giovedì 2 giugno 2011

Rai, scontro su nomine e caso Minzolini L'Idv attacca. Bersani: "Berlusconi trama"

Girano strane notizie su cene fra Berlusconi e i consiglieri della Rai, che ci aspettiamo vengano smentite. In ogni caso ribadiamo il nostro punto di principio: la Rai è un'azienda e, in attesa di una riforma che finalmente la consideri tale come noi abbiamo proposto, deve ragionare come un'azienda". A dirlo in una nota è il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. "All'Autorità Garante della Comunicazione spetta il compito dirimente di garantire che non sia offeso il pluralismo. All'azienda Rai spetta preservare i suoi punti di forza e proporne dei nuovi, come farebbe qualsiasi azienda normale, cautelandosi dal rischio che un'azienda di servizio pubblico rimanga alla fine senza pubblico. E' solo su questi principi che noi giudicheremo quello che avverrà", sostiene Bersani.

A cominciare dalla richiesta di una corretta informazione sui referendum , le polemiche nel periodo che precede le nomine dei vertici della Rai sono senza fine. E quella che viene definita la "cena delle beffe", entra in campo anche l'Idv che chiede all'amministrazione della tv di Stato di "mostrare indipendenza e distinguersi per imparzialità". "Il presidente del Consiglio banchetta, letteralmente, con l'azienda pubblica: sarebbe un fatto gravissimo che però non sorprenderebbe nessuno, visto che il premier ricopre volentieri il ruolo del mecenate in cerca di sponsor. Tra i consiglieri Rai e Berlusconi si sarebbe svolta pertanto una cena delle beffe", incalza il senatore
Pancho Pardi, capogruppo dell'Italia dei Valori in Commissione di Vigilanza. Ma la smentita non arriva. "Dunque - prosegue Pardi - bisogna concludere che chi tace acconsente. Del resto Berlusconi già una volta offrì una cena, e chissà cos'altro, a due giudici costituzionali. Ma la Rai non può finire in pasto al Caimano, l'unico editore di riferimento dell'azienda deve essere il pubblico di spettatori e pertanto ogni ingerenza politica è uno schiaffo alla democrazia".

Dopo le multe di Agcom impartite la settimana scorsa a Rai e Mediaset, continuano sempre più fitti botta e risposta e accuse, a partire da quelle di ieri sera durante la puntata di
Porta A Porta, dove Carmelo Briguglio, vice-capogruppo di Fli alla Camera, aveva definito "i casi Minzolini e Vespa" un "pezzo di berlusconismo declinante e patetico". Dopo la risposta del direttore del Tg1, Brigulio in replica scrive in una nota: "Lo riconosco: Augusto Minzolini ha ragione, lui è la quarta gamba della maggioranza e come tale andrà via quando cadrà questo governo . Perché nel frattempo non partecipa ai vertici di maggioranza? Per i servigi resi al presidente del Consiglio vale almeno quanto Scilipoti...". A sua volta il direttore della testata ammiraglia si limita a una secca controreplica: "Mi sono accorto che rispondere all'On. Briguglio è una perdita di tempo. Tanto non capisce".

Questa l'atmosfera (VIDEO ). "E' una prassi che a me non piace, non condivido, ma che al di fuori di ogni ipocrisia è quella che purtroppo è stata messa in atto", dice Minzolini, "Briguglio nella sua miopia grida allo scandalo quando non c'è. Io ho fatto solo una constatazione guardando quanto è successo ai direttori del Tg1 in Rai in questi anni: da Rossella a Sorgi, da Borrelli a Mimun a Riotta, tutti hanno lasciato l'incarico quando è cambiata la maggioranza di governo". Sulla questione interviene anche l'ex conduttrice del Maria Luisa Busi Tg1: "Il Tg1 è diventato di una voce sola ed è un problema di democrazia. Infatti gli ascolti sono calati e tanto". Ma sul dopo Minzolini, sostiene Busi, "almeno c'è una buona notizia perché c'è un orizzonte". L'affondo finale è di
Giorgio Merlo (Pd), vicepresidente Commissione Vigilanza Rai: "Il dialogo tra il direttore del Tg1 e l'onorevole Briguglio è simpatico perché surreale. Dal simpatico scambio di accuse emerge una sola conclusione: per fortuna la Rai e il servizio pubblico sono un'altra cosa".

(01 giugno 2011)

Nessun commento: