giovedì 7 luglio 2011

Berlusconi: “Opposizione fuori dalle regole Per Tremonti norma pro Fininvest giusta”

E sulla Libia il premier dice: "Ero e sono contrario all'intervento"

Berlusconi torna ad attaccare l’opposizione. E ribadisce che la norma salva Fininvest, inserita in manovra e poi ritirata, era giusta. “Tremonti considerava quella norma sacrosanta – dice – e non ha ritenuto di portarla al voto del Consiglio dei ministri pensando che fossero tutti d’accordo ed io ne ho avuto la conferma perché ad esempio Calderoli che non la conosceva mi ha detto ‘perbacco se lo sapevo la potevo scrivere meglio’. Non c’è nessun giallo, appena ho visto le polemiche ho scritto una dichiarazione e ho ritenuto di farla togliere”. Il premier, durante la presentazione del nuovo libro di Domenico Scilipoti, scarica quindi la responsabilità della norma che nessuno ha ammesso di avere inserito sul ministro dell’Economia, protagonista oggi di un video in cui dà del “cretino” al collega Renato Brunetta durante la conferenza stampa di presentazione della manovra. Più tardi il Cavaliere fa retromarcia e dichiara: “Quanto mi viene attribuito da alcune agenzie di stampa in merito all’operato del ministro Tremonti non corrisponde al mio pensiero né alla verità dei fatti”.

Il premier nega che gli articoli sotto accusa siano stati inseriti per sua volontà: ”Non sono io che ho scritto quella norma, ma siamo in un Paese in cui non c’è legge giusta che possa passare se favorisce
Berlusconi o le sue aziende. Uso esempi non miei: se si inventa la penicillina ma serve a me non va bene. Se una nave affonda ma ci sono io, la si lascia affondare”. La norma ora è stata tolta dalla manovra, ma secondo il Cavaliere “la Fininvest si salverà lo stesso”. E visto che “non era una legge ad personam, ma a favore di moltissime aziende”, dopo la sentenza sul Lodo Mondadori, ”non c’è nulla che ci impedisca” di reinserirla nella manovra con modifiche apportate dal Parlamento.

Berlusconi si scaglia poi contro opposizione e media. “Noi siamo al governo e resteremo fino alla fine della legislatura. Non consegneremo l’Italia a Bersani e Di Pietro nonostante i giornali, il fango e i fantomatici salotti dei poteri forti”. Il premier si dice vittima di una gogna mediatica: “Questo Paese è strano, mi accusano di avere il controllo dell’informazione ma poi vengo massacrato dai mezzi di informazione”.

”Dopo aver vinto le elezioni – continua il Cavaliere – abbiamo avuto dagli italiani la delega per governare cinque anni ed è nostro diritto farlo”. Ma sulla strada verso la fine della legislatura c’è un ostacolo: ”L’opposizione in Italia non si rassegna, non riesce a giocare una partita all’interno delle regole democratiche, ma è pronta ad usare ogni mezzo per ostacolare il governo, dalle manovre parlamentari alla strumentalizzazioni dei risultati dei referendum e delle elezioni amministrative. Non esiste in nessun altro paese europeo che se si perdono le elezioni di medio termine si chiede di andare a votare. Non è accaduto alla Merkel e nemmeno a Zapatero nonostante la debacle”. Di una cosa però Berlusconi è certo: “Di sicuro non consegnerò il Paese a
Bersani, a Di Pietro e a Vendola, resterò al governo fino alla fine della legislatura”. E ancora: “Una delle differenze tra noi e la sinistra è che per noi l’avversario è avversario, lo contraddiciamo ma lo rispettiamo. Per loro è un nemico da distruggere e ridicolizzare e a volte anche da odiare”.

Nel giorno in cui il Consiglio dei ministri ha votato il rifinanziamento delle missioni all’estero, il Cavaliere torna poi a parlare di Libia: ”Ero e sono contrario all’intervento, ma ho avuto le mani legate dal voto del Parlamento del mio Paese e sono stato costretto ad accettarlo non solo per la decisione dell’Onu ma anche per l’intervento del capo dello Stato alle Camere”.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Ipse dixit: "Non sono io che ho scritto quella norma, ma siamo in un Paese in cui non c’è legge giusta che possa passare se favorisce Berlusconi o le sue aziende.". Ha dimenticato di aggiungere un avverbio: "ANCHE" (a Berlusconi). Per lui le leggi non sono 'erga omnes', devono fare solo il suo interesse, agli altri solo di riflesso: che grande 'statista'! :-(