Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato accolto da una standing ovation e da un lungo applauso nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, gremito da studenti e autorità, dove si è svolta una lezione-dibattito con i ragazzi di alcune scuole fiorentine. Un'accoglienza che ha suscitato un commento soddisfatto del capo dello Stato: "Sento la fiducia di tutti gli italiani".
Basta pessimismo. "Faccio come posso ciò che debbo fare secondo
Lezione inglese. Nel corso dell'incontro a Palazzo Vecchio Napolitano ha risposto anche alle domande di alcuni studenti. "In Italia - ha spiegato ad un giovane - il Parlamento non è condannato né destinato a sparire né a un esercizio povero e meschino delle sue facoltà". C'è un processo, non solo in Italia, ha proseguito il presidente della Repubblica, che porta ad un trasferimento di competenze a livello internazionale da una parte, e a livello locale dall'altra, con la devoluzione verso livelli istituzionali locali. Ma c'è anche una questione di come i parlamentari interpretano le loro funzioni, ha ricordato il capo dello Stato citando lo scandalo che "qualche tempo fa ha fatto molto clamore in Gran Bretagna, mentre da noi quel clamore sembrò eccessivo, perché abbiamo una scala di giudizio un po' diversa. Era accaduto che alcuni parlamentari - ha detto - avevano abusato dei loro privilegi e quando furono scoperti seguirono le dimissioni di alcuni di loro e dello speaker del parlamento. Tra le spiegazioni - ha concluso Napolitano - che furono date ne ricordo una: quei poveri parlamentari inglesi erano demotivati perché i poteri della Camera dei comuni si erano ridotti in seguito a quel processo che ho descritto".
I nodi del federalismo. Al centro dell'intervento del capo dello Stato anche il tema del federalismo. Per andare verso un sistema delle autonomie che comprenda anche aspetti di federalismo "non ci si può limitare - ha osservato il presidente - al campo fiscale. Occorre anche una Camera delle Regioni e delle Autonomie per corresponsabilizzare i rappresentanti locali e regionali sui problemi del bilancio pubblico". "Starei attento a parlare di sgretolamento" dello spirito di unità nazionale, ha poi proseguito. "Dopo gli anni '80 - ha ricordato - abbiamo avuto delle grandi prove, la lotta contro il terrorismo. Alla fine degli anni '
Poche donne in Parlamento. Rispondendo a un'altra domanda sulla presenza femminile in politica, Napolitano ha spiegato: "A vedere le piccole percentuali di donne elette in Parlamento in Italia cadono le braccia". C'è un problema generale di sottorappresentanza femminile in tutte le istituzioni e nelle aziende, ha aggiunto, "ma il punto più nero è la rappresentanza nel Parlamento". Per i consigli di amministrazione delle aziende, ha detto, si è fatto ricorso alle quote rosa. "E' un metodo sbrigativo ma efficace. Sarebbe meglio dare prove collettive di impegno". Dare più spazio alle donne significa anche riconoscere, ha concluso, i loro meriti, "vorrà pur dire qualcosa il fatto che siano sempre di più le donne a vincere in maggioranza nei concorsi pubblici, anche nell'ultimo concorso in magistratura".
Non decentrare tutti i ministeri. Rispondendo alle domande degli studenti, Napolitano affronta il tema del decentramento di funzioni e competenze amministrative. Si vada avanti col processo, afferma il presidente della Repubblica, ma "occorre tener ferme alcune esigenze fondamentali di salvaguardia delle strutture portanti di uno Stato nazionale. Nessuno può mettere in dubbio il ruolo del ministero degli Esteri e di quello dell'Interno e neanche scelte necessarie per la salvaguardia del nostro patrimonio di beni storici e culturali". "Ci sono funzioni - spiega ancora Napolitano - che non possono essere frammentate, ci sono beni che non possono essere abbandonati all'arbitrio di gestioni locali".
L'Italia non ha dichiarato guerra. Non poteva mancare poi un riferimento all'intervento italiano in Libia. "L'Italia non ha dichiarato nessuna guerra", ha assicurato il presidente della Repubblica. "Ritengo che non ci potessimo sottrarre", ha aggiunto, ricordando che "nessun paese del Consiglio di sicurezza ha messo il veto e alcuni paesi si sono astenuti".
(12 maggio 2011)
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