AMEDEO
Mai cataratta fu più provvidenziale. Il piccolo intervento ambulatoriale al quale si è sottoposto Bossi avrebbe fatto saltare l’incontro chiarificatore con Berlusconi. Incontro che doveva svolgersi oggi, a margine del Consiglio dei ministri, dopo il catastrofico voto che ha portato in carcere il deputato del Pdl Alfonso Papa. Il forfait del Senatur è una scusa visto il suo fitto calendario di appuntamenti per il fine settimana, a cominciare da stasera alla festa della Lega di Grignasco. Il vecchio leader leghista non è nelle condizioni di dare una risposta al premier che vuole verificare se «Umberto esiste ancora politicamente». «Voglio capire se devo parlare con lui o con Maroni, se è ancora lui il capo, se riesce ancora a controllare il suo partito». In effetti ieri, Berlusconi ha provato a mettersi in contatto con Bossi. «Ho provato a chiamarlo per fargli gli auguri ma non l’ho trovato. Il suo numero era indisponibile». Ha parlato invece con «gli uffici» di Maroni, a caldo l’altra sera subito dopo l’autogol alla Camera «Non credo sia un momento delicato, il governo non rischia». Ma a chi gli chiede se con
Non si illude più di tanto Berlusconi. Non crede più nella possibilità di recuperare quel magico rapporto che ha consentito di costruire un centrodestra forte e vincente insieme all’amico-alleato che ha aiutato nel momento più doloroso della malattia. Maroni al telefono gli ha spiegato che il sì all’arresto di Papa non era un voto contro il governo. E’ lo stesso concetto ripetuto dal segretario del Pdl Alfano quando dice che «non c’è alcun nesso tra il voto su Papa e la tenuta del governo. Quello della Lega era un voto annunciato». Insomma si cerca di minimizzare l’accaduto, di sminare il terreno. Ad esempio il Pdl farà di tutto per rinviare a settembre il voto della Giunta sul caso Milanese. Sarebbe il secondo incidente in pochi giorni, ma è solo un rinvio: prima o poi il nodo arriverà al pettine, come quello sul ministro Romano. Sempre a settembre. Un altro rinvio si prospetta anche per la riforma costituzionale annunciata da Calderoli: non c’è un accordo al 100 per cento tra Pdl e Lega, soprattutto sul Senato federale, mentre c’è l’ok sulla drastica riduzione del numero dei parlamentari. L’escamotage sarà quella di approvare la riforma in Cdm «salvo intesa». Come dire, siamo d’accordo ma è meglio parlarne dopo l’estate.
Il Cavaliere ha spiegato di non poter fare altro che guardare come andrà a finire la resa dei conti dentro
Maroni ha assicurato a tutti i suoi interlocutori che non è disponibile a sostenere governi tecnici o istituzionali. Ma spinge con forza per costruire il centrodestra del futuro, superando l’asse Berlusconi-Bossi. Il ministro dell’Interno spera che Alfano abbia questo coraggio. Ma Alfano considera pericoloso questo percorso accelerato perchè rischia di portare dritti all’archiviazione del governo Berlusconi. Il Cavaliere di mettersi da parte non ci pensa affatto. E Alfano il parricidio non vuole farlo.
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