domenica 8 maggio 2011

Schifani e Fini: chiarimento dopo il voto Bossi si scusa: «Napolitano ha ragione»


I presidenti del Senato, Renato Schifani, e della Camera, Gianfranco Fini, dopo la nota diramata nella giornata di venerdì dalla Presidenza della Repubblica relativa alla nomina dei nuovi sottosegretari convocheranno i capigruppo alla immediata ripresa dell'attività parlamentare cioè il 17 maggio. Lo si legge in un comunicato congiunto di Camera e Senato. Per il costituzionalista Stefano Ceccanti «Napolitano non parla di mozione di fiducia, ma di un semplice chiarimento in Parlamento». Secondo Ceccanti nessuna tirata d'orecchie al governo Berlusconi, quindi, nessun monito o stangata da parte del presidente della Repubblica alla nomina dei nuovi sottosegretari del governo Berlusconi. La nota di venerdì di Giorgio Napolitano, parla chiaro: «Sono entrati a far parte del governo esponenti di gruppi parlamentari diversi rispetto alle componenti della coalizione che si è presentata alle elezioni» e, con la premessa che la scelta di tali cariche «rientra com'è noto nella esclusiva responsabilità del presidente del Consiglio», il capo dello Stato chiede ai presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, e al premier stesso, Silvio Berlusconi, di valutare «le modalità con le quali investire il Parlamento delle novità intervenute nella maggioranza che sostiene il governo». Modalità che cominciano ad essere chiare con la convocazione da parte di Fini e Schifani delle conferenze dei capigruppo, come annunciato sabato mattina.

BOSSI - «Diciamo che riflettendoci sopra...devo chiedere scusa al presidente Napolitano sulla faccenda dei sottosegretari, perché ha ragione» ha detto il leader della Lega e ministro per le Riforme Umberto Bossi. «Venerdì sera ho fatto un ragionamento - ha aggiunto Bossi - ma poi, pensandoci qualche ora, devo dire che la questione sollevata dal Presidente ha una sua ragione, visto che ci sono tra i nuovi sottosegretari alcuni che avevano votato contro il Governo».

CALDEROLI - Sulla stessa linea si era espresso in precedenza anche Calderoli: «Non vedo motivi di paura per un voto di fiducia, quando si ha una squadra vincente si affronta la partita senza timori e, oltretutto, certe cose non dovremmo neppure arrivare farcele chiedere dal presidente Napolitano...» ha detto il ministro per la Semplificazione a proposito delle perplessità del Presidente della Repubblica sulla nomina dei nuovi sottosegretari. «So di cantare fuori dal coro - ha aggiunto Calderoli - ma un poco di Costituzione e di leggi ho pur dovuto studiarmele... La Costituzione non chiarisce il punto e la legge attribuisce il potere di nomina dei sottosegretari al Presidente del Consiglio ma è vero anche che, nella situazione che stiamo analizzando, nell'ultimo voto di fiducia quella stessa fiducia non fu votata da due di coloro che sono stati appena nominati sottosegretari». Dunque la sua posizione quale è? «La mia posizione è che certe cose non dovremmo nemmeno arrivare a farcele chiedere dal Presidente Napolitano - replica il ministro Calderoli - Abbiamo una squadra forte e vincente e in ogni caso otterremo più voti di fiducia di quelli che il Governo ha ottenuto il 14 dicembre scorso. Perché oltre ai recenti apporti avremo anche quelli che si aggiungeranno, inevitabilmente, dopo il voto delle elezioni amministrative della prossima settimana».

BELLOTTI - «Se le nomine dei nuovi sottosegretari disturbano o sono viste come atti di risarcimento non so di che, se serve alla stabilità del governo io sono pronto a rimettere senza problemi già domani il mio mandato al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi» dice all'Ansa Luca Bellotti, che venerdì ha giurato da sottosegretario al Welfare. «Se Berlusconi me lo chiede, sono pronto da domani a tornare in trincea. Non ho problemi a farlo, se serve a far calmare alcune polemiche che trovo abbastanza indegne», sostiene Bellotti.

BERLUSCONI - Intanto a proposito delle dichiarazioni pubblicate sabato mattina dal Corriere e da altri giornali sulla reazione del presidente Berlusconi alla nota di Napolitano del passaggio parlamentare dopo la nomina dei 9 sottosegretari Palazzo Chigi ha diffuso una nota: «Il presidente Berlusconi non ha espresso venerdì sera alcun giudizio né tantomeno parlato con qualcuno in merito alle osservazioni del Capo dello Stato sulla maggioranza parlamentare. Appare pertanto incredibile questa vera disinformazione che si legge sui quotidiani odierni». Il premier avrebbe detto, venerdì sera: «Non temo nessun voto, ma è assurdo che lo si chieda: abbiamo una maggioranza destinata perfino a crescere, abbiamo già ottenuto molti voti di fiducia, io ho il diritto di nominare i sottosegretari, lo prevede la legge. Non devo rendere conto di niente a nessuno...». Inoltre, sempre venerdì sera, con una durissima nota - vergata al telefono dai quattro capigruppo del Pdl Cicchitto, Gasparri, Quagliariello e Corsaro assieme a Gianni Letta e con l'imprimatur del Cavaliere - si respingeva al mittente la richiesta di un passaggio parlamentare che preveda un voto di fiducia. Sabato mattina è arrivata la marcia indietro, con le accuse di disinformazione ai media.

Redazione online
07 maggio 2011

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