giovedì 2 giugno 2011

Ora vogliono prendersi anche la Corte costituzionale

PAOLO MADDALENA

PAOLO MADDALENA RINUNCIA ALLA PRESIDENZA SPIANATA LA STRADA A UN UOMO DEL CENTRODESTRA

di Antonella Mascali

Non era mai accaduto nella storia della Corte costituzionale che un giudice rinunciasse formalmente alla presidenza. L'ha fatto ieri Paolo Maddalena, con una lettera ai suoi colleghi.

Sarebbe dovuto essere lui, il prossimo 6 giugno, il successore di Ugo De Siervo, secondo la prassi più che consolidata dell'anzianità di carica.

Invece la Consulta è orientata a scegliere il criterio della presidenza lunga. Il passo indietro di Maddalena spiana la strada ad Alfonso Quaranta, giudice che piace al centrodestra, ma che da ex democristiano navigato, riesce a dialogare con aree diverse. Se, come probabile, sarà il nuovo presidente, scavalcherà anche Alfio Finocchiaro. Il suo mandato scade il 27 gennaio 2013.

Il giudice Maddalena dice di voler preservare l'indipendenza della Corte e il libero convincimento di ciascun membro. Appellandosi a questi principi, nella missiva che il Fatto Quotidiano ha potuto leggere, esalta l’automatismo della presidenza e spiega: “Questo criterio ha il pregio di essere oggettivo e di evitare conflitti interni, rischi di accordi e alleanze che potrebbero influire sulla libera decisione dei giudici”. Poi i toni si fanno amari: poiché è emersa la tendenza a non seguire il criterio dell’anzianità, “per evitare imbarazzi e malevoli interpretazioni, ho deciso di rinunciare alla candidatura che risultava naturale, avendo svolto funzioni di presidente facente funzioni da oltre un mese”.

È UN ALTRO periodo molto delicato per gli alti giudici. Ancora una volta a Palazzo della Consulta c’è l’ombra ingombrante di Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio-imputato.

In sospeso due conflitti di attribuzione, sollevati contro i magistrati di Milano: uno dalla Camera, per il Ruby gate e uno da Palazzo Chigi, per Mediaset-diritti tv. Poiché, come ebbe a dire l’ex presidente De Siervo, alla Corte arriva “l’eco del clima esasperato”, inevitabilmente Berlusconi e il terremoto politico delle amministrative, incombono sull’elezione del presidente. Le ultime settimane sono state segnate da “campagne elettorali” interne. Il 9 maggio ci sarebbe stato anche una sorta di “confabulo” tra giudici, ad esclusione dei più coinvolti: Maddalena, Finocchiaro e Quaranta. Risultato: accantonamento del criterio di anzianità.

Maddalena avrebbe ricoperto la carica fino al 30 luglio, per soli 54 giorni. Ci sono state, però, altre presidenze brevi: Vincenzo Caianiello (48 giorni) Giuliano Vassalli e Giovanni Conso (90 giorni).

Giudice di area cattolica “illuminata”, Maddalena ha votato contro le leggi fatte su misura per bloccare i processi di Berlusconi: lodo Alfano e legittimo impedimento “ad premier e ministri” .

Ma appena la Camera ha inviato il conflitto di attribuzione sul caso Ruby, ha fissato l’udienza sull’ammissibilità per il 6 luglio. Una mossa per garantirsi il voto dei colleghi legati al centro-destra, sussurrano i suoi detrattori, poiché l’eventuale ammissibilità può portare il Tribunale di Milano a sospendere il processo per opportunità, in attesa della sentenza nel merito della Consulta.

MA CHI GLI È vicino, risponde che la sua è stata una scelta determinata dal calendario naturale e dall'importanza di sciogliere il prima possibile un nodo importante: la maggioranza di centrodestra a Montecitorio sostiene che la competenza di quell’indagine per concussione e prostituzione minorile a carico di Berlusconi sia una prerogativa del Tribunale dei ministri. Contro la presidenza Maddalena, ha remato soprattutto Quaranta, ex capo di gabinetto del ministro Dc, Remo Gaspari, pluri-inquisito. Il 7 ottobre 2009 ha votato con la minoranza dei giudici, per la conferma del lodo Alfano. Il 13 gennaio scorso, però, si è espresso per la sostanziale bocciatura del legittimo impedimento. Solo all’ultimo giro di tavolo, quello definitivo, perché durante le precedenti votazioni era schierato con Luigi Mazzella, Paolo Maria Napolitano e Alfio Finocchiaro, i “ berlusconiani di ferro”.

Il suo voto contro la legge sul legittimo impedimento, dentro la Corte è stato visto come un segnale “dialogante” con chi in questi anni ha tenuto la barra, nonostante le forti pressioni e le accuse del Cavaliere di essere “comunisti”. A favore di Quaranta sarebbero Napolitano, Mazzella, Saulle, e Frigo, tutti di area centro-destra. Lo voterebbero anche Sabino Cassese, Enrico Silvestri e Paolo Grossi, di area centro-sinistra.

Nell’archiviazione del meccanismo dell’anzianità, per alcuni giudici, che voterebbero Quaranta a malincuore, conta il desiderio di dare un’immagine il più possibile unitaria della Corte. Non vogliono che si ripeta quanto successo a dicembre scorso con l’elezione di De Siervo, divenuto presidente con 8 voti su 15. Gli altri 7 andarono proprio a Quaranta. Sono anche spaventati dalla presidenza Finocchiaro, ritenuta “molto debole”.

Il giudice avrebbe dovuto succedere a Maddalena da fine luglio al 5 dicembre. Altri ambienti della Corte, però, osservano che il prestigio della Consulta non si difende con accordi a tavolino. Lunedì sapremo se Quaranta è la scelta della compattezza programmata.

A votare saranno in 14 invece che in 15. Il Parlamento non ha votato il successore di De Siervo, indicato dal centrosinistra. Quaranta, sulla carta, ha almeno 9 voti.

5 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

CHE SCHIFO! STAREMO A VEDERE!

Francy274 ha detto...

Pazzesco!! Non è possibile tuto questo arbitrio da parte di b. in ogni campo. Il Presidente della Repubblica in questo caso non può intervenire?

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

No, non può, non è nelle sue prerogative costituzionali. Se lo facesse sarebbe all'istante processato davanti alle Camere riunite per 'attentato a un organo costituzionale'. E so' cazzi!

Francy274 ha detto...

Cacchio! Inutile, ci vuole la piazza... magari... Loreto?

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Decisamente no. La Resistenza è finita con la II^ guerra mondiale. Certo, ti capisco, è davvero insopportabile la sensazione di inutilità, ma la via è sempre democratica. In ogni caso la protesta non può che venire dai giovani. In questo caso credo che non siano molti i giovani che percepiscono la pericolosità di una Corte schierata a favore della illegalità. La funzione di Giudice delle Leggi va a farsi benedire, quando le leggi fatte sono volutamente anticostituzionali e la Corte è schierata a destra. si dovrebbe tener conto che la sensazione di impotenza è molto pericolosa. Negli anni '70 sfociò nella rivolta armata e nella lotta armata nella clandestinità. Anche allora non capirono, e si guardavano intorno smarriti. Ci sono voluti 10 anni per debellare il terrorismo!