lunedì 16 maggio 2011

Pedofilia, la rete di don Riccardo Nell'inchiesta tre nuovi indagati



«Poiché il Signore nella sua infinita bontà versa olio sulle ferite, oggi siamo qui per ordinare due nuovi diaconi» così ieri il cardinale di Genova Angelo Bagnasco si è rivolto ai fedeli in cattedrale: la ferita è quella inferta dall'arresto venerdì sera di don Riccardo Seppia, accusato di abusi sessuali su un sedicenne con una lieve disabilità mentale e di cessione di cocaina. Il ragazzino che sarebbe stato vittima delle attenzioni di don Riccardo è un frequentatore della parrocchia del Santo Spirito a Sestri Ponente. E i dispiaceri per l'arcivescovo di Genova - che oggi sarà ricevuto dal Papa in vista dell'assemblea della Cei - non sembrano finiti. L'inchiesta che ha portato in carcere don Riccardo, sacerdote cinquantenne sulla cui moralità - passato il primo momento di sconcerto - in molti ora dichiarano di aver nutrito sospetti, promette di allargarsi. Gli indagati sono al momento altri tre, fra questi un ex seminarista quarantenne al quale sarebbe contestata la prostituzione minorile, l'uomo avrebbe scambiato con don Riccardo messaggini molto espliciti su incontri sessuali con ragazzi.

Gli altri sono un commerciante trentenne del quartiere di Sestri Ponente e un milanese. Intercettazioni telefoniche e un fitto traffico di messaggini legano questi quattro uomini: «È proprio un bel ragazzo. Me lo ...» scrive don Riccardo e, a proposito di un altro giovane: «Mi piacerebbe ... ma lui non ci vuole stare». Seguono descrizioni di incontri, con un linguaggio che gli investigatori definiscono «irripetibile». E nell'ordine di custodia cautelare sono elencati anche gli inviti del sacerdote ad alcuni ragazzi: «Vieni, per te c'è il solito regalino». Il regalino era cocaina - secondo l'accusa - che don Riccardo si procurava a Milano, frequentando palestre e saune e con la quale pagava prestazioni sessuali nel suo appartamento adiacente alla parrocchia. «Un pendolare del sesso e della droga» lo descrive un investigatore. Da quanto tempo don Riccardo aveva adottato questo stile di vita? Un suo vecchio parroco, a Recco, ha lanciato pesanti accuse: quasi trent'anni fa - ha detto - avevo già messo in allarme la Curia. Ma ben più recentemente don Riccardo avrebbe chiesto aiuti economici ad altri religiosi (le serate a base di cocaina dovevano essere costose), e a qualcuno avrebbe addirittura confessato i suoi incontri con ragazzini. Dove porterà questa inchiesta? Almeno quattro nuclei familiari con adolescenti sono già stati ascoltati dai carabinieri come testimoni, diverse voci registrate nelle conversazioni telefoniche con don Riccardo non sono state ancora identificate. Quella che i carabinieri dei Nas stanno cercando di ricostruire è una rete di prostituzione, anche minorile, e di cocaina.

Intanto don Riccardo, in isolamento nel carcere di Marassi, divide la cella con un altro detenuto accusato di reati su minori. Ha passato una prima notte «abbastanza tranquilla», dice il direttore del carcere, ma è controllato a vista perché si temono episodi di autolesionismo. Oggi lo visiterà uno psicologo. In mattinata, assistito dal suo avvocato Paolo Bonanni, sarà ascoltato dal magistrato per l'interrogatorio di garanzia. Potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere.

Erika Dellacasa
16 maggio 2011

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