giovedì 2 giugno 2011

“Bavaglio scandaloso ma gli elettori si sono risvegliati”

di Silvia Truzzi

Prossima fermata referendum. Non un dettaglio, eppure il dibattito sui quesiti è stato soffocato. Forse dalla assordante campagna elettorale, forse per mancanza d’interesse dei partiti. “Questo silenzio” – spiega Barbara Spinelli, editorialista di Repubblica e scrittrice – è scandaloso”.

Sulle consultazioni referendarie c’è poca informazione e anche qualche divisione. Per esempio nel Pd: Enrico Letta è favorevole alla privatizzazione dell’acqua.

Io spero che ora il Pd e gli altri partiti d’opposizione facciano campagna elettorale. Sarebbe scandaloso il contrario, già è scandaloso il ritardo nell’affrontare il problema. Referendum di questo tipo sono nelle fibre del nuovo elettorato, appena risvegliatosi.

Anche per i temi.

Sì, perché hanno al centro due questioni fondamentali: la legalità e il benessere pubblico. Finora ci siamo occupati dei fatti privati di un governante.

È passata l’idea che l’informazione sui referendum fosse sottoposta alle regole elettorali: il confronto è stato nullo.

Sicuramente si è perso, colpevolmente, tempo prezioso. Sono molto colpita da questo “silenzio stampa” sui referendum. L’unico che io abbia sentito parlarne è stato Di Pietro. Sono stati latitanti anche i giornali.

Tutti erano concentrati sul test-amministrative. Chi ha vinto davvero? Il Pd rivendica il successo elettorale, ma ha più di un debito...

Ha vinto una parte dell’opposizione, non per forza di sinistra, combattiva nei confronti di Berlusconi, ma anche dei partiti che fin qui hanno fatto l’opposizione. Un’opposizione composta da partiti non-governanti, più che da veri oppositori.

Quali sono le questioni capitali?

L’anomalia berlusconiana: siamo di fronte a un uomo entrato in politica nonostante un colossale conflitto d’interesse, e che continua a restarci a causa del conflitto d’interesse, che gli dà una forza finanziaria e di ricatto non normale.

Come si è spiegata la vittoria di Pisapia e De Magistris?

Gli elettori di una Milano borghese, di una Napoli infiltrata dalla Camorra sono stati incitati da discorsi nuovi. I “basta”, i “se non ora quando”, arrivati dal web e dalle piazze, sono stati fondamentali. È stato decisivo il disgusto per come viene fatta, ancor oggi, la politica.

Dall’altra parte, il “Fuori le Br dalle procure” non ha pagato.

La storia dei comunisti trinariciuti sembrava la campagna che fece la Dc nel '48 contro il Pci. Grottesca, idiota.

Che pensa della presa di distanza di Pisapia da Vendola?

Nel discorso di Vendola sui rom e i musulmani mi ha dato fastidio il tono che rimette al centro della politica parole che appartengono al privato. Una “narrazione” basata sull’amore e sull’odio l’abbiamo già avuta. Gli abbracci c’entrano poco: bisogna fare, dare servizi, garantire l’integrazione. Le elezioni non basta vincerle, bisogna rivincerle la prossima volta.

Dormire sugli allori è un vecchio vizio della sinistra?

Per la verità non hanno dormito sugli allori. Ben svegli, hanno distrutto due volte Prodi per poi perdere.

Le toppe che il premier sta mettendo saranno sufficienti a tenere in vita il governo?

La Lega è sottoposta a una pressione altissima da parte di una base scontenta. Berlusconi, a parte gli Scilipoti che si può comprare, qualcosa può tentare per riallacciare il patto con Bossi. Ma i suoi margini sono strettissimi: non può più dire “ridurrò le tasse”. L’Italia è in una situazione tale per cui i giochi di prestigio non bastano. La Corte dei Conti, l’Europa, le agenzie di rating dicono che se non facciamo un’enorme manovra economica, finirà come la Grecia. E i mercati potrebbero cominciare a crederci.

Una patata bollente che qualcuno deve prendere in mano.

Temo che i democratici traccheggino sperando che di questo si faccia carico l’attuale maggioranza. Molti piccoli episodi fanno pensare che il Pd sia terrorizzato dalla prospettiva di affrontare la questione finanziaria.

A loro andrebbe bene anche un Tremonti-Caronte?

A D’Alema di sicuro. Ma non è una soluzione. Enrico Letta disse che l’errore dell’ultimo governo Prodi fu la politica del rigore. Ma quel rigore ci aiutò moltissimo.

Come si risolve l’equilibrio tra i veri vincitori delle elezioni e il Pd, per la leadership dell’opposizione?

Bersani è stato saggio nell’appoggiare al ballottaggio candidati non “suoi”. Credo si farebbe da parte se capisse che un altro, diverso da lui, può battere Berlusconi alle politiche. Non so se Vendola abbia abbastanza chance. Ma se il candidato premier fosse un Pd - o Bindi o Bersani - ci dovrà essere un’alleanza molto evidente con qualcuno che rappresenti quest’altra Italia appena uscita dalle urne.

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