Il governatore campano indagato e le barricate della Lega. L'emergenza rifiuti a Napoli resta bloccata, con roghi e cumuli ovunque, e non smette di alimentare tensioni politiche. Umberto Bossi ha confermato che il suo partito non voterà il decreto al quale sta lavorando il governo e ha definito il provvedimento «un imbroglio». «C'è una sentenza del Tar - ha detto il Senatùr tenendo un comizio a Magenta - che prevede che non si possano spostare i rifiuti da una Regione all'altra, ma che bisogna trattare con le singole Regioni. Se li fanno passare come rifiuti speciali puoi portarli dove vuoi. Capito il gioco? Noi ce ne siamo accorti e non votiamo questo imbroglio qui. Non passa». Bossi se la prende con il sindaco di Napoli Luigi de Magistris e non gli risparmia stoccate. «Quei rifiuti non li vuole nessuno», dice il Senatùr, invitando il governo a nominare il primo cittadino partenopeo commissario straordinario per vedere «se è capace. Così non scappa». Il decreto sarà ora l'argomento principale del vertice di maggioranza con Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli che si terrà martedì a ora di pranzo, in vista del prossimo Consiglio dei ministri di giovedì. Pier Luigi Bersani, dal canto suo, chiede a gran voce un immediato intervento dell'esecutivo sull'emergenza della Campania. «È intollerabile - attacca il leder del Pd - che venga rifiutata la solidarietà dalla stessa forza politica, la Lega, che la richiese e la ottenne a metà degli anni '90 in giornate di emergenza che riguardarono Milano. Se il governo si paralizza in situazioni del genere, significa che il governo non c'è più». Intanto Stefano Caldoro risulta indagato. La procura di Napoli, che ha aperto un fascicolo per «epidemia colposa» relativo ai pericoli per la salute pubblica legati all'emergenza rifiuti nel capoluogo partenopeo, contesta al governatore campano la mancata attivazione di discariche in altre province e la mancata emanazione di un'ordinanza con i poteri sostitutivi delle autorità locali per il trasferimento dei rifiuti in aree di emergenza di altre province campane.
«PRONTO A LASCIARE» - Caldoro si è detto pronto alle dimissioni «eventualmente fossero provate responsabilità penali per fatti commessi inconsapevolmente» e ha espresso la convinzione di «aver fatto fino in fondo il proprio dovere». L'inchiesta per epidemia colposa è condotta dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dal pm Francesco Curcio. Al vaglio degli inquirenti ci sono, tra le altre cose, i dati sul consumo di farmaci per allergie o eruzioni cutanee, un monitoraggio già sperimentato nell'inchiesta relativa alla precedente emergenza 2007-2008.
«I ROGHI E LA CAMORRA» - Le notizie su Caldoro arrivano al termine di una lunga giornata in cui l'emergenza rifiuti a Napoli è rimasta sempre in primo piano. «La camorra ostacola la nostra rivoluzione ambientale» ha denunciato de Magistris facendo intendere che l'ostilità della criminalità è relativa soprattutto all'incremento della differenziata e agli appalti puliti. Il business, a sentire de Magistris, è enorme e «per questo c'è qualcuno che ci vuole ostacolare». «L'unica speranza è che il Consiglio dei ministri sia convocato il prima possibile. Napoli sta vivendo una situazione drammatica e non può attendere ancora», è l'auspicio di de Magistris, convinto del fatto che dietro ai roghi di spazzatura giacente sulle strade - che si sono rinnovati anche nella scorsa notte - ci sia una «precisa regia» e facendo riferimento in questo senso a manovre della criminalità organizzata. Il sindaco di Napoli si è comunque augurato che il governo nazionale approvi prima possibile il decreto per trasferire fuori Regione i rifiuti che ormai assediano città e provincia. «La sicurezza igienico-sanitaria e la dignità della terza città d'Italia non possono essere subordinate ai giochi di equilibrismo politico interni alla maggioranza», ha detto l'ex pm.
IL CARROCCIO - La Lega Nord ha ingaggiato un braccio di ferro con il presidente del Consiglio e il Pdl sul provvedimento per portare in altre Regioni la spazzatura. «Niente truffe o volano le sedie» ha detto il ministro Roberto Calderoli. «Neppure un sacco» dei rifiuti di Napoli deve arrivare in Lombardia, è la ferma posizione del presidente del Consiglio regionale, Davide Boni. Sulla stessa linea Luca Zaia. «I rifiuti di Napoli non li vogliamo, ma siamo disposti ad offrire tecnici disposti a dare una mano per impostare una raccolta differenziata» ha detto il governatore del Veneto, ricordando la posizione della Regione da lui guidata rispetto all'emergenza rifiuti nella città campana. «Abbiamo al riguardo 10-11 anni di storia alle spalle - ha ricordato Zaia - e per questo siamo infatti riusciti ad eliminare le discariche».
«MISURE SERIE» - Sul decreto si è espressa anche il ministro dell'Ambiente: «Per la Campania il governo sta studiando un provvedimento serio», ha assicurato Stefania Prestigiacomo - La situazione ha assunto proporzioni e problematiche che impongono una intervento capace di indicare una soluzione chiara, ancorché straordinaria e provvisoria, per il trasferimento dei rifiuti in altre Regioni. Sono convinta - ha aggiunto - che Napoli debba in tempi ragionevoli raggiungere l'autosufficienza nel ciclo dei rifiuti e per questo le istituzioni locali, governo regionale, provincia e comune, devono impegnarsi con la massima incisività. Ma oggi è nostro dovere responsabilmente affrontare una situazione che potrebbe presentare, se non adeguatamente e sollecitamente risolta, profili preoccupanti anche sotto il profilo della sanità pubblica».
Redazione online
25 giugno 2011
1 commento:
L'Italia sembra preda, vittima sacrificale delle 'dieci piaghe d'Egitto'. Una di esse è sicuramente Umberto Bossi, ma ce le meritiamo tutte, ma proprio tutte.
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