venerdì 1 luglio 2011

L’ANM STA CON IL GOVERNO

D’accordo sul processo breve (ma senza prescrizione) e su cosa possano o non possano pubblicare i giornali

di Sara Nicoli

Una “bella” notizia tira l’altra. Prima Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, come promesso ottiene la calendarizzazione del ddl intercettazioni per il prossimo 28 luglio alla Camera e subito dopo il Consiglio dei ministri dà il via libera alla manovra economica con annesso processo breve ma con il placet addirittura dell’Associazione Nazionale Magistrati.

INSOMMA, meglio di così non poteva proprio andare; da un lato c’è il rischio, più che concreto, che la legge bavaglio diventi definitiva prima dell’estate e dall’altro il governo ha portato a casa, per giunta con il via libera del sindacato dei magistrati, l’impalcatura legislativa su cui inserire, a settembre, la prescrizione breve tanto cara a Berlusconi. Se la Lega, ovviamente, deciderà di concedergliela.

Ma è senza dubbio il fronte delle intercettazioni a destare maggiore preoccupazione. Perché l’accordo politico, anche con l’opposizione, appare dietro l’angolo nonostante le dichiarazioni di facciata. Nei fatti, ieri la conferenza dei capigruppo della Camera ha sbloccato un ddl giacente in commissione Giustizia esattamente da un anno; l’iter nell’organismo presieduto da Giulia Bongiorno è stato concluso proprio a luglio 2010, ma poi inserito nel cassetto “giacenze” per volere della stessa Bongiorno e anche del resto del Pdl per evitare che l’argomento potesse costituire elemento di rottura con Fini. Poi è andata com’è andata, e ora che nuove carte sulla P4 incombono e che addirittura si rispolverano sui giornali le vecchie intercettazioni sul caso “Raiset” tra Berlusconi e Saccà, ma non solo, ecco che il prurito antidemocratico pidiellino ha ripreso vigore.

STAVOLTA quello che arriverà in aula alla Camera è un articolato di terza lettura, dunque la procedura verso l’approvazione sarà addirittura più veloce. Si ricorderà che la legge contiene sia limiti nell’ammissibilità all’utilizzo degli ascolti per i magistrati, sia una stretta molto vigorosa sulla pubblicazione delle stesse se non rilevanti ai fini dell’inchiesta, insomma un bavaglio sia per la magistratura che per la stampa. Solo che poi dall’aula di Montecitorio potrebbe uscire qualcosa di molto diverso.

Alla maggioranza è noto che questo ddl non trova il massimo del consenso da parte della Lega perché lo considera una norma ad personam per Berlusconi. Ma un accordo particolare salderebbe la maggioranza e troverebbe ampia sponda anche dall’opposizione (come sottolineato la settimana scorsa da Bersani, senza palesi retromarce); lo stralcio della parte riguardante le limitazioni al lavoro della magistratura e un’approvazione solo della parte riguardante la stampa, con pochissime modifiche verbali e non sostanziali, per evitare qualsiasi possibilità di accusa di violazione dell’articolo 21 della Costituzione.

Su una base come questa è addirittura possibile che la legge sulle intercettazioni venga approvata prima della pausa estiva. In caso diverso, potrebbe al massimo arrivare ai primi di ottobre, ma solo se il governo decidesse di andare avanti con l’intero articolato. E questo non sembra essere l’idea prioritaria. Anche perché ieri è accaduto un fatto singolare; l’Amn, solitamente in prima linea contro i provvedimenti del governo in merito alla giustizia, ha espresso un parere sostanzialmente benevolo sull’inserimento dell’impalcatura del processo breve dentro la manovra finanziaria: “Non ci sono norme ad personam perché manca la prescrizione breve – ha sostenuto ieri Luca Palamara, presidente dell’Amn – sono interventi che noi stessi abbiamo indicato per migliorare il sistema insieme alla scelta di impedire la lievitazione delle cause previdenziali”. E sulle intercettazioni il giudizio è stato altrettanto ambiguo: “La giustizia ha altre priorità – sono sempre parole di Palamara –e cioè un processo che si svolga in tempi ragionevoli”. Insomma, par proprio di capire che il fronte contro la pubblicazione delle intercettazioni sulla stampa abbia acquisito, nelle ultime ore, nuovi adepti.

Resta da vedere come la prenderà il presidente Napolitano questa improvvisa accelerazione di un provvedimento di certo “non prioritario per il Paese”, per dirla con il presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, insistendo perché venga esaminato il ddl dei democratici depositato al Senato.

COMUNQUE, se sulla manovra il governo metterà la fiducia, facendo quindi passare di forza anche il processo breve, sulle intercettazioni l’eventualità al momento pare remota, ma nel Pdl la determinazione è comunque forte; in caso di scossoni o strappi, soprattutto da parte di elementi della maggioranza (la Lega) la questione si potrebbe porre ma solo dopo l’estate, non prima, anche se il timore nel partito del Cavaliere è quello di vedere le pagine estive dei quotidiani inondate di intercettazioni sulla P4 o altre inchieste pruriginose. Come il caso Ruby.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Non so voi ma io riesco a trattenere a stento il vomito.