PINO CORRIAS
La menzogna politica che alimenta i piccoli e i grandi regimi, è una radiazione che prima o poi ammala chi la maneggia. E quando l’implosione comincia, i leader carismatici – come il Cavaliere nel nostro miserabile caso – sono i primi a pagarne le conseguenze e gli ultimi a salvarsene. Gli impazienti che oggi si chiedono quale rilevanza penale ci sia in quelle telefonate, dovrebbero anche esultare per la limpidezza di quel fango che passa davanti ai nostri occhi di opinione pubblica per una volta non umiliata. È la verità che (finalmente) si vendica al telefono. È il risarcimento involontario che ci offrono quegli stessi padroncini o servi o trafficanti che intasano la corte del potere e che conoscono talmente bene il fango del quale si nutrono da inventarsi milioni di parole quotidiane per tenercelo nascosto.
L’insostenibile bugia dei 315 deputati che giurano in pubblico su Ruby nipote di Mubarak, ha il suo corrispettivo nella liberatoria verità telefonica del Silvio matto, solo e malato. L’inadeguatezza di certi ministri – una Brambilla o un Frattini che sia – per una volta risplende sulla scena politica e smette di friggere in quel segreto tra complici che li tiene in salvo.
Il Fatto Quotidiano, 25 giugno 2011
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