DAVIDE VECCHI
Moratti ferma al 49 per cento. Premier pronto a violare il silenzio elettorale con la scusa dello scudetto. Allarme di Pisapia: attenzione alle schede. Il sindaco costretta a corteggiare i grillini e a gridare dal palco: "Viva Bossi". Lo sfidante: "Hanno paura"
Nel Pdl la paura non fa novanta, fa quarantanove. Per cento. Letizia Moratti è condannata al ballottaggio. Lo dicono i sondaggi della fedelissima Alessandra Ghisleri. Mancano uno, due punti percentuali, ballano tra i 15 e i 20 mila voti. E per ottenerli il premier – che a Milano ha messo sul piatto la tenuta del governo – ha deciso di giocarsi il tutto per tutto. La maratona elettorale per Silvio Berlusconi, infatti, non si è chiusa ieri, come per gli altri. Proseguirà anche oggi e lunedì. Ha infatti deciso di sfruttare due delle cariche che ricopre con successi alterni da decenni. Oggi pomeriggio travestirà il Pdl con magliette rossonere per festeggiare lo scudetto prima a San Siro poi in piazza del Duomo. “Per vincere serve anche il voto dei milanisti”, aveva detto due giorni fa a Napoli. Così oggi, nonostante il silenzio elettorale, il presidente del Consiglio e candidato come capolista al Comune, interverrà ai festeggiamenti ma in veste di presidente del Milan.
Lunedì mattina, invece, a urne ancora aperte (si vota fino alle 15), il Cavaliere sarà a palazzo di Giustizia per l’udienza del processo Mills nei panni di imputato (per corruzione). È la quinta volta in poche settimane che Berlusconi arriva in Procura e finora ha trasformato le udienze in show mediatici, l’ingresso in palco, dove improvvisare comizi politici. L’unica certezza è che non cercherà i voti dei magistrati.
Ma tutto è possibile. Del resto anche ieri ha ripetuto che a Milano si deve vincere subito per “dare forza” all’esecutivo. Mentre Moratti corteggiava il candidato sindaco del Movimento 5 Stelle. In un confronto televisivo il sindaco uscente ha proposto a Mattia Calise di aiutarla, in caso di vittoria, partecipando a un gruppo di under 25 (Guarda il video). Il 20enne ha risposto ironico: “Noi siamo il futuro, in effetti lei potrebbe entrare in un gruppo di lavoro over
Ed è partita verso il tour de force dell’ultima giornata di campagna elettorale. Conferenza stampa con Giulio Tremonti, incontro pubblico con Ignazio
Lui non parla. Lo fa Salvini: “Non ci interessa chi frequentava, pensiamo al futuro”. Mentre Borghezio si dice convinto che “alzare i toni non è servito a nulla, non porterà nessun voto in più, semmai ne fa perdere qualcuno”.
Gli stessi scelti da Giuliano Pisapia. Il candidato sindaco del centrosinistra ieri sera ha chiuso la sua campagna elettorale con un concerto di Roberto Vecchioni in piazza del Duomo. Ha parlato poco. Citando Martin Luther King con la “feroce urgenza dell’adesso” per motivare la sua decisione di candidarsi. Ha ricordato il sindaco Greppi che, appena finita la guerra, decise di far ripartire Milano dalla ricostruzione di un luogo simbolico,
Poi la polemica con gli avversari e un appello a fare attenzione ai seggi: “Hanno paura. Dalla Moratti mi aspetto le scuse, solo dopo ritirerò la querela”. Pisapia ha poi espresso riconoscenza a Napolitano, “per il ruolo di garanzia e di stimolo che sta svolgendo da anni affinché il confronto politico si ispiri ai valori della Costituzione”. Insomma, niente slogan, zero nervosismo, nessuna paura e la certezza di andare al secondo turno. Che, per dirla con Pierluigi Bersani, “è già una vittoria”. Nel linguaggio berlusconiano, invece, significa sconfitta. Al quarantanove per cento.
da Il Fatto Quotidiano del 14 maggio 2011
3 commenti:
E' proprio vero, si sta cagando addosso, che si caghi, anche abbondante, dimodoché sia visibile a tutti!
Dobbiamo aspettare i risultati, io non mi fido molto di questa gentaglia.
Potrebbero avere 7 vite come non so quale animale, anche se non me lo auguro.
Ciao Luigi, buona domenica
Come i gatti, Anna, sette vite come i gatti! Martedì sera sapremo se Berlusconi ce l'ha fatta a Milano a tenere, tramite Mortizia Moratti, il comune, o meno. Bada che è da 20anni che la sinistra non esiste a Milano.
Bossi ha detto, con i suoi abituali modi 'gentili', 'se vinciamo vince la Lega, se perdiamo perde Berlusconi', capito il brav'uomo?
Posta un commento