venerdì 3 giugno 2011

CELENTANO È TORNATO “QUORUM O MORTE”

Di Pietro: “Puntare al 60%”

di Alessandro Ferrucci

Ora Adriano Celentano ci mette la faccia. Dopo le lettere al Fatto e le telefonate ad Annozero, eccolo che parla per spingere il referendum del 12 e 13 giugno verso il quorum.

Alla faccia delle delibere dell’Agcom.

Incontra Sandro Ruotolo nello studio dove disegnano il suo cartoon, Adrian. Celentano spiega perché è giusta la mobilitazione per il voto e di quanto sia importante per la democrazia e la volontà dei cittadini recarsi alle urne: “Può sembrare un'esagerazione, ma stavolta è questione di vita o di morte. Noi non possiamo permettere che non si raggiunge il quorum. I governatori il quorum ce lo fanno loro, a pezzi. Noi dobbiamo andare a votare assolutamente. Fatelo per voi e per i figli dei vostri figli”. Ormai Celentano manca da più di cinque anni dal servizio pubblico eppure, appena può, si fa vedere per dare un segnale di cambiamento. Per intercettare un vento che dirige il Paese verso un’altra riva, come successo per la candidatura di Giuliano Pisapia, una scommessa a Milano che anche lui ha vinto: “Pisapia (si riferisce a Beppe Grillo) non va criticato prima ancora che cominci a lavorare. Farà bene come De Magistris a Napoli”.

UN OROLOGIO fermo all'una e ventitré minuti di notte. Le lancette scolpite con l'esplosione del reattore 4 nella centrale di Chernobyl, 26 aprile 1986.

Sono le immagini che introducono la puntata di Annozero sui quattro quesiti referendari e il ritorno all'energia nucleare che, nonostante il tentativo del governo e grazie alla Cassazione, sarà sottoposto al voto dei cittadini il prossimo 12 e 13 giugno.

Santoro inizia con la risposta all'attacco di Silvio Berlusconi (“Trasmissione micidiale per le amministrative”): “Scusi presidente Berlusconi non le sembra esagerato dire che ha perso elezioni per colpa di Annozero?. La verità è che un giornalista non determina i risultati elettorali, ma interpreta, anche prima dei politici, lo spirito del tempo”.

Poi legge il richiamo Agcom per l'intervento di Adriano Celentano a favore di Pisapia e, prima di intervistarlo, manda in onda un suo intervento di 12 anni fa: “Prima il grado di cultura si misurava con Leonardo da Vinci, Coppi e Bartali, oggi la cultura – diceva con ironia - si base sul numero delle centrali nucleari che un popolo possiede”. In studio c’è anche Chicco Testa che, in maniera opposta a Celentano, anche lui ci mette la faccia per discutere di nucleare senza farsi “emozionare” dai bambini sofferenti e le donne distrutte in chissà quale ospedale ucraino che mostrano le telecamere di Annozero.

Mentre da Gattatico, alla festa del Fatto Quotidiano, arriva l’appello di Antonio Di Pietro, condiso dal nostro direttore Antonio Padellaro: “Attenzione al quorum, non è ancora fatta, anche perché vogliono invalidare i voti degli italiani all’estero”. E ancora: “È sbagliato ridurre il referendum a una battaglia contro Berlusconi – continua il leader dell’Idv –, non deve diventare un tema elettorale, ma un argomento comune a tutti gli italiani”.

LA PREOCCUPAZIONE, insomma, è una sola: cadere nella stessa trappola del premier, quando ha indicato il voto di Milano come un “dentro” o “fuori” a livello nazionale. No, non deve essere così, questa volta. “Perché la questione coinvolge gli italiani in toto, di destra e di sinistra – prosegue Di Pietro –. Piuttosto dobbiamo pensare a ricostruire il paese”.

Applausi dagli oltre duemila presenti. Pioggia, un po’ di vento, terreno bagnato, non importa. In tanti sono arrivati in Emilia per la tre giorni del Fatto dedicata alla Costituzione e ai referendum. In tanti si sono radunati per ascoltare Don Gallo cantare “Bella ciao” e spiegare cos’è il Vangelo, o Fiorella Mannoia intonare “La storia”, mentre dal cielo cadono gocce da temporale estivo.

O ancora Dario Vergassola prendere di punta i vari ospiti con le sue battute. In tanti sono arrivati per dire “anche io credo in un’Italia diversa. Anche per me questa ultima settimana è stata una boccata d’ossigeno che mi ha fatto sentire meno sola”, come racconta Manuela. È così, un refrain continuo. Così come la preoccupazione per lo strapotere, presunto o reale della Lega; la rabbia per un presidente del Consiglio restio a farsi giudicare nelle sedi opportune. Eppure adesso c’è un sorriso sulle labbra, sulle facce delle persone. Prendono i volantini del 12 e 13 giugno e qualcuno aggiunge: “Non credevo che la Corte ci avrebbe dato la possibilità di dire la nostra – interviene Luca, cinquantenne di Parma –. Invece è andata diversamente. Sì, il vento sta cambiando, ha anche smesso di piovere...”. Sì, via le nuvole anche a Gattatico, nonostante le funeste previsioni meteo.

2 commenti:

Francy274 ha detto...

L'aria che spira non promette nulla di buono per b. e i suoi. Sanno bene che il referendum sarà l'ennesima prova che il popolo "non lo ama", ridotto come il suo amico Gheddafi ... senza onore e senza amore :DDD

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Il viale del tramonto è iniziato ed è inarrestabile. Per lui come per Gheddafi.