LIDIA RAVERA
Levigata fino alla soglia della cancellazione espressiva, Daniela Santanchè è costretta, per non perdere la naturale irruenza, ad armarsi i connotati: zigomi contundenti, bocca smodata, in grado di ingoiare l’interlocutore o parti di esso. Voce stentorea. Collo proteso a frustare l’aria con le lunghe onde immobili di una capigliatura da dama scatenata ma composta, grazie alla solerzia di un manipolo di coiffeur, assunti come guardie “al corpo”. Il bel viso, ahimè, sempre più spesso, si deforma nell’esercizio del disprezzo, con grave rischio per i materiali di cui è stato ricoperto.
Che attacchi Berlusconi con “
Il Fatto Quotidiano, 13 maggio 2011
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