sabato 11 giugno 2011

Battisti libero: «Così mio fratello è stato ucciso tre volte»

«Mio fratello l'hanno ucciso per la terza volta». Maurizio Campagna, fratello dell'agente Andrea Campagna, ucciso in un agguato rivendicato dai Proletari armati per il comunismo, commenta la decisione del Brasile di liberare Cesare Battisti. «La prima nel 1979 per mano di Battisti; la seconda in trent'anni di oblio; la terza, infine, con il verdetto della Corte suprema brasiliana». «Andrea aveva 25 anni quando venne ammazzato», continua Campagna. «Era "reo" di esser stato visto in tv mentre arrestava dei terroristi coinvolti nell'agguato di Torregiani. Era un proletario, un semplice poliziotto: eppure è stato ammazzato dai Proletari armati per il comunismo. Andrò a mettere un mazzo di fiori sul posto dove lo hanno ucciso, in via Modica a Milano».

TORREGIANI - «È una decisione assurda che va oltre ogni limite di ragionevolezza», si esprime Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979 a Milano dai Proletari armati per il comunismo, e rimasto a sua volta paralizzato nell'agguato. «Mi consulterò con gli avvocati, sono pronto a rivolgermi anche alla Corte internazionale di giustizia dell'Aia. Stanotte non ho chiuso occhio, sono confuso e sconvolto. Non mi fermerò, andrò avanti affinché venga fatta giustizia. La decisione della Corte Suprema brasiliana me l'aspettavo, ma ora che è arrivata è molto più amara di quanto temessi».

SABBADIN - «La scarcerazione di Battisti è l'ennesimo schiaffo in faccia che prendiamo noi parenti delle vittime del terrorismo», dice Adriano Sabbadin, figlio di Lino ucciso il 16 febbraio 1979 a Mestre da un commando dei Proletari armati per il comunismo. Secondo la sentenza italiana, Battisti fece da copertura armata al killer Diego Giacomini. «Domenica», termina Sabbadin, «vogliamo ricordare le vittime di quegli anni con l'intitolazione della piazza di Caltana, vicino Venezia, a mio padre e agli altri caduti delle stragi».

SANTORO - Secondo Alessandro Santoro, figlio di Antonio, il direttore delle carceri di Udine assassinato il 6 giugno 1978 da Battisti, quello del Brasile «è un atto di forza e di potere di un Paese crescente, che rende legittimo un atto di forza e di violenza del passato». È pessimista anche sulle possibilità future di estradizione: «Il tribunale dell'Aia può solo dichiarare una versione autentica di interpretazione del trattato bilaterale. Forse si poteva ceracare una soluzione politica prima della discussione. Non so perché non ci sia stato prima un incontro tra Italia e Brasile».

NO AI MONDIALI DI CALCIO IN BRASILE - «Il governo ritiri la partecipazione della Nazionale di calcio ai mondiali del 2014 - che sono stati assegnati al Brasile, ndr - e da altre manifestazioni organizzate in Brasile, compreso lo stop commerciale da e per quella nazione». L'appello proviene da Bruno Berardi, figlio del maresciallo di polizia Rosario, ucciso dalle Br nel 1978 ed esponente della Fiamma Tricolore.

POLIZIA - Negativi nei confronti del Brasile i commenti dei sindacati di polizia. Valter Mazzetti, segretario generale del sindacato Ugl Polizia, dice che la sentenza «è una vergogna e un oltraggio ai nostri colleghi e alle altre persone uccise per mano terrorista». Franco Maccari, segretario generale del sindacato Coisp, chiede che «si interrompa immediatamente ogni rapporto di natura economica con un Paese che non rispetta le vittime innocenti di un altro Stato rendendosi così complice di una assassino».

Redazione online
09 giugno 2011

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