giovedì 21 luglio 2011

La pantomima del Partito democratico per “salvare” Tedesco

Se al Senato è andata come alla Camera, allora Tedesco è stato "salvato" dalla stessa opposizione. Anzi, dal Pd. I partiti che avevano detto di votare per il SI' all'arresto, infatti, erano stati il Partito democratico (101 su 106 presenti), la Lega Nord (23 su 26), l'Italia dei Valori (12), il Terzo polo (12), Unione di Centro, SVP e Autonomie - UnioneValdôtaine, MAIE, VersoNord, Movimento Repubblicani Europei, Partito Liberale Italiano (14). Fanno 162. Tedesco, dunque, avrebbe dovuto essere arrestato, come lui stesso aveva chiesto. I voti per il SI, invece, sono stati appena 127 e 151 per il NO (11 gli astenuti).

Se la Lega ha votato come alla Camera, allora Tedesco - ex assessore nella Giunta di Nichi Vendola in Puglia e coinvolto nello scandalo della sanità regionale - è stato salvato da una frangia dello stesso Partito democratico, in gran segreto. Un calcolo che un Pd in evidente difficoltà ha cercato di scaricare sulla Lega: "La Lega ha annunciato che avrebbe votato per concedere l'autorizzazione all'arresto e invece ha votato con il PdL. I numeri parlano chiaro, quelli delle opposizioni ci sono tutti. Quelli che mancano sono i voti della Lega". Peccato la questione non sia così netta. Più "diplomatico" il capogruppo del PdL al Senato, Maurizio Gasparri, che ammette: al risultato finale hanno concorso ''sicuramente anche voti della Lega e di alcuni del Pd. I numeri del Senato sono chiari''. Il costituzionalista democratico Stefano Ceccanti, invece, minimizza: "al massimo i nostri che hanno votato contro l’arresto saranno stati cinque. La Lega al Senato è blindata e molto berlusconiana, non come alla Camera". Qualcuno che ha votato contro l'arresto di Tedesco, dunque, all'interno del Piddì c'è stato.

In pratica, al di là delle intenzioni manifeste, il Partito democratico avrebbe assicurato un pacchetto di voti contrari all'arresto, per poi scaricare le responsabilità su una Lega a quel punto contraddittoria rispetto a quanto visto alla Camera. E se davvero il Piddì fosse stato favorevole all'arresto, il pressing per le dimissioni sul suo ex senatore sarebbero state molto più ficcanti: "Tedesco - ha detto Bersani nella serata di ieri - rifletterà nelle prossime ore ma vorrei sottolineare che il suo intervento al Senato per il si' all'arresto è stato buono". Tedesco invece non ci sta a tornare un "normale cittadino" e dopo aver votato non si dimette. Non si fa arrestare: "con le dimissioni - ha spiegato il diretto interessato - avrei dato ragione alle tesi dei pubblici ministeri che dicono che la mia posizione è potenzialmente criminogena".

Un invito alla coerenza - in linea con la "volontà" in merito alla richiesta da parte di Tedesco di votare a favore dell'arresto - viene anche dal leader dell'IdV, Antonio Di Pietro: "Il senatore Alberto Tedesco sia coerente con se stesso e non accetti il salvagente-trappola propostogli dal PdL. Si dimetta e si faccia giudicare dalla magistratura". Una decisione che - per coerenza con quanto chiesto ai colleghi senatori prima del voto - Tedesco avrebbe dovuto prendere subito dopo la bocciatura del Senato. L'arresto sarebbe scattato un istante più tardi. A meno che non fosse tutto già scritto.