Da Exilles, ai piedi del forte, questa mattina presto per partecipare al corteo contro
VIDEO: L'ARRIVO A EXILLES - I BAMBINI
LA MAPPA: I 3 CORTEI
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Il corteo di Exilles era uno dei tre organizzati oggi che poi si sarebbero uniti. Il secondo era concentrato a Giaglione (Torino), vicino Susa, e sarebbe passato attraverso la via più impervia, nei sentieri dei boschi per arrivare il più vicino possibile alla zona recintata del cantiere. Ai numerosi residenti nella valle che lo componevano si sono aggiunti poi gruppi di autonomi e frequentatori dei Centri sociali. Alcuni manifestanti venivano da Roma, dal Veneto e anche dalla Francia. Un elicottero delle forze dell'ordine controllava dall'alto i movimenti del lungo corteo, soprattutto della parte concentrata a Giaglione. Il terzo partiva Chiamonte verso Ramats, aveva lo striscione '
Il senso del corteo si è perso a quell'ora. Era partito in maniera pacifica, almeno questa era l'idea di una parte numerosa. Mentre gli amministratori della Val Susa alla testa del serpentone partito da Exilles hanno raggiunto il campo sportivo per concludere la manifestazione, nella parte di cantiere vicino l'area archeologica alcune centinaia di persone riconducibili all'area più radicale del movimento, hanno continuato la guerriglia con le forze dell'ordine e le maestranze. La parte pacifica a quel punto è rimasta a guardare. Divisa in piccoli gruppi, da lontano, per capire cosa succedeva nell'area della Maddalena mentre elicotteri delle forze dell'ordine perlustravano la zona.
E' stato chi è rimasto a guardare a raccontare degli spari di proiettili di gomma da parte delle forze dell'ordine schierate a difesa dell'ex presidio della Maddalena. I giovani che dai boschi hanno assaltato il cantiere Tav e che sono stati raggiunti da getti di idrante e lacrimogeni. Molti sono stati costretti a risalire. "Il movimento No Tav esce sconfitto dalla violenza divampata durante la manifestazione: dopo questi fatti di assoluta gravità non ci può essere più dialogo con i portatori di pericolosa doppiezza", ha detto l'assessore regionale ai Trasporti Barbara Bonino. "Purtroppo ora - continua - dobbiamo commentare un nuovo bollettino di guerra e fare la conta di operai e agenti feriti, a cui va tutta la mia solidarietà. Il mio pensiero va anche alle loro famiglie, che ora staranno vivendo ore di ansia e preoccupazione. Allo stesso tempo ribadisco la più ferma condanna sia nei confronti degli anarchiciche dei movimenti politici al loro fianco".
Ma per Alberto Perino, leader storico del movimento No Tav la protesta invece è riuscita: "Volevamo assediare il cantiere e l'abbiamo assediato. Quindi abbiamo vinto", ha detto. "Abbiamo visto chi usa la violenza - ha concluso -, è chi tira i lacrimogeni ad altezza d'uomo". E mentre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, maggioranza e opposizione si sono schierati contro le violenze e gli scontri, l'Usb, l'Unione sindacale di base, in un comunicato si è detta "incondizionatamente con la rivolta popolare in Val di Susa". "Siamo in presenza di una rivolta di popolo cui partecipano persone di ogni ceto sociale e di ogni età determinati a impedire che un'opera costosa, devastante e inutile stravolga l'ambiente e l'economia della valle. Una rivolta e una determinazione straordinaria che ha tenuto testa a migliaia di uomini in assetto di guerra invitati a sgomberare la valle con una violenza inaudita e la benedizione bypartisan di pressoché tutte le forze politiche".
Uno dei manifestanti feriti, colpito a un fianco da un oggetto non precisato e in condizioni più serie, è stato portato via sul sentiero per Giaglione, su un lenzuolo teso in modo da formare una barella improvvisata. Al passaggio, la folla ha applaudito.
(03 luglio 2011)
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