lunedì 16 maggio 2011

In discussione una certa idea del potere


LUCIA ANNUNZIATA

Lo so, dovremmo sfoggiare un pudico senso delle istituzioni, ma è difficile invece non ammettere che l’arresto di Dominique Strauss-Kahn ci riempie di gioia. Per una ragione che – al netto di ogni necessario garantismo - spero che anche i nostri lettori maschili meno avveduti comprenderanno: lo smascheramento di questo signore comporta una serie di buone notizie per le donne.

L’arresto di Strauss-Kahn apre intanto nuove possibilità nella politica francese, creando le condizioni perché una donna arrivi alla presidenza di Francia. Il direttore del Fondo monetario internazionale è stato fino a due giorni fa il candidato preferito dell’opposizione alle presidenziali, ma nel complesso (e non meno rancoroso che in Italia) universo dei socialisti francesi non era l’unico aspirante alla nomina. Dietro la sua si profilava la candidatura di Martine Aubry, data però finora perdente. I giochi a questo punto si riaprono, e le prossime presidenziali francesi che saranno giocate all’ombra della crisi di leadership di Sarkozy, potrebbero essere decise da ben due donne.

La Aubry da una parte e dall’altra, nel ruolo della guastatrice,
Marine Le Pen. Marine, figlia di Le Pen, nuovo fenomeno della destra francese, potrebbe infatti acutizzare il declino di Sarkozy, sottraendogli consensi, e aprendo così la strada a un ritorno all’Eliseo dei socialisti.

Una seconda e significativa conseguenza per le donne è che in questo nuovo scenario non si intravede nessuna quota rosa, nessuna leadership femminile prodotta come fiore di serra. Se la Le Pen, come detto, è cresciuta a pane e politica, la Aubry ha tutti i carati per essere Presidente. Figlia d’arte (suo padre è Jacques Delors, ministro socialista delle finanze dal 1981 al 1985, e soprattutto uno dei fondatori dell’Unione Europea, della cui Commissione è stato presidente dal 1985 al 1995) ha un palmarès da leader nazionale, da ministro del Lavoro fra il 1997 e il 2000, ai due mandati da sindaco di una città complessa come Lille, al suo attuale incarico di segretario del partito socialista. Va anche ricordato che la Aubry è stata una delle donne socialiste che nelle scorse presidenziali prese apertamente le distanze dalla candidata del partito Ségolène Royale, considerata, a loro opinione, troppo mediatica e poco politica. Come si vede, nell’animo pubblico di Martine non alberga nessun femminismo o quotarosismo di maniera. E’ una donna che ha puntato su lavoro, passione, competenza e disciplina: se venisse eletta si innesterebbe nel filone in cui si muovono Hillary Clinton e la Merkel. Un modello femminile seccamente alternativo alla donna bella e subalterna che è il secondo modello femminile proposto dalla politica. Stiamo certamente correndo troppo – ma qui si vuole solo segnalare quanto serie sono per le donne le implicazioni dell’inciampo di Strauss-Khan. Accanto a queste della politica istituzionale, ce ne sono infatti anche altre, di natura più etico-tattica: la vicenda del direttore dell’Fmi contiene un avvertimento sul nuovo clima del tempi.

La giovane cameriera che ha denunciato l’aggressione, è solo l’ultima delle molte donne che, coinvolte volenti o nolenti in umiliazioni sentimentali o sessuali in rapporti con uomini potenti, non stanno zitte. Non ha taciuto la Monica Lewinsky, come non ha taciuto in Italia la signora Berlusconi, o molte delle ragazze vicine al premier. Come non hanno taciuto le amanti e le mogli dei vari candidati americani, o svedesi, o inglesi.

La loro non è solo vendetta femminile – si profila qui la rivolta delle donne a un certo senso del potere, politico ed economico. Il modello che ha permesso a Kennedy di avere tutte le donne che voleva e a Mitterrand di avere due famiglie nella accettazione generale è parte definitiva del passato. Distrutto non da un nuovo moralismo, dal momento che questi smascheramenti non sono frutto di una campagna ideologica, ma di concrete svolte in concrete relazioni fra individui. Quello che si attacca dunque più che la persona, è un concetto: cioè l’idea che le donne siano un fringe benefit, come la macchina e le stock option, del Potere.

In questo senso, l’incidente Strauss-Khan ha un riflesso (sia pur solo di immagine) anche sulla politica italiana.
L’arroganza sessuale del politico francese mette sicuramente in un contesto diverso le «intemperanze» sessuali che deformano la nostra politica. E’ indubbio che questa vicenda ci ricorda che la Francia - e potremmo gettare uno sguardo non innocente anche sul resto dei Paesi europei e sugli Usa - ha costumi privati e pubblici scollacciati quanto quelli italiani. Al momento è un punto a favore del nostro premier. Ma cosa dovremo pensare di Silvio Berlusconi se a seguito di questo incidente Strauss-Khan decidesse di rinunciare alla corsa presidenziale?

In conclusione, speriamo che a Strauss-Khan venga riservata una inchiesta giusta, ma anche un trattamento severo in termini di giudizio. Non vorremmo sentire compiacenti giustificazioni sulla seduzione, sui francesi, e ancora meno sui complotti giudaico-massonici. Nemmeno ci piacerebbe ascoltare disquisizioni sul perché i socialisti possano peccare e la destra no. Cari amici, compagni di vita, mariti, fratelli, padri, uomini, queste cose per le donne non sono roba da poco: cercate di essere all’altezza delle nostre attese.

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