lunedì 4 luglio 2011

Il volto pacifico dei No Tav tra bambini e palloncini colorati

Da Exilles, ai piedi del forte, questa mattina presto per partecipare al corteo contro la Tav in Val di Susa, erano arrivate anche le famiglie della zona. Si erano organizzate con gli zaini e i cartelloni, avevano portato i bambini. Li avevano in messi in testa al serpentone con i loro palloncini colorati e in mano uno striscione con lo slogan "giù le mani dalla Val di Susa". Sotto c'era la foto di Falcone e Borsellino. Erano in migliaia. Con loro, sotto lo striscione 'Amministratori Valle di Susa', c'erano anche i 23 sindaci della zona pronti a sfilare con la fascia tricolore. Subito dopo in marcia le famiglie con bambini e anziani. Un corteo festoso di bandiere No Tav, sotto il sole di una bella giornata e che avrebbe raggiunto Chiomonte dopo una camminata di circa sette chilometri.

VIDEO: L'ARRIVO A EXILLES
- I BAMBINI
LA MAPPA: I 3 CORTEI

"La Valle è nelle nostre mani", si leggeva sullo striscione in mano ai bambini no Tav contro la realizzazione della Torino Lione. La risposta dei più piccoli all'assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Barbara Bonino, che nei giorni scorsi aveva invitato le famiglie a non partecipare alla marcia per il rischio di violenze. Nei villaggi le anziane affacciate alle finestre battevano le mani e esprimevano solidarietà al gruppo di giovani in movimento.

Il corteo di Exilles era uno dei tre organizzati oggi che poi si sarebbero uniti. Il secondo era concentrato a Giaglione (Torino), vicino Susa, e sarebbe passato attraverso la via più impervia, nei sentieri dei boschi per arrivare il più vicino possibile alla zona recintata del cantiere. Ai numerosi residenti nella valle che lo componevano si sono aggiunti poi gruppi di autonomi e frequentatori dei Centri sociali. Alcuni manifestanti venivano da Roma, dal Veneto e anche dalla Francia. Un elicottero delle forze dell'ordine controllava dall'alto i movimenti del lungo corteo, soprattutto della parte concentrata a Giaglione. Il terzo partiva Chiamonte verso Ramats, aveva lo striscione 'La Valle di Susa esige rispetto', centinaia di bandiere no Tav, bandiere dei Verdi, del Movimento 5 stelle, di Rifondazione comunista, dell'Usb, del Partito comunista, dell'associazione consumatori utenti e bandiere della pace. Nessuno si aspettava la guerriglia che sarebbe scoppiata poche ore dopo 4. Partiti alle 10 circa, i primi lacrimogeni in risposta alle bombe carta sono stati lanciati pochi minuti dopo le 12.

Il senso del corteo si è perso a quell'ora. Era partito in maniera pacifica, almeno questa era l'idea di una parte numerosa. Mentre gli amministratori della Val Susa alla testa del serpentone partito da Exilles hanno raggiunto il campo sportivo per concludere la manifestazione, nella parte di cantiere vicino l'area archeologica alcune centinaia di persone riconducibili all'area più radicale del movimento, hanno continuato la guerriglia con le forze dell'ordine e le maestranze. La parte pacifica a quel punto è rimasta a guardare. Divisa in piccoli gruppi, da lontano, per capire cosa succedeva nell'area della Maddalena mentre elicotteri delle forze dell'ordine perlustravano la zona.

E' stato chi è rimasto a guardare a raccontare degli spari di proiettili di gomma da parte delle forze dell'ordine schierate a difesa dell'ex presidio della Maddalena. I giovani che dai boschi hanno assaltato il cantiere Tav e che sono stati raggiunti da getti di idrante e lacrimogeni. Molti sono stati costretti a risalire. "Il movimento No Tav esce sconfitto dalla violenza divampata durante la manifestazione: dopo questi fatti di assoluta gravità non ci può essere più dialogo con i portatori di pericolosa doppiezza", ha detto l'assessore regionale ai Trasporti Barbara Bonino. "Purtroppo ora - continua - dobbiamo commentare un nuovo bollettino di guerra e fare la conta di operai e agenti feriti, a cui va tutta la mia solidarietà. Il mio pensiero va anche alle loro famiglie, che ora staranno vivendo ore di ansia e preoccupazione. Allo stesso tempo ribadisco la più ferma condanna sia nei confronti degli anarchiciche dei movimenti politici al loro fianco".

Ma per Alberto Perino, leader storico del movimento No Tav la protesta invece è riuscita: "Volevamo assediare il cantiere e l'abbiamo assediato. Quindi abbiamo vinto", ha detto. "Abbiamo visto chi usa la violenza - ha concluso -, è chi tira i lacrimogeni ad altezza d'uomo". E mentre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, maggioranza e opposizione si sono schierati contro le violenze e gli scontri, l'Usb, l'Unione sindacale di base, in un comunicato si è detta "incondizionatamente con la rivolta popolare in Val di Susa". "Siamo in presenza di una rivolta di popolo cui partecipano persone di ogni ceto sociale e di ogni età determinati a impedire che un'opera costosa, devastante e inutile stravolga l'ambiente e l'economia della valle. Una rivolta e una determinazione straordinaria che ha tenuto testa a migliaia di uomini in assetto di guerra invitati a sgomberare la valle con una violenza inaudita e la benedizione bypartisan di pressoché tutte le forze politiche".

Uno dei manifestanti feriti, colpito a un fianco da un oggetto non precisato e in condizioni più serie, è stato portato via sul sentiero per Giaglione, su un lenzuolo teso in modo da formare una barella improvvisata. Al passaggio, la folla ha applaudito.

(03 luglio 2011)

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