sabato 2 luglio 2011

"Crescita e riforme servono sforzi"

SANDRA RICCIO

Malgrado la manovra complessiva da 47 miliardi, con misure di austerity supplementari dirette a ridurre il deficit pubblico annunciata in questi giorni, «restano sostanziali rischi per il piano di riduzione del debito principalmente a causa della debole crescita». E’ la sentenza arrivata ieri dall’agenzia di rating Standard & Poor’s proprio all’indomani delle imponenti misure per il periodo 2011-2014 con cui il governo spera anche di ottenere la benevolenza di mercati e agenzie di rating. L’agenzia ha detto che giudica «in linea generale credibile» la manovra e vede positivamente alcune misure come il blocco dei salari pubblici, il contenimento della spesa pensionistica e l’annunciata riforma fiscale, oltre all’accordo per la riforma contrattuale. In più gli esperti hanno riconosciuto che «numerose delle misure annunciate, potrebbero avere un effetto benefico indiretto sulla competitività italiana».

Tuttavia l’agenzia ha puntato l’indice contro le prospettive deboli di crescita, la mancanza di riforme «più sostanziali» e contro l’eccessivo ottimismo sulle prospettive del Pil e sui ricavi dalla lotta all’evasione che potrebbero essere sovrastimati. «Nondimeno, alla luce della debole crescita dell’Italia è nostra opinione che saranno necessarie riforme microeconomiche e macroeconomiche ben più sostanziali per incentivare gli investimenti privati e far coincidere i livelli salariali con la produttività», hanno detto gli analisti. L’agenzia ha quindi sottolineato che rimane una probabilità di uno su tre che il rating italiano possa essere tagliato entro i prossimi 24 mesi. A fine maggio S&P aveva abbassato a «negativo» l’outlook sul rating sovrano A+ dell’Italia. E, partendo proprio dal monito di S&P, ieri la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha chiesto di accelerare su fisco e costi della politica: «alcuni obiettivi vanno bene, ma bisogna concretizzarli velocemente in norma» ha detto ieri il numero uno di viale dell’Astronomia. «La volontà di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014 è necessaria», ha premesso Emma Marcegaglia però ha anche detto di aspettarsi qualcosa di più soprattutto su costi della politica, liberalizzazioni e fisco. Di un provvedimento inaccettabile sotto il profilo sociale ha parlato invece il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. «La manovra non è credibile, non c’è bisogno di Standard & Poor’s per capirlo», ha detto Bersani commentando il giudizio negativo sul provvedimento del governo espresso dall’agenzia di rating. «Se non si mette in campo nessun provvedimento strutturale - ha aggiunto - la manovra non convince nessuno». Intanto la reazione dei mercati non si è fatta attendere. Dopo l’intervento di Standard & Poor’s i Btp italiani hanno invertito la marcia e hanno perso terreno rispetto ai bund tedeschi proprio in un momento in cui i bond degli altri paesi periferici dell’eurozona stringevano lo spread. Anche per questo sulla vicenda ha deciso di intervenire la Consob.

L’autorità italiana di Borsa ha convocato Standard & Poor’s già per la prossima settimana. Due i punti da chiarire durante l’incontro che si terrà lunedì: da un lato la tempistica della diffusione del report di S&P che è stato reso noto in piena contrattazione e non a mercati chiusi. Da chiarire poi anche la modalità dell’intervento dell’agenzia che è arrivato mentre la manovra è ancora in divenire. La parola fine sarà messa infatti solo con la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale. Il faro di Consob si è acceso però anche su Moody’s e l’annuncio dell’agenzia di rating di giovedì scorso di aver messo sotto revisione il rating delle banche italiane. La notizia aveva provocato il crollo dell’intero settore con vendite a piene mani su tutto il comparto.

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