giovedì 12 maggio 2011

Napolitano: "Italia non ha dichiarato guerra" Bombe Nato su bunker di Gheddafi, 6 morti


"L'Italia non ha dichiarato nessuna guerra". Lo ha detto il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ricordando l'articolo 11 della Costituzione e il capitolo settimo della Carta fondamentale delle Nazioni Unite che prevede l'intervento armato per stroncare minacce alla pace e alla sicurezza. Napolitano lo ha precisato davanti agli studenti nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio a Firenze.

Ora in Libia, ha affermato il Presidente della Repubblica, è necessario "stare attenti a come i Paesi dell'Alleanza fanno la loro parte con la Nato che li guida". Napolitano ha confermato la fondatezza dell'intervento italiano spiegando che quando si è trattato di decidere "nessun Paese ha messo il veto sull'esigenza generale di non lasciare soffocare nel sangue" i movimenti popolari. "Non credo che il passato coloniale dell'Italia possa impedire al Paese di esercitare le sue responsabilità", tanto più che Gran Bretagna, Spagna e Germania, ha aggiunto Napolitano, "hanno un passato coloniale molto più impegnativo".

Intanto, sul campo, si consuma un'altra giornata di fuoco. Ad Adjabiya almeno tre razzi lanciati dalle forze governative libiche hanno colpito la città senza causare vittime. Lo hanno reso noto testimonianze locali. Adjabiya si trova attualmente sotto il controllo delle forze ribelli. La linea del fronte si sposta nella zona compresa fra la città e la località di Brega, 80 chilometri a ovest, tenuta dalle truppe del leader libico
Muammar Gheddafi.

Durante i raid aerei della Nato compiuti oggi su Tripoli, è stata colpita anche la sede dell'ambasciata nordcoreana. Ad annunciarlo è stata la tv di stato libica, Al Jamahiriya. La notizia non è stata però ancora confermata da fonti dell'alleanza Atlantica. Nei giorni scorsi la stampa araba aveva parlato di sofisticate apparecchiature nascoste in una delle ambasciate straniere a Tripoli, attraverso le quali il colonnello sarebbe stato informato in anticipo dei raid contro la città.

Quattro esplosioni, in rapida successione, erano state udite già all'alba di oggi a Tripoli provenienti dalla zona di Bab Al Aziziya, dove si trova il compound di Muammar Gheddafi. Secondo le autorità libiche, sarebbero morte 6 persone. Ci sarebbero stati anche dieci feriti, ha riferito un responsabile del regime mostrando ad alcuni giornalisti stranieri dei sacchi di sabbia sparsi accanto a un cratere in una via del complesso. La stessa fonte governativa e un altro membro del regime hanno assicurato ai cronisti stranieri - accompagnati a visitare le macerie all'interno del compound - che tutte le vittime erano civili ma non si hanno conferme delle informazioni da fonti indipendenti.

Le esplosioni hanno seguito solo di qualche ora il video messaggio del Colonello trasmesso ieri sera dalla la tv di Stato per dimostrare che è in vita. Tuttavia
restano dubbi sui tempi in cui il filmato è stato girato e quindi sul fatto che potrebbe essere registrato.

Nelle immagini Gheddafi - che non appariva in tv dal 30 aprile scorso quando un raid della nato sul suo bunker ne uccise il figlio minore e tre nipoti -, si vedeva impegnato in una serie di incontri ufficiali con diversi capi tribali in un hotel a tripoli. Il rais è apparso in abito tradizionale marrone, cappello e occhiali da sole, 11 giorni dopo la sua ultima apparizione in pubblico. Nessuna data sovraimpressa alle immagini, anche se lo speaker della tv ha sostenuto che l'incontro si è svolto proprio nella giornata di ieri (mercoledì). La france press, citando un dirigente del regime, ha riferito che le immagini sarebbero state girate nel pomeriggio intorno alle 17,30 ora locale.

Nel frattempo Londra apre ai ribelli. Il primo ministro britannico, David Cameron, ha invitato il Consiglio transitorio di Bengasi ad aprire una rappresentanza a Londra. L'offerta è stata avanzata in un colloquio con il capo del Consiglio, Mustafa Abdul Jalil, in Gran Bretagna per chiedere aiuti finanziari e un riconoscimento formale. All'incontro era presente anche il ministro degli Esteri britannico, William Hague.

(12 maggio 2011)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Non so ce ce ne si rende conto, ma la politica estera, nel vuoto del ministro degli Esteri, la sta facendo, credo 'obtorto collo', il capo dello Stato! Meno male!