martedì 17 maggio 2011

“Ora Berlusconi è con il culo per terra”


di Antonella Mascali

“Gli ultimi risultati, voglio gli ultimi risultati”. Il premio Nobel Dario Fo ha appena concluso, con la moglie Franca Rame, un incontro all'Università di Verona, all'Aula magna del polo Zanotto. È stremato, dopo letture e ricordi che gli hanno lasciato un filo di voce. Ma la foga è quella di sempre. Soprattutto per la “sua” Milano, città di adozione. Quando lo sentiamo al telefono alle ore 21, Giuliano Pisapia, candidato sindaco del centrosinistra è al 48%, Letizia Moratti, candidata di Pdl e Lega è al 41%.

Il maestro scandisce i numeri, li ripete, e quasi urla. Inarrestabile: “È una specie di capovolta generale della situazione. È una sconfitta epocale per Berlusconi. È un’apocalisse per questi governanti che arriverà a crescere. Il voto di ieri è solo la prima botta, come i temporali. Prima una goccia, un lampo, un tuono, poi il diluvio”.

Veramente gli esponenti del Pdl continuano a ripetere che la maggioranza ha tenuto.

Faranno di tutto per minimizzare, di sicuro non diranno di aver perso. Tanto meno lo dirà Berlusconi. Ma la débâcle è enorme. Ripeto, questo è solo l'inizio.

Come se lo spiega il risultato di Milano?

I milanesi hanno cominciato a capire che la città non può continuare a essere spettrale, disumana. Ma il voto di ieri non è un miracolo. È un voto che arriva grazie al lavoro di tanti, nonostante in questi anni si siano presi scarpate sulle gengive.

Immagino che si riferisca a lei e a chi altri?

I nomi non li dico perché ne dimenticherei qualcuno. Parlo di artisti, pittori, intellettuali che hanno parlato alla città, insistito. E Pisapia si è circondato di queste persone. Di sicuro non grazie al Pd. Pisapia non era il suo candidato alle primarie, ma le ha vinte e ora è arrivato al ballottaggio davanti a Letizia Moratti.

Qual è stata la mossa vincente?

Partire dalle periferie e non del centro. Conoscere i problemi di questa città. L'urbanistica scriteriata, i grattacieli che oscurano la luce, il dramma delle case sfitte, l'inquinamento. Pisapia conosce i bisogni delle persone e non dei salotti. Ma il vincitore di Milano non era nel programma del partito democratico. Il Pd aveva messo un architetto (Stefano Boeri, ndr) non accettato da moltissimi milanesi, compreso me.

Ma Boeri ha fatto la campagna elettorale assieme a Pisapia...

È vero, oggi è nella struttura portante, ma perché Pisapia è intelligente e ha voluto una squadra compatta, di persone con delle competenze vere.

Lei insiste sul Pd. Lo critica solo per la politica milanese o più in generale?

Anche per le sue scelte miopi anche in altre città. Prendiamo Napoli: ha candidato un ex prefetto (Mario Morcone, ndr) e ha perso. Per fortuna che davanti alla catastrofe napoletana ha retto l'ex magistrato, Luigi De Magistris.

A Torino, però, l'ex segretario dei Ds, Piero Fassino, ha vinto al primo turno.

Fassino è stato messo in riserva dal gruppo dirigente del Pd. Ha avuto, però, il coraggio di uscire dal limbo, si è presentato nella sua Torino e ha vinto. Ma è stata una scalata sofferta. Il Pd con queste elezioni deve capire, una volta per tutte, che deve ascoltare la base, il suo elettorato. Capire le indicazioni che gli fornisce, stare sul territorio. Insomma i vertici del Pd devono cambiare registro, ritmo.

Torniamo a Milano. Pisapia può vincere al ballottaggio?

Ce la può fare con il programma pulito che ha portato in giro per i quartieri, senza giochi di prestigio, senza fango, come gli altri. C'è una vampata nuova, la gente è stufa di questi politicanti, più di quanto si pensi. Bisogna continuare senza tirapiedi, sulla strada dei valori che l'hanno portato a essere davanti alla Moratti.

È sicuro che Berlusconi ha perso, senza se e senza ma?

Sicurissimo. Ha preso una sberla che l'ha messo in ginocchio. D'ora in avanti gli andrà tutto male. Per lui ci sarà uno tsunami. Come si dice in milanese, è cont el cü per tèrra (è con il c. per terra, ndr)

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