martedì 7 giugno 2011

SCHERMO PIATTO

Lo studio di Annozero
Un’operazione che appare come una vera e propria espulsione su base politica
Da questi ci si può aspettare di tutto. Due settimane fa avevof irmato il contratto

La gallina dalle uova d’oro se ne va, non mi sembra Garimberti protesti

Alla fine ci riescono: “Annozero” sparisce dalla Rai I berluscones: “Il premier ora è contento”

di Carlo Tecce

E così Michele Santoro lascia la Rai, adesso è proprio l'Annozero del servizio pubblico. Una convivenza tempestosa poteva finire soltanto con un comunicato a doppia firma tra il giornalista e l'azienda, poche righe che chiudono un'epoca e aprono le porte di La7 per il conduttore e la sua squadra. E anche per Fabio Fazio, il secondo macaco che dal banano Rai potrebbe cascare nel cesto di Giovanni Stella, l'amministratore delegato dell'emittente Telecom. Ieri pomeriggio, all'improvviso, dai palinsesti autunnali scompare Annozero, poi arriva la nota ufficiale: “La Rai e Santoro hanno convenuto di risolvere il rapporto di lavoro”. Cade il ricorso di viale Mazzini contro il reintegro del giornalista, un contenzioso giudiziario iniziato con l'Editto bulgaro nove anni fa, una guerriglia lunga e logorante sino all'ultimo atto, atteso per domani con la sentenza in Cassazione e ora cancellato assieme a un simbolo di viale Mazzini. L'accordo è one ticket away, biglietto di solo andata, almeno per un po': nessuna clausola di non concorrenza, il giornalista può lavorare con chiunque. Ora Santoro non è più l’ossessione di B. che, nelle telefonate scoperte con l’inchiesta di Trani, implorava a un commissario Agcom di “chiudere Annozero” .

NON È PIÙ un dipendente di viale Mazzini, non è più legato a circolari, esposti, scalette. E sul contratto tra lui e La7 manca una firma: pronte due serate a settimana, informazione, approfondimenti e documentari. Lorenza Lei è riuscita lì dove Mauro Masi ha fallito (un anno fa) con una transazione diversa: più trattative riservate, meno ansia di mostrare lo scalpo. Eppure l'addio di Santoro viene più da sinistra che da destra, più dal presidente Garimberti che dal direttore generale Lei. Il giornalista ha capito che andare via era l'unica soluzione per interrompere un rapporto imbarazzante per entrambi: Annozero incatenato a viale Mazzini e viceversa per un obbligo giudiziario. Non poteva cambiare trasmissione, nemmeno la scenografia, le telecamere e le luci, così Santoro ha preferito cambiare canale. Non con l'istinto con cui si maneggia un telecomando. Il silenzio di Garimberti ha ben illustrato la posizione aziendale. Non dire nulla significa far passare l'idea che Annozero fosse l'unica prospettiva per Santoro e la sentenza di un Tribunale del Lavoro l'unica legittimità: “Non mi sembra – fa notare Marco Travaglio – di sentir strepitare il presidente Garimberti contro il fatto che la gallina dalle uova d’oro della Rai se ne va verso altri lidi”. Ecco che in serata, però, Garimberti se la cava con una massima filosofica: “Ognuno è artefice del suo destino”. Poi la lettura di Giorgio Clelio Stracquadanio, deputato bersagliere del Pdl, risulta sempre la più sfrontata: “La notizia farà felice Silvio Berlusconi”. E senza peccare in preveggenza, farà felice pure la concorrenza, Mediaset. Raidue senza Annozero è una rete dimezzata, quasi inesistente in prima serata perché infarcita di serie televisive e prodotti d'importazione. Il direttore di Rai2 aveva preparato una grafico con numeri e cifre del successo di Annozero per la conferenza stampa con il giornalista, prevista per questa mattina negli studi di via Teulada e poi soppressa per volontà del direttore generale. Ma il conduttore già pensa a una sede alternativa (e provocatoria) per incontrare la stampa.

LA TRASMISSIONE di Santoro garantiva a Rai2 le cifre giuste per vincere il confronto con Italia Uno, il rivale diretto. Nella stagione in corsa ha registrato una media 5,4 milioni di telespettatori e il 20,6 per cento di share (il doppio rispetto al 9% giornaliero). Con uno scivolo tipico di trenta mensilità e la liquidazione – per una cifra che dovrebbe aggirarsi intorno ai 2 milioni di euro – la Rai rinuncia a un giornalista che, in coda a una stagione sempre mista di successi e polemiche, ogni anno salutava con una dote di 6 milioni di euro. Quel capitale di pubblicità ripulito dei costi di Annozero. Santoro è l'ariete che sfonda la paura di traslocare dal servizio pubblico, una televisione martoriata da interessi di partito (e di governo, in particolare), eppure solida e visibile. Da oggi la Rai è più povera, dice Antonio Di Pietro (Idv): “Ci rimettono i cittadini. È stato tolto uno spazio di libertà e democrazia”.

L'inventore di Sciuscià e Samarcanda può convincere Fabio Fazio a superare quel 50 per cento, pari e patta, che tiene stretto Che tempo che fa a viale Mazzini. Il precedente di Santoro dimostra che Lorenza Lei, una donna riservata e tenace, resiste a negoziati complicati.

PIÙ CHE a cacciare i conduttori sgraditi al Cavaliere con la beffa di provocare danni erariali, il direttore generale pensa a come farli partire. Giorgio Van Straten e Nino Rizzo Nervo, consiglieri Rai di opposizione, criticano il metodo : “La risoluzione consensuale è avvenuta a totale insaputa del Consiglio di amministrazione”. Come a insaputa dei direttori di rete, la Lei ha stravolto i palinsesti e – come anticipato dal berlusconiano Antonio Verro – qualcuno di loro dovrebbe perdere l’incarico.

Ora tutto può succedere. Questa era solo l’anteprima, l'Annozero di viale Mazzini è appena cominciato.

2 commenti:

notizie del futuro ha detto...

È un peccato per il pluralismo RAI, anche se Santoro potrà continuare ad andare in onda, su La7... senza contare la sua bella buonuscita...

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Il c.c. 'animus italicus' non si smentisce mai, non resistiamo alla battuta maligna magari anche solo per amor di battuta. Però tu mi sembri, come dire, invidiosetto?