sabato 23 luglio 2011

Giallo sulla riforma costituzionale

FRANCESCA SCHIANCHI

Con la Lega tutto bene, garantisce il premier Berlusconi. Anche se non fa in tempo ad annunciare l’approvazione «salvo intese» in Consiglio dei ministri del ddl di riforma costituzionale, rinviando il via libera definitivo al 4 settembre (data improbabile: è una domenica), che interviene a smentirlo con una nota l’autore della bozza, il ministro Calderoli: «Ci tengo a precisare come non sia previsto nessun altro passaggio in Consiglio dei ministri», ribadisce due volte in poche righe, «l’approvazione è definitiva».

Una precisazione insistita, visto che prima la dirama Palazzo Chigi e poi la sottolinea lo stesso ministro leghista, che comunque minimizza parlando di «lapsus» di Berlusconi. Dopo quasi tre ore di Consiglio dei ministri, all’una del pomeriggio il presidente del Consiglio si presenta insolitamente solo ai giornalisti. La riunione, riferisce chi c’era, è filata via liscia in un clima sereno, senza l’attesa resa dei conti con i ministri padani, dopo lo strappo del voto sull’arresto del deputato Papa. Berlusconi annuncia la riforma «dell’architettura costituzionale dello Stato», aggiunge quel contestato «salvo intese» (che nel comunicato ufficiale non c’è) perché «daremo vita a un comitato con ministri, capigruppo e giuristi esterni» per approfondire. Ma le grandi linee sono già chiare: dimezzamento del numero dei parlamentari, indennità legate alla reale partecipazione ai lavori, Senato federale, abbassamento dell’età necessaria per essere eletti, bicameralismo perfetto limitato «a poche e delicate materie», tempi certi per concludere l’esame dei disegni di legge, rafforzamento del presidente del Consiglio (diventato «primo ministro») che nomina e revoca i ministri, sfiducia costruttiva.

Delle misure annunciate nei giorni scorsi da Calderoli, non è elencata nel comunicato di Palazzo Chigi l’abolizione delle circoscrizioni estero: il Pdl aveva esplicitamente richiesto di stralciare quel punto. Previsti anche provvedimenti «che riguardano la Corte Costituzionale». «Stiamo concludendo la settimana in maniera assolutamente positiva», sospira Berlusconi, ricordando di aver «ricevuto complimenti da tutti in Europa per il fatto che siamo riusciti ad approvare la manovra in tempi miracolosi». E in Italia, nella sua alleanza di governo, tutto va bene: «Ho parlato con Maroni e Calderoli e non c’è nessuna preoccupazione per la tenuta del governo e della maggioranza». E sull’ipotesi che ci siano tensioni interne alla Lega «non sono aduso a entrare nei problemi delle altre forze politiche».

Ancora, il premier interviene anche sulla sostituzione del ministro della Giustizia Alfano: «Credo proprio che provvederemo i primi giorni della prossima settimana». L’annuncio della riforma costituzionale, che dovrà comunque iniziare un iter molto lungo in Parlamento per poter arrivare in porto e su cui il premier si augura il concorso dell’opposizione «per ammodernare il nostro sistema», provoca reazioni nel mondo politico. Di esultanza nella Lega: «Grande soddisfazione» per Calderoli, «occasione di grande cambiamento per il nostro Paese» per il capogruppo alla Camera Reguzzoni, «risposta efficace al sentimento di cambiamento diffuso tra la gente» per il governatore piemontese Cota. Critici invece i commenti dall’opposizione. «La riforma sembra un volantino buono per le feste padane», la liquida il leader di Fli e presidente della Camera Fini. Secondo il capogruppo alla Camera di Idv, Massimo Donadi, «la bozza Calderoli è il grande libro dei sogni del governo, buono solo per il cassetto delle buone intenzioni».

2 commenti:

Francy274 ha detto...

Dai Padri Costituenti siamo finiti nelle mani degli scemi inconsistenti. Pazzesco!

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

A parte l'imbriachiamiento delle lingue (perdona il dialetto) ma il bello è che questa riforma non verrà mai fatta, anche se la legislatura arrivasse alla naturale conclusione. Visto quanto sono seri i nostri attuali governanti?