giovedì 2 giugno 2011

“C’è chi ha remato contro. Il Pd? Ora colpiamo uniti”

di Wanda Marra

“Oggi la Cassazione ha decretato che la legge è legge e nessuno la può aggirare, neppure il Parlamento, con una legge truffaldina. E questo su un’istanza presentata dall’Idv”. È il giorno della soddisfazione per Antonio Di Pietro. Il giorno della vittoria di una battaglia (quella per l’ammissibilità del quesito sul nucleare), che sembrava già persa. Ed è anche il giorno di una responsabilità, quasi inedita. Non ci sta a fare polemiche: “Preferisco una vittoria intestata a più teste, che una sconfitta intestata a una sola. Tutti salgono sul carro? Più lo fanno, meglio è. Quanto a me voglio essere il toro che tira il carro”.

Un commento alla decisione della Cassazione?

Fin dal primo giorno in cui abbiamo iniziato la raccolta delle firme, c’è stato qualcuno e qualcosa che hanno remato contro. Ma noi non abbiamo mai mollato la presa. La Corte di Cassazione è intervenuta più volte: dopo la raccolta delle firme, per sancire la legittimità dei quesiti referendari e per fermare una legge truffaldina.

Una battaglia in cui voi dell’Idv avete creduto dall’inizio...

Quando abbiamo cominciato la raccolta delle firme in molti – soprattutto dal Pd – ci hanno irriso. E ci hanno rimproverato di fare un’operazione che sarebbe fallita e avrebbe dato ancora più forza a Berlusconi. Oggi possiamo dire di avere a portata di mano l’obiettivo.

Ma come pensate di raggiungere il quorum? Servono 25 milioni di voti...

Ricordando ai cittadini che si vota per acqua, aria e legalità. Tre temi che non sono né di destra, né di sinistra, né di centro. Nessuno si deve intestare la battaglia, neanche noi.

Si tratta di una “chiamata” anche agli elettori di centrodestra?

Noi vogliamo che passino i referendum: non si tratta di un voto pro o contro Berlusconi.

Ma se lei stesso ha sostenuto che se dovesse passare il quesito sul legittimo impedimento, il premier dovrebbe andarsene...

Eravamo in campagna elettorale, ora dobbiamo vincere una battaglia di democrazia.

Adesso che la Cassazione ha stabilito la legittimità del quesito sul nucleare e che la vittoria alle amministrative sembra tirare la volata ai referendum, Bersani ha deciso di impegnare il partito in questa battaglia con forza. I Democratici si sono spinti ad annunciare una manifestazione per il 10 giugno a Roma, lo stesso giorno in cui voi avete previsto le piazze referendarie. A proposito di intestarsi la battaglia...

A Bersani ho chiesto di unire le piazze.

Ma lui ha risposto “ci coordineremo”. Non esattamente un sì.

Per la riuscita dei referendum va bene pure se la vogliono organizzare loro: sono disposto a lasciare la piazza che abbiamo chiesto a Roma (piazza del Popolo) al Pd. E noi organizziamo le altre tre, Milano, Napoli e Palermo. E magari ci aggiungiamo Cagliari.

Nessuna obiezione da fare?

Sono felice che il Pd abbia deciso di impegnarsi in questa battaglia. E vorrei che lo facessero anche tutti gli altri. Non è che quando protesto, mi si può rimproverare di protestare troppo, e quando propongo lo stesso. Oggi siamo in una nuova prospettiva politica.

Lei ha dichiarato a Ballarò che sarebbe disponibile a sostenere la candidatura di Bersani a premier se si facesse un’alleanza...

Noi siamo disponibili sia a partecipare con un nostro candidato se il Pd decide di fare le primarie, sia a considerare la candidatura di Bersani, nei confronti del quale abbiamo rispetto, se il Pd dovesse decidere di presentare lui. Credo che queste amministrative abbiano dimostrato che una coalizione di Pd, Idv, Sel è possibile.

Lei si presenterebbe alle primarie?

Ho detto che ci sarà un candidato dell’Idv.

Le amministrative hanno visto un risultato deludente dell’Idv a fronte di un successo di Grillo. E nello stesso tempo un risultato personale di De Magistris, che peraltro si è autosospeso dal suo incarico nell’Idv. Lei, Di Pietro non si sente un po’ all’angolo?

Rispetto a De Magistris, di qualsiasi rivalità si parli tra me e lui sono stupidaggini: è come se il padre si rammaricasse dei successi del figlio. Credo che gli faccia onore e faccia onore al partito il fatto che De Magistris non pensi di mantenere l’incarico al Dipartimento di Giustizia mentre deve fare il sindaco di Napoli. Per il resto, abbiamo fatto scelte intelligenti, a Napoli come sul referendum. Devo essere insoddisfatto il giorno in cui la Cassazione ci dà ragione?

Nessun commento: