Dietro la facciata della politica Bisignani controlla ministri e ministeri
Qual è la linea politica della P4? Chi sono i suoi rappresentanti in Italia, le sue proiezioni nel mondo dell’editoria e i suoi riferimenti all’estero?
LUIGI Bisignani non è uno dei tanti spicciafaccende del sottobosco politico come qualcuno oggi vorrebbe far passare. Un uomo che scrive e detta le dimissioni del giornalista più famoso d’Italia al direttore generale della società radiotelevisiva pubblica non è un millantatore. Un personaggio che accompagna il capo dei servizi segreti dal presidente del comitato di controllo e che contemporaneamente scrive comunicati e discorsi ai ministri, non è un venditore di fumo ma il titolare di un potere vero.
Bisignani emerge dall’inchiesta P4 come il regista occulto di un sub-sistema di potere all’interno del macrosistema berlusconiano. Il suo vero “capo”, come lo definisce lui stesso nelle intercettazioni, non è Silvio Berlusconi ma Gianni Letta. Il programma politico della lobby di Bisignani, che ha importanti addentellati nel mondo dell’imprenditoria nei vertici della Rai, di Finmeccanica, dell’Eni, in Confindustria e anche in Trenitalia, da Paolo Scaroni a Luca Cordero di Montezemolo, punta proprio al superamento di Berlusconi. E probabilmente l’uomo sul quale il sistema Bisignani punta per prendere il potere nel Pdl è il il ministro degli esteri Franco Frattini.
Gli amici di Gigi nel governo controllano settori rilevanti. Si va da Mariastella Gelmini (Scuola e università), a Stefania Prestigiacomo (Ambiente) da Franco Frattini (Esteri) a Paolo Romani (Sviluppo economico e tv). Grazie al suo rapporto con il capo dipartimento dell’editoria alla Presidenza del Consiglio, Elisa Grande, e al suo legame strettissimo con i vertici dell’Eni, Bisignani è in grado di portare soldi, sotto forma di pubblicità e contributi, alle imprese editoriali.
Il sito internet amico, Dagospia, può contare sulla generosa pubblicità offerta dall’Eni; grazie alla società Visibilia di Daniela Santanchè (allora molto vicina a Luigi Bisignani) il quotidiano Libero e Il Giornale pubblicano complessivamente più di 100 pagine di pubblicità dell’Eni in un anno, e sempre sotto la regia di Bisignani, l’agenzia di stampa Il Velino passa di mano e ottiene un milione di euro di fondi pubblici.
SITI E AGENZIE di stampa sono strumenti utili per mettere in circolazione le notizie che interessano alla lobby e che poi saranno riprese dai media più importanti. Se queste sono le truppe sulle quali Bisignani e gli uomini vicini a Gianni Letta possono contare, qual è la loro linea in politica interna? Sicuramente è una linea divergente rispetto a quella di Silvio Berlusconi. Basta ascoltare le conversazioni con Prestigiacomo, Gelmini e Frattini per comprendere la distanza siderale dall’ultima stagione del bunga bunga e della lotta dura alla magistratura incarnata dalla Santanchè. Gli “amici di Gigi e Gianni” puntano a correggere la deriva del Cavaliere. Vogliono ricomporre la rottura con quel che resta dei finiani moderati e vorrebbero piazzare a capo del Pdl un uomo presentabile e gradito agli americani (e chissà anche ai massoni) come Frattini. La più esplicita è la ministro dell’Istruzione l’8 ottobre 2010, nel pieno della caccia mediatica dei segugi del Giornale a Fini e ai suoi; incontra Montezemolo e riferisce così il colloquio a Bisignani: “Lui era molto critico sul ‘berlusconismo’ di questi giorni, insomma sulla Santanchè su queste cose del Giornale, sai le cose che un po’ ci diciamo tutti. Allora io gli ho detto: ‘Io queste cose le condivido e le ho dette al presidente ma al netto di questo lei (...) deve comunque rimanere legato a Gianni Letta che è la persona di riferimento di tutti noi”. Poi
SUL FRONTE internazionale, invece, Bisignani può contare su un legame solido con gli ambienti Repubblicani garantito da un personaggio come Enzo De Chiara. Questo lobbista legatissimo ai Repubblicani, è stato protagonista di un episodio importante dell’avvio della cosiddetta Seconda Repubblica. Fu proprio lui a favorire nel 1994 l’incontro in un hotel romano tra Umberto Bossi e Roberto Maroni con l’allora capo della polizia Parisi per dare il via libera a un leghista sulla poltrona di ministro dell’Interno. Bisignani, già iscritto alla P2, già corriere della mazzetta Enimont fin dentro le segrete stanze dello Ior, già tenutario dei segreti del Vaticano e di Giulio Andreotti sulla tranche mai scoperta della “madre di tutte le tangenti”, conosce bene Enzo de Chiara. Come lo conoscono anche Mauro Masi e il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, che ha raccontato a verbale ai pm di Napoli: “Ho conosciuto Bisignani nel 2004, quando ero capo della segreteria del capo della Polizia De Gennaro, nel contesto di una colazione organizzata dal dottor Enzo De Chiara, consulente dell’ambasciata americana”. Sempre Pecoraro ha raccontato di avere incontrato Bisignani assieme a De Chiara per chiedere un favore per suo amico ex prefetto. La sensazione è insomma che Bisignani sia un riferimento in Italia anche per gli ambienti atlantici. E non sarà un caso se nei cable di Wikileaks emergeva chiaramente un dato: la diplomazia americana diffida di Berlusconi per i suoi rapporti con Putin e punta invece su Gianni Letta e Franco Frattini, gli amici di Gigi Bisignani.
Marco Lillo
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