mercoledì 6 luglio 2011

EDITTO BULGARO, IL FALSO STORICO DEL GIORNALE

Giordano scrive la solita favola: una cena per un piano contro B. in Rai

di Marco Travaglio

Ieri il Giornale ha dedicato due pagine alla Rai di sinistra per replicare alle nuove telefonate, pubblicate da Repubblica, sulla struttura che agiva tra Rai e Mediaset durante le regionali del 2005 (con Deborah Bergamini, Clemente Mimun e altri dirigenti Rai in prima linea) e anche all’influenza nel servizio pubblico e sull’ex dg Mauro Masi del faccendiere Luigi Bisignani, il protagonista principale dell’inchiesta P4.

Mario Giordano, ex direttore del quotidiano della famiglia Berlusconi, ha scritto un articolo per riesumare un presunto piano (nel 2000) contro Berlusconi. Ha citato i vari Luttazzi, Biagi e Santoro che, il Giornale dimentica, sono stati allontanati dalla tv con l’editto bulgaro del Cavaliere.

Ieri, sul Giornale, Mario Giordano sostiene che la Rai non è occupata dai berluscones che si accordano con Mediaset per danneggiare il servizio pubblico e favorire quello privato del suo padrone, ma da Enzo Biagi (scomparso nel 2007), Santoro (appena cacciato) e Luttazzi (allontanato nell’estate del 2001).

La prova? Una cena che – rivela la voce bianca del giornalismo da riporto – “nel settembre 2000” l’allora presidente Rai Roberto Zaccaria tenne a casa sua con due consiglieri di centrosinistra, Balassone ed Emiliani, e tre politici dell’allora Pds: Veltroni, Giulietti e Vita. Lì, “tra un piatto raffinato e un altro, decisero di usare la Rai (servizio pubblico) come un manganello politico contro il candidato Berlusconi. E così fu, in modo coordinato e organizzato, a cominciare dalla primavera: partì Travaglio sul Satyricon di Luttazzi, continuò Santoro... e si continuò con una campagna mediatica tanto orchestrata quanto violenta che non risparmiò nessuno spazio e nessun veleno, fino ad arrivare alle interviste combinate e antiberlusconiane di Enzo Biagi, prima a Montanelli e poi a Benigni proprio alla vigilia del voto... Freccero ne rivendicò pubblicamente il merito... Invece il dg Pierluigi Celli rassegnò le dimissioni: lui pensava di dirigere la Rai, invece aveva scoperto che la Rai era diretta dagli accordi sotterranei stabiliti dalla sinistra nei ritrovi serali di Veltroni, Giulietti & C.

Patti veri, macchina perfetta, mobilitazione pesante. Altro che le chiacchiere della Bergamini e di Mimun... La lingua della sinistra non fa altro che leccare i piatti serviti a cena a casa di qualche Zaccaria”.

Ora, a parte l’imprudente accenno alla lingua, di cui lui fa largo uso non sui piatti ma sui piedi del padrone, Giordano non sa letteralmente di che sta parlando. Ignora, per esempio, che Bruno Vespa, per avere scritto le stesse corbellerie su cene e dopocena in un suo libro, è stato condannato in sede civile a risarcire Zaccaria con 82.500 euro.

Motivo: in quella cena (a cui era presente lo stesso Celli) non si pianificò alcuna campagna antiberlusconiana, dunque Vespa ha mentito: secondo il Tribunale civile di Roma, non ha “accertato con serietà e prudenza la verità dei fatti narrati” che “sono diffamatori in quanto non rispondenti a verità nel loro contenuto più precisamente offensivo”, visto che ha “narrato fatti per i quali viene data per certa l’obbedienza e la collusione di Zaccaria a un disegno contrario ai doveri istituzionali connessi alla sua carica”.

Quanto alle dimissioni di Celli, non c’entrano nulla con la presunta “campagna antiberlusconiana”, visto che risalgono all’8 febbraio 2001, un mese prima che io venissi invitato a Satyricon, e non proprio dovute alla presunta “svolta” della sua Rai, ma a una principesca offerta della spagnola Telefonica.

Quanto infine alla presunta “campagna mediatica tanto orchestrata quanto violenta” a suon di “manganelli politici”, chi scrive è stato denunciato – assieme a Freccero, a Veltri e a Luttazzi – da Mediaset, Fininvest (due volte), Forza Italia (due volte), Tremonti e Berlusconi (due volte), sia per il libro L’odore dei soldi che presentai a Satyricon, sia per quel che dissi a Satyricon. E per otto volte il Tribunale di Roma ha respinto le richieste di danni dei denuncianti, accertando ogni volta che quanto avevamo scritto e detto era la pura e semplice verità. Cronaca. Non “campagna violenta” a suon di “manganelli” di cui vaneggia il Giordano. Il quale, evidentemente, s’è così abituato ad avere almeno un mandante da non poter immaginare che qualcun altro non ne abbia nemmeno uno.

Daniele Luttazzi autore satirico

Vorrei replicare alla ricostruzione fantasiosa e, per quel che mi riguarda, diffamatoria, contenuta nell’articolo di Mario Giordano "Macché struttura Delta, ecco chi okkupava la Rai" pubblicato sul Giornale di ieri. L’autore insinua, fra l’altro, che Satyricon facesse parte di un piano anti-berlusconiano che venne concordato, in vista delle elezioni, dal presidente Rai Roberto Zaccaria durante una fantomatica riunione a casa sua nel settembre 2000 insieme con Balassone, Emiliani, Veltroni, Vita e Giulietti. Il fatto è falso e l’accostamento capzioso. Ricordo che presentai il progetto di Satyricon a Carlo Freccero, direttore di Rai2, nel febbraio 2000. Il mese dopo, Freccero lo approvò, tanto che nel settembre 2000 già stavamo registrando gli sketch (più di 60) che avrei poi incluso nel programma. Quanto agli ospiti, li decidevo in completa autonomia: la direzione di Rai2 ne apprendeva l’identità il giorno stesso della registrazione della puntata. Lo stesso accadde anche con Marco Travaglio, che invitai mea sponte dopo aver letto L’odore dei soldi da poco pubblicato: una decisione di cui vado orgoglioso. In sintesi: Satyricon non faceva parte di alcun "accordo sotterraneo". Sostenerlo è diffamazione pura.

Carlo Freccero direttore di Rai4

Mario Giordano ha lavorato a Rai2 nel '99 nel programma Pinocchio di Gad Lerner, quindi anche lui ha partecipato, in qualche modo, al piano anti-Berlusconi.

Nell'articolo si rivelano tutte le metodiche del Giornale:

a) rovesciare sull'avversario le proprie colpe, cioè accusare sempre l'altro del reato commesso,

b) ricostruire la storia in modo fantasioso e poi, dinanzi a sentenze che ristabiliscono la verità, ribadire che i giudici sono sempre comunisti.

Vorrei ricordare che all'epoca dei fatti la sinistra esclamava: “Demonizzare Berlusconi non paga”. Ritornello che divenne sia da destra che da sinistra un mantra per sospendere programmi di satira e informazione, ma rendeva le persone che praticavano questa televisione inaffidabili. Che la tv pubblica non possa attaccare il governo esprime l'idea di libertà degna di Putin e di Mubarak. La tv è naturaliter d'opposizione, basti pensare che, durante i governi di sinistra, nasce la tv del disimpegno; nei governi di destra, invece, quella della contro-informazione. Ma questa è troppa teoria per il Giornale.

Nessun commento: