo se Santoro non l’avesse fatto saltare quando Garimberti confermò Annozero?

Ormai Libero esce solo per tentar di smentire gli scoop del Fatto (con i risultati che si son visti sul caso Ceroni-ceffoni).

L’altro giorno Antonio Massari rivela che Pisanu ha smontato le accuse mosse dal Ros e da un paio di incauti pm romani a Genchi e De Magistris, imputati per aver acquisito tabulati di alcuni deputati, tra cui Pisanu, senz’autorizzazione della Camera: la presunta vittima Pisanu assicura che nessun tabulato di telefoni in uso a lui è stato acquisito in “Why Not”.

L’indomani un geniale segugio di Libero scrive che “il Fatto si incarta da solo” perché la moglie di Pisanu ha dichiarato che fu acquisito il tabulato di un cellulare “in uso esclusivo a me”. Ma pensa un po’: hanno acquisito il tabulato della moglie. Embè? A Libero son convinti che le mogli e i parenti dei deputati godano, per contagio, dell’immunità degli onorevoli congiunti.

Sempre più nervoso da quando abbiamo ricordato che fu Panorama diretto da lui a prendere per buone le rivelazioni di Ciancimino, Belpietro ci dedica attenzioni degne di miglior causa.

Domenica ha recensito il mio nuovo spettacolo senz’averlo visto (l’aveva già fatto sul Giornale il povero Mario Cervi, addirittura prima che andasse in scena). E, non sapendo di che si tratta, ha scritto che è “il solito copione di un Montanelli tenacemente nemico del Cavaliere”, mentre quello anticomunista l’avrei occultato per non esserne “disturbato” (infatti, al centro dello spettacolo, c’è la cronaca montanelliana della repressione sovietica a Budapest, a.d. 1956: ma forse, per Belpietro, anche lì c’entrava il ventenne Silvio). E così, con comprensibili sforzi, “ho deciso di rileggermi i fondi del vecchio Indro, quelli del Giornale e i precedenti” (cioè a ritroso dal 1973 al 1948, quando Montanelli stava al Corriere).

L’acuto direttore a sua insaputa ha così scoperto, non senza qualche ernia al cervello, che Montanelli ogni tanto criticava il Csm; una volta se la prese col pm Felice Casson e un’altra con Camilla Cederna; disse che la Costituzione “non è intoccabile” e che il sistema fiscale italiano è “assurdo”. Roba grossa. Ergo “il vero erede di Indro è Berlusconi”.

Chissà se, nelle sue titaniche letture, Belpietro s’è imbattuto in quel brano di Montanelli a proposito del suo fu Giornale, allora vicediretto da Belpietro: “Non lo guardo nemmeno, per non avere dispiaceri. Mi sento come un padre che ha un figlio drogato e preferisce non vedere” (Corriere della sera, 12 maggio 1995).

Sono soddisfazioni.

3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Commento. Se alla direzione di tante testate giornalistiche vi fossero veri giornalisti e non servi, appare agevole osservare che la stampa italiana avrebbe il prestigio di cui gode in altre e vere democrazie occidentali e negli U.S.A.

Francy274 ha detto...

Se! Ma l'Italia è una democrazia anomala da sempre, è solo peggiorata, in agonia.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Anomala da sempre no, da Bettino Craxi in poi, si.