mercoledì 15 giugno 2011

Lavoro, il ministro Brunetta ai precari: “Siete l’Italia peggiore”. E scoppia il finimondo

Siete l’Italia peggiore, questa la risposta del ministro per la Funzione Pubblica Renato Brunetta alla contestazione di un gruppo di precari, che durante la terza edizione della “Giornata Nazionale dell’Innovazione” (organizzato a Roma al Macro di Piazza Giustiniani), lo hanno accolto con uno striscione provocatorio: “Si scrive innovazione, si legge precarietà”. Protagonisti della protesta, supportata dalla rete dei Punti San Precario di Roma, lavoratrici e lavoratori – tra cui una donna al settimo mese di gravidanza – che da anni collaborano con degli enti parastatali: Italia Lavoro, Formez e Sviluppo Lazio e che questo pomeriggio sono intervenuti al convegno per denunciare “l’abuso della flessibilità e la precarietà istituzionalizzata all’interno delle agenzie tecniche che lavorano per conto della Pubblica Amministrazione”.

Il convegno è stato aperto da
Umberto Vattani, presidente dell’Istituto per il Commercio Estero, condannato in primo grado a due anni e otto mesi per peculato, quando era capo della diplomazia italiana all’Ue e segretario generale della Farnesina. L’ex diplomatico era stato accusato dalla procura di Roma di avere speso “venticinquemila euro in telefonate con il cellulare di servizio”.

Dopo un’ora di dibattito (cui hanno partecipato il direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli e il giornalista del Sole 24 Ore Mario Platero), ha preso la parola il ministro
Brunetta. Una volta concluso il suo intervento, due donne, precarie dell’agenzia tecnica del Ministero del Lavoro, dalla platea hanno chiesto di poter fare qualche domanda. Il politico veneziano le ha invitate a salire sul palco e a presentarsi, ma appena hanno pronunciato la parola “precari”, l’onorevole Brunetta si è spazientito e senza nemmeno ascoltare quello che le due donne avevano da dire è sceso dal palco, dicendo: “Grazie, arrivederci. Questa è la peggiore Italia!”.

Dalla sala si è levato un coro di contestazioni contro la reazione del ministro, che ha fatto capire subito di non voler minimamente interloquire con i precari, ecco che allora i manifestanti lo hanno contestato: “Questa è la vostra innovazione, ministro? Sei un buffone, un pupazzo!”. E ancora: “Siamo noi precari che produciamo il Pil di questo Paese, andate a lavorare!”. Brunetta si è affrettato ad abbandonare il convegno, e a strappare lo striscione che i precari avevano srotolato davanti all’uscita per impedire che se ne andasse. E mentre le due donne che erano state invitate a salire sul palco hanno continuato ad esporre al microfono le ragioni della loro protesta alla gente seduta in sala, il ministro scortato dalle guardie del corpo è stato raggiunto da un’altra precaria della Pubblica Amministrazione, che ha cercato di sottoporgli le ragioni della contestazione, ma lui non si è voluto fermare ad ascoltarla.

Una volta fuori c’è stato un breve – ma duro – botta e risposta tra Brunetta e alcuni manifestanti, che ripetevano: “Ministro, la vera innovazione sono i precari della Pubblica Amministrazione, invece di ascoltare è andato via”. Brunetta si è prima fermato qualche secondo e poi è salito sull’auto blu, dicendo di avere un altro impegno istituzionale. E’ a questo punto che alcuni precari si sono piazzati davanti al mezzo, minacciando di farsi investire se l’auto non si fosse fermata. Le telecamere de
ilfattoquotidiano.it riprendono tutto. L’autoveicolo parte, mentre uno dei precari viene strattonato, fino alla rottura della camicia, da uno degli organizzatori dell’evento che cercava di sgombrare il passaggio per far partire la vettura di rappresentanza del ministro. La protesta, poi, è continuata ancora all’interno della sala, dove manifestanti e organizzatori del convegno si sono scontrati verbalmente e fisicamente.

di Francesca Nava

2 commenti:

amalia ha detto...

altro che sberle metaforiche ci vorrebbero per i nostri governanti.......

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Quanto mi piacerebbe cancellare dal suo viso in particolare, e di tanti altri quel sorrisetto sardonico di superiorità, ripugnate e odioso Stano facendo di tutto per scatenare la rabbia popolare. E allora saranno guai seri!