Il tribunale di Milano, sopra e sotto. Sopra, giganteschi nella loro dimensione iconografica di dieci metri per cinque, i volti del pm Emilio Alessandrini, del giudice istruttore Guido Galli (entrambi uccisi dai terroristi di Prima Linea nel 1979 e nel 1980, e dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, il liquidatore della Banca Privata assassinato da un killer mafioso su mandato del banchiere Michele Sindona nel 1979: maxifotografie fatte stampare e calare ieri sera sulla enorme facciata del Palazzo di giustizia di Milano dal presidente del tribunale, Livia Pomodoro, in occasione della terza «Giornata della Memoria» dei servitori dello Stato uccisi, quest'anno dedicata in particolare ai magistrati vittime del terrorismo dal capo dello Stato Giorgio Napolitano in risposta «all'ignobile provocazione del manifesto affisso a Milano per iniziativa di un candidato alle elezioni» nella lista pdl del sindaco Moratti, quello con lo slogan «Via le Br dalle Procure».
Sotto, in strada se deciderà di nuovo di fermarsi ad arringare i propri sostenitori o a parlare alle telecamere, all'ombra di quei volti sosterà proprio il politico (cioè il presidente del Consiglio) che ha spesso pronunciato contro i magistrati le parole ispiratrici dello slogan del manifesto, che in privato ha telefonato all'autore per esprimergli vicinanza, e che su quel manifesto non ha ancora speso in pubblico una parola di dissociazione.
È questa la scena, quasi una inquadratura da film Il caimano ma al contrario, che questa mattina farà da contesto all'ennesima «blindatura» del tribunale, stavolta per il processo Mills. Infatti, dopo che dal 2003 Silvio Berlusconi non era più intervenuto ai suoi processi neppure nei momenti topici o dei sempre evitati suoi interrogatori, oggi il premier sarà in tribunale per la quarta volta in un mese.
Altri tempi, ormai, quelli ad esempio del processo Sme sotto elezioni europee 2004: in quegli anni la campagna elettorale veniva puntualmente invocata da Berlusconi come impedimento allo svolgimento dei suoi processi. Nelle ultime settimane, invece, lo schema si è rovesciato: è Berlusconi a «cercare» i processi per trasformarli in una occasione di promozione mediatica, secondo una strategia battezzata il 28 marzo dal premier risalito sul predellino dell'auto davanti al Palazzo di giustizia dopo il processo Mediatrade, e culminata nel comizio in strada l'11 aprile all'uscita laterale del tribunale in via Freguglia alla fine del processo Mediaset.
L'odierna udienza è del processo Mills, primo grado nel quale il premier è imputato di aver corrotto nel 1999 il teste David Mills in relazione a due deposizioni rese in processi al Cavaliere nel 1997 e 1998 dall'avvocato d'affari inglese artefice delle società offshore Fininvest, condannato in appello a 4 anni come teste corrotto nell'interesse di Berlusconi ma prosciolto nel
Il presidente del Consiglio, che dunque non sarà stato presente a Roma alla cerimonia ufficiale, se vorrà potrà però partecipare di pomeriggio alla corrispondente commemorazione milanese che la presidenza del tribunale, d'intesa con l'Ordine degli avvocati e alla presenza del presidente della Regione Formigoni, del presidente della Provincia Podestà e del sindaco Moratti, ha organizzato alle ore 16.
Luigi Ferrarella
09 maggio 2011
2 commenti:
Quei volti affissi sulla facciata del Tribunale gli avranno dato il benvenuto, speriamo che lo abbiano mandato in delirio tanto da farsi sfuggire qualcosa che lo inchiodi definitivamente! Bellissimo se si fregasse da solo, capacissimo di dire che il Silvio comunista ha fregato il Silvio democratico ... sogno ad occhi aperti :)
Infatti...
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