lunedì 9 maggio 2011

Moglie Osama: "Meglio morto che in un tribunale americano"


ALBERTO FLORES D'ARCAIS

"Sono stata ferita perché ero abbracciata al suo corpo e non volevo lasciarlo. Ho maledetto i soldati, mi sono aggrappata al suo corpo mentre lo portavano via e mi hanno sparato a una gamba". Dagli interrogatori della giovane moglie yemenita di Osama Bin Laden, Amal Ahmed Abdul Fattah, escono altri dettagli sugli ultimi minuti di vita del capo di Al Qaeda. Repubblica li ha ottenuti da un colonnello dell'Isi (i servizi segreti pachistani) che ha avuto accesso ai verbali.

Ai pachistani Amal ha raccontato che l'attacco dei "Navy Seals" li ha colti di sorpresa: "Non abbiamo avuto il tempo di reagire, in pochi minuti ho perso tutto il mio mondo". Spiega che Bin Laden "era calmo, non si é fatto prendere dal panico e non ha cercato di usare le armi che aveva". "Hanno provato a fuggire ma erano circondati. I soldati americani gli hanno sparato alla testa e lo hanno trascinato fuori della stanza da letto". "Le sue ultime parole sono state: Dio benedica i musulmani".

E' stato a quel punto che lei si é "aggrappata" al marito, "ho cercato di fermarli, piangevo, era tutto quello che potevo fare, ho chiesto ai soldati di comportarsi da esseri umani, avrei voluto che risparmiassero le nostre vite, penso che non sia giustificabile che lo abbiano ucciso, ma sono convinta che lui ha preferito morire piuttosto che affrontare i tribunali degli Stati Uniti".

La moglie di Bin Laden é trattenuta in una località segreta vicino a Islamabad: i pachistani per il momento si rifiutano di consegnarla agli americani. Lei ha parlato anche della sua vita di moglie del terrorista più ricercato del mondo. "Osama non era un terrorista, ma un 'mujahid', un sacro combattente che lavorava per la supremazia dell'Islam. Aveva il cuore di un giovane, penso che avesse il diritto di sposare le donne che voleva e non ho mai sentito come un peso la differenza di età. Avrei voluto sacrificare la mia vita per salvare la sua e per il bene della nazione islamica".

Infine un accenno al futuro: "Non ho nulla contro la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, l'intero mondo appartiene ad Allah e noi possiamo andare ovunque. Se non sarà lo Yemen, vivremo dove sarà possibile".

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Confinata per sei anni in due stanze assieme a Osama e parla così? Sindrome di Stoccolma o cervello malato?