Undici milioni di euro inghiottiti nel buco di una società dall'altra parte del mondo. «Assion nz», scrive su un foglio un dirigente del San Raffaele. L'argomento è: le operazioni sospette di don Luigi Verzé, il fondatore dell'ospedale milanese, e Mario Cal, il vice suicida. È inutile girarci intorno: occorre dare un volto alle voci. A quelle che dicono quanto il San Raffaele sia stato generoso con il mondo politico, in modo tutt'altro che disinteressato. Tangenti, per capirci. E anche a quelle che raccontano di una contabilità parallela e di una diffusa prassi a gonfiare le fatture dei fornitori per creare una disponibilità extra. Il «nero», per essere chiari. Un mare di soldi che in trent'anni avrebbe alimentato conti esteri ben coperti, in parte per uso «istituzionale», in parte personale. In sostanza il tesoretto fuori confine di cui Cal e don Verzé avevano la combinazione e la disponibilità.
Illazioni? Cattiverie? Forse. E certo non aiuta a chiarire i dubbi la riservatezza maniacale con cui i bilanci della Fondazione vengono tenuti sotto chiave. Ma le voci adesso hanno le facce di «raffaelliani» vicini a Cal e a don Verzé. Escono timidamente allo scoperto e quelle operazioni dicono di conoscerle. Hanno paura e non fanno finta. Ovviamente chiedono di non essere identificati.
Operazione Auckland
Una delle nostri fonti insiste su «Assion nz», cerchia il nome sul foglio: «Vada a vedere quell'operazione». Il suicidio di Cal ha smosso l'omertà che circondava il San Raffaele. Si coglie un senso di ribellione verso la cappa di potere esercitata dal prete-manager.
«Sì, Assion, l'aereo - picchia l'indice sul foglio un altro ex fedelissimo -; in Nuova Zelanda con quella transazione è stata creata disponibilità per un uomo politico lombardo molto importante». Una mazzetta, insomma. Prove? Nessuna. Però in effetti le anomalie dell'affare sono molte.
L'operazione parte nel 2007. A farla è
Ultimo passaggio: Assion Aircraft viene chiusa il 28 aprile scorso. Non è un'operazione normale ma da qui a sostenere che è stata pagata una mazzetta ce ne passa.
Cassaforte a Vaduz?
E il tesoretto estero? Il deputato del Pdl Enrico Pianetta, secondo una delle fonti interne, avrebbe favorito in passato il flusso di fondi dall'Italia verso l'estero (soprattutto Brasile dove il San Raffaele ha molte attività). Ma prima di arrivare a destinazione quel patrimonio avrebbe fatto «sosta» in Svizzera, per poi ripartire più leggero. Illazioni anche queste? Forse. L'anno scorso parlò di cose simili ai pm di Palermo, sebbene in termini piuttosto confusi e generici, la pentita di un traffico di droga, Perla Genovesi, già assistente parlamentare di Pianetta quand'era senatore. Raccontava di finanziamenti a suo dire poco trasparenti procurati al San Raffaele dall'onorevole tramite
All'arcipelago estero apparterrebbero oggi fondazioni con funzione di casseforti occulte. Si fa il nome della Joseph Foundation di Vaduz in Liechtenstein che avrebbe in portafoglio, tra l'altro, proprietà e terreni a Gerusalemme.
Mario Gerevini
Simona Ravizza
21 luglio 2011
1 commento:
Ho sempre provato una naturale ripugnanza per quest'uomo, che, spretato nel 1977,tutti continuano a chiamare "don".
A quanto pare il mio istinto non sbagliava.
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