sabato 23 luglio 2011

I luoghi dove la memoria nazista non muore

di Marco Dolcetta

Alle cinque di ogni pomeriggio feriale, puntuale appare nel giardinetto del condominio, fra i bambini che giocano, Rochus Misch: un attempato signore, ancora in piena forma, che fa fare un giro turistico a gruppi di giovani e meno giovani, per lo più nord americani. Il tema è ricordare il bunker di Hitler, Misch era il telegrafista di Hitler e anche l’ultimo che lo vide in vita. Ci vuole molta immaginazione per visualizzare questi luoghi cult, in quanto non resta più nulla perché tutto è stato distrutto, cancellato.

RIMANE comunque solo un icona, a poche decine di metri, nel giardinetto condominiale, ex bunker, si tratta di un quadro conservato al Museo d’Arte Moderna di Berlino: l’Isola dei Morti di Arnold Bücklin, la quarta versione, quella che apparteneva ad Hitler e che in una foto campeggia alle spalle del Führer mentre osserva Molotov e Von Ribbentrop siglare il patto russo-tedesco. Il quadro fu trafugato dal bunker da un generale russo, che lo rivendette al console tedesco a Mosca nei primi anni 90 e che fece così ritorno a Berlino.

“Siamo passati con la leggerezza di un pettegolezzo” questa è l’iscrizione che si trova sul tumulo funerario di Dietrich Eckart, il mentore del giovane Hitler che fu un poeta di talento e che tradusse il Peer Gynt poema danese lungo quanto la divina commedia, in tedesco. Razzista della prima ora scrisse con il giovane Hitler un dialogo su Mosè e Marx. Quando Hitler incominciò la sua carriera politica disse ai sostenitori ammirati: “Lui ballerà ma la musica l’ho scritta io…”. Hitler lo considerava come un padre, lo seppellì nella sua casa di montagna nel giardino vicino all’entrata. Quando gli alleati distrussero tutto, la tomba venne trasferita nel piccolo cimitero della cittadina di Berchtesgaden. I nostalgici e i giovani neonazisti che vanno lì in pellegrinaggio, alloggiano rigorosamente alla pensione delle “Ciliegie” che a partire dal 1920 è sempre stata alloggio obbligato dei nazisti della prima ora e continua ad esserlo oggi.

Altro scenario: Ulrichsberg in Austria. Ai tempi di Heider si radunavano gli ex combattenti delle SS la prima domenica di Ottobre inquadrati dalla figlia nostalgica di Eric Himmler in occasione del compleanno del padre. Per una settimana si rincontravano i vecchi camerati con ospiti eterogenei, ricordo l’allora sindaco di Monfalcone… In cima a una montagna si trova ancora una piccola chiesa con le statue di Arno Breker che ricordano i caduti delle SS. Il collegamento fra gli alberghi sul lago e la montagna veniva assicurato dalle jeep dell’esercito austriaco.

Oltreoceano, in Argentina ci sono altri luoghi cult, a Bariloche, asilo accogliente del dopo guerra dei nazisti, c’è la chiesa intestata a Monsignor Stepinac, voluta negli anni 50 da Ante Pavelic e i suoi amici, che li si erano rifugiati.

A villa Angostura, a poche decine di chilometri c’è il santuario più inquietante per i vecchi nazisti: è una casa costruita a fine anni 40 da un magnate dell’industria argentina di origine tedesca, è l’esatta riproduzione della casa di montagna di Hitler in Baviera e li, si dice, abbiano vissuto i coniugi Hitler dopo la presunta fuga da Berlino. Si narra che ancora adesso pur essendo disabitata, risuoni l’ululato di un pastore tedesco al nome Blondie, ma che nessuno a mai visto.

Ma il santa sanctorum per i neonazisti si trova nella foresta di Teotoburgo nel nord ovest della Germania, non lontano dalla città di Paderborn. In mezzo alla foresta sembra che ai tempi dei Mibelunghi ci sia stata una caduta di meteoriti di dimensioni gigantesche, questo ammasso di rocce totalmente estranee alla geologia del posto si chiamano extersteine.

Durante il nazionalsocialismo Himmler decise che quello era il luogo dove le SS dovevano celebrare i riti pagani dei solstizi e degli equinozi.

Così avvenne e avviene anche oggi anche se intorno ai falò rituali, oltre alle divise dei nostalgici, ci sono abbigliamenti più alla moda ma anche hippy e cultori del new age. In cima alle rocce che sono scavate a gradini c’è una stanza, ricavata dalla roccia, completamente spoglia con solo un altare scolpito anch’esso nella roccia, questo altare viene illuminato da una finestra che lascia filtrare la luce diretta del sole che illumina così l’altare, solo in occasione dei solstizi e degli equinozi. Esiste una foto molto rara di Martin Bormann che fotografa il fenomeno con la sua Leica. L’ultimo segretario di Hitler era così affezionato a questo posto che si dice che le sue ceneri, per sua volontà, siano state disperse in una tomba rituale, scavata nella preistoria, nelle fondamenta di queste rocce e tuttora intatta, dove usano sdraiarsi e meditare i più fanatici.

A 15 chilometri, altri due luoghi sacri: la statua gigantesca di Armino l’eroe dei germani che sconfissero le legioni romane e poi l’inquietante castello di Wewelsburg. A forma di freccia fu scelto da Himmler come punto di riunione dei circoli più esclusivi ed esoterici del suo ordine nero. C’è ancora un enorme sala con pavimento in marmo con un sole nero dalle molteplici svastiche. Ogni svastica ha un buco che collega direttamente a una sala sotterranea con accesso segreto dove, davanti a 12 piedistalli, venivano bruciati ritualmente degli stendardi. Dodici sono anche le stanze riservate e personalizzate per ogni membro del circolo più segreto degli intimi di Himmler. Il castello oggi è quasi tutto restaurato e accessibile. C’è anche un piccolo museo che ricorda le atrocità commesse dai nazisti.

Sui fianchi del fiume Reno, il fiume sacro della Germania come lo definiva Heidegger c’è il santuario degli eroi morti della Germania il cosiddetto Wahlalla. Un tempio di marmo bianco che era più di moda ai tempi dei nazisti che oggi…

L’isola di Heligoland è poco distante da Amburgo è stata al centro delle saghe dei riti nordici più antichi. Wagner la considerava l’ultima Thule, altri fanno risalire a questo sasso nel mare il posto dove ancor oggi va ricercato il Graal. È sempre stato un luogo mitico per i germani. Gli inglesi a guerra finita hanno cercato di farlo scomparire con tonnellate di dinamite, ma l’isola è rimasta intatta.

Nessun commento: