di Paola Zanca
E quattro. Prima le mozioni sulla Libia. Poi il richiamo ad essere “affidabile, credibile, praticabile”. Dopo l'intervento sui referendum. E adesso la richiesta di “investire il Parlamento” del rimpasto di governo.
Per la quarta volta in dieci giorni l'opposizione ascolta le parole del presidente Napolitano come fosse in platea. E non sul ring. Come un pugile suonato, il Pd ha preferito picchiare duro sul “mercato delle vacche” che ha portato i Responsabili all’esecutivo, ma non chiedere a Berlusconi di “venire in Aula”, come in altre decine di occasioni. Portiamo ancora, è il ragionamento dei vertici democratici, “i lividi” del 14 dicembre, inutile farsi male di nuovo. Anche perchè, solo nelle ultime settimane, ci sono stati almeno due precedenti poco incoraggianti. Prima il Documento di economia e finanza passato grazie alle assenze dell'opposizione. Poi la mozione del Pd sulla Libia, tutta improntata alla “responsabilità” auspicata da Napolitano: doveva servire a far emergere le contraddizioni tra Lega e Pdl, ha finito per ricompattarli.
Così, ai vertici Pd non è nemmeno passato per la testa di mettersi a parlare di “ribaltone”: certi che la maggioranza la fiducia ce l'ha, timorosi di venir smentiti dal Capo dello Stato. Invece è stato proprio Giorgio Napolitano a dire pubblicamente che non si può far finta che non sia successo niente: “Sono entrati a far parte del governo gruppi parlamentari diversi rispetto alla coalizione che si è presentata alle elezioni politiche”, il Parlamento deve dire la sua. Ma nell'opposizione sono convinti di aver fatto la voce grossa a sufficienza: “Parlare di 'mercato delle vacche' è più forte che accusarli di aver fatto il 'ribaltone'. E nel più ci sta anche il meno”, dice il senatore Pd Felice Casson. Che non vuole sentir dire che l'opposizione è stata “scavalcata” dal Quirinale: “Sono due profili diversi. Noi abbiamo attaccato pesantemente le scelte di Berlusconi. Spettava al presidente della Repubblica sollevare un problema di natura costituzionale”. Il punto è quale delle due mosse sia più efficace. “Noi – insiste Casson – chiediamo continuamente al premier e ai ministri di venire in Parlamento a riferire su questioni specifiche. Loro se ne fregano altamente. Ora sono costretti dall'intervento del Capo dello Stato: speriamo che rispondano almeno a lui”.
Due “piani separati”, ma consecutivi, anche per la deputata Livia Turco: “Senza i nostri attacchi contro il mercimonio e il trasformismo, Napolitano non l'avrebbe denunciato. Ma se vuole farmi dire che Napolitano è il capo dell'opposizione non lo dico, perchè sono piani diversi e perchè il Pd fa un’ottima opposizione!”. Sono i titoli de Il Giornale e Libero di ieri, quelli contro “il comunista” che va “contro il governo”. Parole “francamente inaccettabili” le bolla il segretario Bersani, perchè “il Quirinale fa il suo mestiere e il governo dovrebbe rispettarlo”.
Ma non è solo una questione di rapporti tra il Pd e Napolitano. Anche l'Italia dei Valori, che in altre occasioni non ha lesinato critiche al Capo dello Stato giudicato “poco interventista”, questa volta non ha chiesto il voto ma l'ha lasciato fare al Quirinale: “Ci sono ruoli diversi – dice il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi - L'opposizione ha il compito di proporre un'alternativa, sono altri organismi dello Stato che devono accogliere questo appello”. L'impressione è che nemmeno loro ci abbiano pensato: “Ma se è da mesi che abbaiamo alla luna, che denunciamo il mercimonio! - insiste Donadi – Che senso ha chiedere la fiducia quando sai che la prendono? Ci sembrava di andarci a infilare in una cosa che non ci portava al successo”. Ora ci si è “autorevolmente” infilato Napolitano. Dice Bersani che il presidente della Repubblica “ha indicato una strada”. Semaforo verde, si riparte.
2 commenti:
Per andare dove? Se il popolo di sinistra non si sveglia da solo ha poche speranze di mandare all'inferno b. e la sua corte.
Ha ragione Grillo, questi politici non servono più a nulla da denstra a... manca!
A me Grillo piace/piaceva solo come comico. I suoi sono spettacoli a pagamento. Non avesse mirato a far fuoco su politica e politicanti, sarebbe ormai da un pezzo caduto nell'oblio.
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